FRANCESCO LUCANIA, Echi di Risorgimento e sociabilità nelle Società di mutuo soccorso della Sicilia

Relazione presentata al convegno “150 anni dall’Unità d’Italia e dalla nascita del mutualismo in Sicilia“, organizzato dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso di Santa Ninfa il 21 novembre 2010.

Anzitutto permettetemi di ringraziare il Presidente della Società Operaia di mutuo soccorso di Santa Ninfa Carlo Di Prima e, in modo particolare, il dott. Pippo Spina per avermi dato l’opportunità di intervenire al convegno “150 anni dall’Unità d’Italia e dalla nascita del mutualismo in Sicilia”.

Vi è uno stretto nesso fra il Risorgimento e le Società di mutuo soccorso: le origini del mutualismo italiano, infatti, sono databili alla seconda metà dell’Ottocento, con qualche ritardo rispetto ai paesi europei economicamente più avanzati come l’Inghilterra e la Francia.
Il 4 marzo del 1848 fu promulgato lo Statuto Albertino, che sanciva il passaggio del Regno di Sardegna da monarchia assoluta a costituzionale. Fra le molte innovazioni apportate, oltre alla libertà di culto, vi era il riconoscimento ai cittadini del diritto di adunarsi pacificamente (articolo 32).
La prima società di mutuo soccorso in Italia fu fondata in Piemonte, a Pinerolo, il 12 ottobre del 1848: l’“Associazione Generale degli Operai di Pinerolo” , aperta a tutti i lavoratori di qualsiasi mestiere o professione, ebbe fra i soci fondatori liberi professionisti, un avvocato, artigiani.
I caratteri generali delle Società di mutuo soccorso piemontesi sono noti: si trattava di organizzazioni apolitiche di lavoratori con una partecipazione di soci onorari borghesi, per lo più appartenenti alle autorità locali e ai medici di provincia. Gli scopi che perseguivano erano l’assistenza, la previdenza, l’istruzione, la cooperazione di consumo e, più raramente, di produzione; molte società intervennero nel settore del credito.
Tra gli scopi enunciati in tutti gli statuti delle Società Operaie piemontesi ricorreva sempre quello relativo alla promozione dell’istruzione e più in generale della cultura dei soci.
Molte Società di mutuo soccorso si fecero carico, di provvedere all’istruzione professionale e dell’alfabetizzazione degli iscritti e delle loro famiglie.
Le Società di mutuo soccorso furono la prima forma “moderna” di Associazionismo popolare e operaio e conobbero una diffusione e un radicamento particolare nel territorio. A partire dalla metà dell’Ottocento oltre tremila associazioni nacquero nel solo Piemonte. Si può dire che non ci fu un solo comune che non ebbe la sua Società di mutuo soccorso. Anzi, nella medesima località operarono spesso più sodalizi riservati agli operai maschi, alle operaie, agli esercenti di un mestiere (falegnami, fabbri ferrai, calzolai, ceramisti...), ai contadini o agli ex militari.
Il mutuo soccorso dava concreta risposta alle conseguenze economiche della malattia, vista la completa mancanza di forme di protezione sociale, da parte dello Stato o delle aziende, e l’inesistenza di pratiche assicurative private. I salari o i redditi artigiani, sufficienti a garantire a malapena la sopravvivenza, dipendevano dai giorni di effettivo lavoro.
Le Società di mutuo soccorso rappresentarono una palestra di vita democratica e di autogestione. In quelle associazioni gli operai, ancora prima di conquistare i diritti politici, eleggevano i loro dirigenti, amministravano ingenti risorse e gestivano i vari servizi per i soci.
Dopo l’Unità d’Italia, con l’uniformità legislativa si diffusero su tutto il territorio nazionale, crearono una rete di solidarietà sociale, per molte realtà furono le uniche organizzazioni laiche esistenti.
Da un’analisi effettuata negli “Annali di statistica” del Ministero di agricoltura, industria e commercio , del catalogo “L’Associazionismo operaio in Italia (1870-1900) nelle raccolte della Biblioteca nazionale centrale di Firenze” e dell’opera di Francesco Palmigiano “Cronaca delle società operaie dal 1860 al 1890” , emerge una mappa delle Società di mutuo soccorso in Sicilia, relativamente dettagliata.
Vi sono pochi e scarni studi organici sul mutualismo siciliano, se si escludono le pubblicazioni, per lo più commemorative, relative alla singola storia dei vari sodalizi.
L’unica pubblicazione che riporta un elenco dettagliato delle Società di mutuo soccorso è quello di Francesco Palmigiano, limitato alla città di Palermo.
Dallo studio di questi repertori talvolta emergono delle discordanze, ma l’insieme compensa le lacune che ciascuno di essi contiene.
Emerge che la prima Società di mutuo soccorso costituitasi in Sicilia fu quella di Corleone fondata nel 1860, titolata a Francesco Bentivegna, eroe del Risorgimento italiano . Nello stesso anno a Palermo vengono fondate la Società di mutuo soccorso dei reduci dalle patrie battaglie e la Società Operaia di mutuo soccorso.
