Non è per caso che i nomi incisi nel primo e nell’ultimo gradino della scalinata della legalità di Prizzi sono quelli di Nicolò Alongi e di Giuseppe Rumore: due uomini dei quali tutti i cittadini di Prizzi -al di la della appartenenza politica e degli steccati ideologici- devono andare fieri; per difendere e far valere i diritti dei più deboli, dei contadini, dei braccianti e di tutti i pezzenti che in quell’epoca erano tanti e contro una classe dominante ottusa, avida, violenta e mafiosa un secolo fa Alongi e Rumore furono vilmente assassinati dalla mafia di Prizzi di quel tempo, pagando così con la vita questo loro legittimo anelito alla giustizia sociale ed alla libertà e dignità dell’uomo.
La scalinata monumento alla memoria col suo alto valore simbolicoè stata pensata e voluta dai giovani della Consulta Giovanile ma è stata realizzata grazie all’impegno e alla maestria del giovane artista disegnatore Pietro Cannatella che sfidando il caldo in meno di una settimana ha consegnato ai posteri una opera che rappresenta un altro felice connubio tra arte e legalità a Prizzi dopo i murales di Falcone e Borsellino sul prospetto dell’I.T.C.G. di c/da Catusi.
I suoi quasi cinquanta gradini che congiungono la via Libertà alla superiore via Matteotti nella parte nuova del paese dipinti con il tricolore d’Italia portano impressi i nomi di coloro che in nome della legalità hanno sacrificato il bene supremo della vita: oltre Nicolò Alongi e Giuseppe Rumore un altro prizzese Salvatore Pollara e poi Peppino Impastato Libero Grassi Pio La Torre Rocco Chinnici Placido Rizzotto Giovanni Falcone Paolo Borsellino e tanti altri ancora.
Se si esclude la c.d. Piazza della Memoria a Palermo nel retro del Palazzo di Giustizia dove sono scolpiti nei gradoni di detta piazza i nomi dei magistrati uccisi dalla mafia qualcosa di molto simile a quello che è stato creato a Prizzi si trova a Vieste in provincia di Foggia in Puglia e un po’ più vicino a noi a Castrofilippo in provincia di Agrigento: sarebbe pertanto in ordine di tempo la terza scalinata in Italia in onore delle vittime di mafia.
Prendere questa iniziativa è stata per questi giovani -come hanno fatto sapere- un modo per sentirsi vivi, sensibilizzare le coscienze verso valori positivi in un mondo carico di messaggi di odio e di distruzione, un segnale chiaro e forte in un clima sempre più rabbioso in cui spesso si è costretti a vivere, e per non dimenticare e restare accanto a chi ogni giorno continua a coltivare il bel sogno della legalità.
L’opera è stata inaugurata ai primi di settembre alla presenza delle autorità con tanto di banda musicale ed è stata pure benedetta dal prete peccato che mancavano i cittadini: e piace pensare perché l’evento non è stato pubblicizzato abbastanza e non perché invece i prizzesi siano insensibili a tematiche serie e importanti quali la legalità e la lotta alla mafia.
Comunque al di là della facile retorica sempre in agguato quando si affrontano simili argomenti e delle frasi fatte e scontate in cui è facile inciampare un fatto innegabile e non di poco conto va esaltato: esiste un manipolo di giovani e giovanissimi che crede e lotta per una società più giusta dove a prevalere siano le regole e il rispetto della legge e non il sopruso, la violenza e l’arroganza ed il privilegio dei potenti: forse saranno una minoranza ma per fortuna ci sono. Sono giovani che avendo fatto una scelta di campo netta e decidendo da che parte stare danno un contributo importante a quel processo di affrancamento da quella mentalità mafiosa e dalle conseguenziali prassi nei comportamenti che purtroppo ancora albergano in molte menti nella nostra società.
Qualche benpensante o qualche marpione dirà magari che sono degli idealisti: che “a vent’anni si è stupidi davvero” e che a quell’età si hanno in testa un sacco di balle -come cantava in una sua canzone qualche anno fa un famoso cantautore-; ma una società una comunità, piccola o grande che sia, progredisce grazie anche a queste persone che “si permettono” di pensare con la propria testa che professano una idea vi credono convintamente e perciò si mettono a lottare: sono loro che nelle piccole cosi come nelle grandi realtà fanno la Storia, non certo i conformisti e i tanti mestieranti della politica che esercitano il potere per il potere, che egoisticamente tirano a campare cercando solo di reggersi e rimanere sempre e comunque a galla senza un orizzonte politico ed un grammo di progettualità: un giorno la Storia di costoro dirà che hanno lasciato solo macerie.
Per cui, ragazzi, siete sulla buona strada.
Prizzi settembre 2019
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