Marianna Fardella nella foto dietro, fra i genitori |
Sicuramente la vita era difficile in quel
periodo. Come si usava a quel tempo, fu combinato il suo matrimonio con un
"buon partito". Lei era bella e il marito possedeva un appezzamento
di terreno con ulivi, alberi da frutta e altro. Ma non era un bel tipo. Qualche
anno prima, durante il servizio militare, per una rissa, non era andato in
galera, ma era fuori con la condizionale. Qualche anno dopo il matrimonio era
stato arrestato perché aveva tagliato un albero in un terreno vicino al suo. La
poverina, con figli piccoli, pensando al precedente reato, immaginò un lungo
periodo in carcere per il marito. Non erano passate 24 ore da quando aveva
partorito che, presa dallo spavento, prese in braccio la neonata e andò dalla
sua mamma. Il dolore era cosi forte che perse il lume della ragione. Il fatto
divenne di dominio pubblico. Il giudice mosso a pietà per la poverina, dispose
la scarcerazione del marito, sperando nella guarigione della sventurata. Ma fu
inutile.
L'appezzamento di
terreno, usato come "dote" per il matrimonio, gli era stato donato
dal padre, che a sua volta lo aveva ricevuto come compenso per una falsa
testimonianza, dalla famiglia di Eugenio Vasapolli, omicida e cugino di padre
Andrea Vasapolli. Eugenio Vasapolli, dopo aver sparato al proprio cugino,
credendolo morto, ritornò in un suo terreno dove lavoravano alcuni braccianti,
fra i quali il suocero della mia prozia, e disse loro che, in caso di
testimonianza, avrebbero dovuto dichiarare che lui era rimasto tutto il giorno
con loro e cosi fecero. Il ferito, prima di morire, fece il nome del cugino
come attentatore. Difatti Eugenio Vasapolli venne condannato come omicida e i
braccianti per falsa testimonianza. Come ricompensa per il carcere fatto, il
suocero della mia prozia ebbe l'appezzamento di terreno motivo del matrimonio e
causa della sventura della zì Marannina.
FONTE: FaceBook
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