Cibo, vino e cultura in un itinerario che passa tra i segreti del grande schermo
L’educazione al cibo e al bere comincia dalla scuola
Venerdì 30 novembre 2018 Aula Magna Istituto “G. Curcio” Via Andreoli 2 Ispica - Ore 9.00 - 11.30
A parlarne insieme con gli studenti e la cittadinanza ispicese, sono due relatori d’eccezione: Manganelli (già direttore dell’Università degli studi delle scienze gastronomiche di Pollenzo, in territorio cuneese, e autore di numerose pubblicazioni nel settore enologico) ed Alessandro Avataneo (autore, produttore e regista cinematografico e teatrale; docente di cinema e storytelling alla Scuola Holden di Torino), coautore con Manganelli del primo “Atlante del Vino Italiano” (Libreria Geografica, 2015).
Intervengono:
Prof.re Maurizio Franzò, Dirigente dell'Istituto “G. Curcio”
Dott. Francesco Fronte, Presidente della Società Ispicense di Storia Patria
Prof.re Lorenzo Floriddia
Coordina i lavori la Prof.ssa Gabriella Bruno
L’iniziativa è stata organizzata dall'Istituto G.Curcio, proposta dalla Società Ispicese di Storia Patria. Collaborazione con Villa Borone Alfieri Pozzallo.
«La Sicilia ha nel cibo e nel vino la sua punta di eccellenza - spiega Francesco Lucania e proprio per questo l’itinerario culturale prevede come primo incontro quello inerente alla “Cultura del vino e del cibo” passando per il cinema».
Il vino è un fenomeno antropologico. Lo pensava anche il regista di “French Kiss”, Lawrence Kasdan, che nel 1995 su questo assertivo sociologico costruisce e rappresenta l’immagine del vino che il protagonista porta scolpita nel cuore, parlando delle sue origini e della tenuta di famiglia. In Sicilia, ad esempio nella parte orientale, ai piedi e alle ginocchia del più grande vulcano d’Europa, si arrampicano inesorabili i vigneti che potremmo definire come la risposta siciliana alla Borgogna francese.
La storia della civiltà coincide, sotto molti aspetti, con la storia del vino che è anche un percorso sensoriale fatto di percezioni olfattive in cui viene coinvolto anche il palato. Una dimensione dove cibo e vino sono in grado di viaggiare nel tempo e nella storia in quanto immortalati dal cinema in un impareggiabile connubio tra emozioni filmiche e piaceri della tavola.
Cinema, cibo e vino, qual è il denominatore comune? «Il cibo spiega Manganelli è stato riconosciuto come elemento culturale che lega tradizioni e abilità di coltivazione e di allevamento con le tradizioni storiche dei popoli. Il vino è fonte di piacere e strumento di condivisione e amicizia. Il legame sempre più stretto che si è creato tra vino e territorio sta inoltre stimolando riscoperte di vini e vitigni che sono motivo di orgoglio per i produttori e stimolante interesse gustativo per i consumatori. Cibo e vino sono quindi ormai riconosciuti a pieno titolo come forme di artigianato artistico».
In “Sideways. In viaggio con Jack” di Alexander Payne (2004) il vino è il filo conduttore di una commedia ironica e riflessiva su quattro ruote. Il vino può essere considerato come una metafora della vita? Nasce, diventa maturo e si sposa con il cibo. Cosa ne pensa Avataneo? «Sideways è un piccolo capolavoro. Alexander Payne oltre a essere un bravo regista è uno scrittore raffinato, e la storia di Miles e Jack ci tocca da vicino, perché sono due perdenti, con pregi e difetti in cui ci possiamo riconoscere. Per questo lo analizzeremo durante il nostro incontro con gli studenti di Ispica e capiremo “di cosa parliamo quando parliamo di vino”, e di gusto in generale, nel cinema, ma anche nella vita. Il vino può certamente essere una metafora della vita, come la cucina, il teatro, il pianoforte, il tennis e tutte le espressioni umane quando vengono innalzate a un livello artistico, grazie all’incontro tra creatività e capacità tecnica».
Sabato primo dicembre, presso Villa Barone Alfieri, contrada Recupero - Pozzallo alle ore 17.00. Incontro con i cittadini su: "Cibo, vino e cultura. Il futuro del vino italiano tra vitigni autoctoni e vitigni internazionali."
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