Alcune opere lasciano supporre che nell’isola vi erano già passato delle associazioni a carattere mutualistico, nell’opera biografica su Saverio Friscia di Francesco Guardone viene citata la “proposta fatta nel 1848 a Friscia di Presidente della Società operaia di mutuo soccorso di Sciacca”.
Durante i moti del 1847 e 1848, in più parti dell’isola si costituirono alcune associazioni di carattere mutualistico, di queste rimangono alcune scarne notizie, indicative, del fatto che alcune forme di organizzazioni operavano nel territorio.
Non si hanno documenti di archivio statuti, che attestino l’esistenza di Società di mutuo soccorso nell’isola prima del 1860.
Nelle tabelle degli annali di statistica del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio viene riportato che le Società di mutuo soccorso esistenti in Sicilia prima del 1862 erano otto, ma da controlli incrociati di vari documenti risultano esservene undici: tre nate nel 1860 ed otto dal 1861 al 1862.
Le Società più vecchie esistenti in Sicilia, di cui si hanno notizie documentate, sono: “Società Operaia di mutuo soccorso Francesco Bentivegna” di Corleone, fondata nel 1860; “Società di mutuo soccorso dei reduci dalle patrie battaglie” e la “Società Operaia di mutuo soccorso”, nate nel 1860 a Palermo; la “Società Operaia di mutuo soccorso”, fondata a Messina nel 1861; il “Circolo Operai” di Catania, che aveva funzione mutualistiche nasce nel 1861. Nel 1862 nascono nell’isola le seguenti Società: a Forza d’Agrò (ME) la “Società Operaia di mutuo soccorso”, a Mazzara del Vallo (TP) la Società di mutuo soccorso fra gli Operai “Selinunte”, a Modica la Società di mutuo soccorso “Patria e Lavoro”, a Palagonia (CT) il Circolo degli Operai, (che svolge attività mutualistiche), a Troina (EN) la “Società Operaia di mutuo soccorso. Circolo degli onesti operai” e a Vittoria (RG) la “Società di mutuo soccorso Cooperativa fra gli Operai”. L’ammontare dei soci effettivi di questi sodalizi non superava i due mila (la stima è da intendersi per difetto) in quanto non vi erano delle trasmissioni di dati ad un organismo centrale, come avverrà successivamente.
In seguito le Società ebbero un incremento notevole su tutta l’isola, sia per la nascita di nuovi sodalizi, sia per il numero dei soci, ma in particolare per l’impatto sociale e la presenza nel territorio che essi ebbero in tutta la Sicilia.
Il prospetto che emerge dagli Annali di Statistica del Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio relativo alle Società di mutuo soccorso esistenti in Sicilia è il seguente: nel 1873 erano note al Ministero 82 sodalizi: il dato risultante (8393 iscritti) è sicuramente sottostimato, in quanto relativo ai soli soci effettivi, con l’esclusione di quelli onorari (è verosimile una stima superiore alle 10.00), 77 dei quali fecero pervenire dei dati relativi alle loro attività ed al numero effettivo dei soci.
Cinque anni dopo, nel 1878, la situazione era la seguente: 117 sodalizi, con incremento del 42,5 % rispetto ai dati precedenti, con un numero di soci effettivi di 10.321. Anche questi dati sono da ritenersi per difetto, si riferiscono a 113 società, e non contengono i soci onorari e, in molti casi, degli iscritti dell’ultimo anno.
Il periodo di maggior sviluppo delle Società di mutuo soccorso in Sicilia va dal 1878 al 1885, sia per numero di sodalizi, sia per i soci effettivi aderenti: vi erano 433 Società con un totale di soci effettivi di 41.224 segnalati dal Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio. Anche in questo caso i dati relativi ai soci sono per difetto, come lo stesso Ministero fa notare mancando i dati relativi 19 sodalizi, oltre al numero dei soci onorari e in molti casi gli iscritti dell’ultimo anno.
La forte crescita delle Società di mutuo soccorso in Sicilia in questo periodo è dovuto a vari fattori, in particolare ai mutamenti socio economici, ed alla partecipazione alla vita sociale di molti cattolici, anche se non era stata ancora promulgata l’enciclica “Rerum Novarum” di Leone XIII, (del 1891) .
E’ da notare che, durante il Primo Congresso, dell’Opera dei Congressi convocato a Venezia dal 12 al 16 giugno 1874, da numerosi interventi emerse l’invito ad aprire delle società di mutuo soccorso uno dei relatori più in vista fu il Barone Vito D’Ondes Reggio
Nel decennio dal 1885 al 1895, in Sicilia avvengono molti cambiamenti socio-politici, nuove organizzazioni sociali per lo più a carattere rivendicativo, nascono nell’isola.
Nel 1891 si costituiscono in Sicilia i Fasci Siciliani dei Lavoratori, alcune Società di mutuo soccorso vi aderiscono, parteciperanno attivamente. Secondo Seton Watson “I fasci dei lavoratori furono una combinazione di sindacato e di società di mutuo soccorso”.
In tutto il Regno, il numero delle Società di mutuo soccorso negli ultimi dieci anni (1885- 1895) crebbe del 37% e il numero complessivo dei soci effettivi del 26%.
