Ho avuto il piacere di avere Rosario Livatino come alunno di italiano nella prima B del Liceo Classico Ugo Foscolo di Canicattì, che allora aveva sede nell'edificio scolastico Francesco Crispi a Borgalino, nel centro storico.
Era seduto in prima fila, sulla sinistra, in una piccola aula posta all'inizio del primo corridoio. Era l'anno scolastico 1968-1969, l'anno del mio matrimonio, e ricordo che Rosario, insieme a tutti i compagni, mi regalò una sveglia da tavolo in legno.
L'anno successivo decisi di andare ad insegnare all'Istituto Tecnico Galileo Galilei e gli incontri con i miei ex alunni del liceo divennero rari. Rosario, ovviamente, continuò gli studi al Classico e, nell'anno scolastico 1970-1971, ci fu una parallela esperienza "giornalistica" tra i ragazzi del Tecnico e quelli del Liceo Classico. Erano gli anni in cui i giovani furono protagonisti di lotte e, a volte, dure contestazioni miranti ad un radicale rinnovamento di una scuola anchilosata e talora poco rispondente alle esigenze dei nuovi contesti culturali e sociali. Al Galilei nel settembre del 1970 fu pubblicato, per iniziativa del professor Vincenzo Sena, il primo numero del mensile "La Scuola e la Comunità" che andò avanti - con altri nomi, ad esempio "Il Punto" - fino al luglio 1971, quando fu pubblicato il nono numero. E proprio mentre al Galilei si sviluppava questa esperienza. anche nel Liceo Classico Ugo Foscolo si diede vita ad una iniziativa analoga ma che ebbe purtroppo vita assai breve. Nell'aprile del 1971 fu pubblicato - prezzo di una copia lire cento - il primo numero di "Dimensione Giovane" diretto dalla professoressa Ida Abate. Ne furono redattori tre brillanti alunni di terza liceo: Salvatore Corsello, Paolo Santamaria e Rosario Livatino.
E proprio Rosario Livatino curò in prima persona un'inchiesta, "L'argomento del mese: interviste ed opinioni - La crisi della scuola", che coinvolse il provveditore agli Studi del tempo, dottor Baldassare Gulotta, il preside del Liceo Classico professor Carmelo La Carrubba, ed il preside dell'Istituto Tecnico Galilei, professor Guido Caramazza. Così scriveva Rosario nell'introduzione: «Due parole sul perché di queste interviste: com'è ben manifesto a tutti, volendo affrontare in modo serio un problema, occorre che tale problema venga sceverato nelle sue componenti da diversi punti di vista che, appunto perché diversi, possono dare adito a discordanti e, a volte, diametralmente opposte interpretazioni del medesimo problema; dalla disamina e dal gioco dialettico di tali interpretazioni scaturisce una visione chiara ed ampia di esso nonché la sua conseguente soluzione».
E proseguiva: «In altre parole l'articolo in prima pagina, “La scuola è malata?” di Salvatore Corsello, affronta il problema della crisi della scuola, ma il sottoscritto e gli altri redattori di questo giornale abbiamo pensato che, essendo redatto da uno studente, esso avrebbe potuto fornire una visione parziale e non totale dell'argomento; si è quindi deciso di ascoltare il parere di altre persone che, pur vivendo come gli alunni nella scuola e per la scuola, possano, se cosi mi posso esprimere, vedere il problema con altri occhi: il signor provveditore Gulotta ed i signori presidi Caramazza e La Carrubba. Ho quindi rivolto loro un gruppo di tre domande sull'argomento in questione il cui tenore è questo: 1) Crisi della scuola italiana. Esiste secondo Lei? Se si, tracci quali ne sono, a suo avviso, le linee essenziali e ne indichi le cause, specificando quali parti abbiano in esse rispettivamente la classe politica, la classe docente e la classe discente. Se no, spieghi il perché; 2) Sussistendo questa crisi, quali sono i provvedimenti che le autorità dovrebbero prendere? Con distinzione tra provvedimenti di pronta attenzione e provvedimenti realizzabili in un prossimo futuro e, in particolare, un sintetico giudizio sui provvedimenti già adottati; 3) Oltre alla classe politica, la classe docente può, nel suo campo e sempre secondo il suo avviso, partecipare ad una ristrutturazione del sistema scolastico italiano? Se si, come e in che misura? E la classe discente? Che ne pensa del suo sforzo di portare la propria voce ed il proprio contributo in questa opera? E dei mezzi che adotta?».
E concludeva: «In base alle risposte che mi sono state date vorrei che voi lettori gettaste le fondamenta di una proficua polemica. Vi esorto cioè ad entrare in dialogo con esse; le eventuali controrisposte consegnate ad incaricati di questo giornale verrebbero pubblicate in un prossimo, auspicato secondo numero. Non ho altro da aggiungere e cedo la parola ai suddetti signori. Rosario Livatino». Seguivano le interviste.
Purtroppo quanto auspicato da Rosario non si verificò ed il giornale rimase un numero unico. Sotto la testata era scritta, significativamente, questa frase: «Gli autori degli articoli sono i soli arbitri e responsabili delle idee e delle opinioni esposte». Il testo completo del numero unico "Dimensione giovane" cui fa riferimento la presente nota si trova in un microfilm custodito nella Biblioteca comunale "Franco La Rocca" di Agrigento.
di Gaetano Augello
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