(Enna) - "La mossa del cavallo", il primo romanzo di Andrea Camilleri trasformato in un film, affonda le sue radici su un fatto di cronaca avvenuto a Barrafranca nell'Ottocento con l'omicidio di un prete. L'opera dello scrittore agrigentino viene raccontata stasera su Raiuno. La vicenda dell'omicidio di Andrea Vasapolli era stata annotata da Leopoldo Franchetti (politico, economista italiano, studioso meridionalista e senatore del Regno d'Italia), durante la sua inchiesta sulle condizioni socio- economiche della Sicilia a cavallo dell'800 e '900. Furono gli appunti di Franchetti che ispirarono Andrea Camilleri a scrivere "La mossa del cavallo".
A descrivere i fatti con una lunga ricerca è Salvatore Vaiana con il volume "Una storia siciliana fra Ottocento e Novecento".
Andrea Vasapolli, 46 anni, faceva parte di una famiglia terriera potente e ricca. L'omicidio avvenne nel marzo del 1876 a Barrafranca (allora provincia di Caltanissetta in quanto per la provincia di Enna, ancora Castrogiovanni, bisogna aspettare l'epoca fascista). L'assassino fu un cugino della vittima, Eugenio Vasapolli ma la potente famiglia riuscì a depistare le indagini e a far ricadere la colpa su un forestiero proveniente da Moncalieri, Torino, verificatore dei mulini, Francesco Costero il quale sentito i due spari di fucile a pallettoni rinvenne a terra Andrea che prima di morire fece il nome del cugino Eugenio. Oggi a Barrafranca esiste via Vasapolli, dato che la famiglia vantava due fratelli sacerdoti e una badessa. Inoltre in paese è presente da secoli un palazzo con un portone ligneo con un volto scolpito.
"Molti turisti - afferma il presidente della Pro Loco, Filippo Salvaggio - chiedono di visitare palazzo Vasapolli e i luoghi in cui accaddero le vicende narrate e rimangono attratti dalla storia delle bizzarre malefatte dei fratelli Vasapolli".
Malgrado il depistaggio e l'arresto di Francesco Costero, le indagini in secondo momento, presero la giusta direzione ed Eugenio Vasapolli venne condannato dalla Corte d'assise di Caltanissetta a 15 anni di lavori forzati, al risarcimento dei danni per 10mila lire in favore delle parti civili, oltre alle spese di lite. Ora adesso il romanzo storico di Camilleri è un film e il protagonista sarà Michele Riondino che impersona appunto l'ispettore dei mulini inviato nel territorio di Montelusa per investigare sull'applicazione della tassa sul macinato e suo malgrado sarà testimone di un delitto. L'uomo si trasformerà in imputato e solo grazie alla "mossa del cavallo", che in questo caso significa il recupero del dialetto, si salverà dalla trappola.
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