Nello stesso periodo, i sodalizi dell’isola passarono da 433 del 1885 a 350 nel 1895 e da 41.224 soci effettivi a 39.077, con una decrescita del 19,5% di questi solo 61 società erano state legalmente riconosciuti ai sensi della legge 3818 del 15 aprile del 1886.
I motivi di questa flessione sono legati a vari fattori, la crisi economica ed in particolar modo alla repressione del governo Crispi, che soppresse molte Società; va ricordato che in Sicilia, con regio decreto del 3 gennaio 1894, viene proclamato lo stato d’assedio e il tenente generale Roberto Morra di Lavriano viene nominato commissario straordinario con pieni poteri su tutta l’isola.
In seguito alle forti repressioni, al protrarsi della crisi economica, alla difficoltà occupazionali che sfoceranno con grandi esodi di emigrazioni, le Società di mutuo soccorso subiranno una forte crisi.
I sodalizi siciliani ebbero un forte impatto di sociabilità nel territorio in cui operarono, oltre al sussidio della malattia per i propri soci effettivi, svolsero un ruolo di elevazione culturale, dedicandosi all’istruzione, alla formazione professionale, alla scolarizzazione di base, non solo per i soci e i loro familiari, e fondando periodici, (uno dei primi fu la rivista “Il lavoro”, pubblicato nel 1865 dalla Società operaia di mutuo soccorso di Palermo).
Molte Società furono dei veri centri di formazione culturale e sociale per i ceti meno agiati, Rosario Garibaldi Bosco (uno dei capi dei Fasci Siciliani dei lavoratori) in un libro di memorie racconta, che si è formato e istruito nella Società operaia di mutuo soccorso di Palermo, leggeva e spiegava gli articoli dei giornali ai lavoratori.
Nel 1895 vi erano nell’isola 20 sodalizi che organizzavano scuole elementari, corsi di disegno ed arti e mestieri, di formazione professionali, uno di questi era la Società di mutuo soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto; a Caltagirone vi era la Società Operaia di mutuo soccorso ed Istruzione, che organizzava corsi scolastici di alfabetizzazione, corsi di base di disegno (uno degli insegnanti fu Paolo Ciulla) , il Circolo operaio di Ramacca svolgeva attività di istruzione per i soci e i loro figli ed erogava sussidi temporanei per continuare gli studi.
Alcune società istituirono i monti frumentari tra queste la Società Agricola di mutuo soccorso di Mistretta, la Società di mutuo soccorso fra gli artigiani di Patti, erogava sussidi straordinari per l’acquisto degli attrezzi di lavoro.
Un tempo in tutta Italia vi erano delle Società di mutuo soccorso, che spesso si sono spente senza lasciare delle tracce evidenti su cui ricostruire il loro passato. E' importante studiare l'argomento non solo per la storia di ciascuna di esse, ma anche perché esse costituiscono una base di partenza per gli studi sulla storia sociale del nostro Paese.
Di gran parte di queste società sono pervenute scarne notizie: col passare del tempo si sono persi i documenti, gli archivi, i verbali, gli atti costitutivi, ed è diventato arduo ricostruire la loro storia.
La tutela e lo studio del patrimonio storico locale non possono essere delegati solo ad alcuni enti preposti, poiché vi è il serio rischio che frammenti di storia svaniscano, che vengano a mancare gli anelli della memoria locale. E' auspicabile che un'altra parte di storia del Paese sia portata alla luce, con il recupero dei fili sfilacciati della memoria e la ricomposizione del tessuto storico, in particolare per gli aspetti sociali che il mutuo soccorso ha svolto nel passato.
La memoria collettiva dei fatti sociali spesso si annebbia, si oscura, svanisce, sembra come la rosa del poeta, vive lo spazio del mattino, sarà perché talvolta si tratta di spinosissima rosa.
Per concludere questa mia esposizione sulle Società di mutuo soccorso, permettetemi di fare un accenno a ciò che mi ha spinto a studiare questo tema.
Sono stato attratto dalla possibilità di approfondire come uomini e donne, stanchi dopo aver lavorato dieci ore, in condizioni lavorative talvolta disumane, non più concepibili oggi, desiderassero riunirsi la sera per imparare a leggere e a scrivere, e la domenica si ritrovassero nella sede sociale per i balli e le feste. Versavano una lira al mese per prestarsi mutuo soccorso in caso di malattia.
Quegli uomini, quelle donne, con il loro silente e quotidiano lavoro, costruirono le loro sedi, aprirono scuole, asili, panetterie sociali, cooperative, banche di piccolo credito. Crearono una rete di solidarietà per soccorrere i più poveri di loro. Quegli uomini, quelle donne offrono una lezione straordinaria di civiltà al mondo contemporaneo troppo spesso gretto e intollerante. A costoro si deve un grazie per la lezione dataci.

Francesco Lucania

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