La costruzione dell’edificio scolastico
“Mario Rapisardi” rappresentò un momento importante nella crescita culturale
della città. Allora esistevano solo le scuole elementari di San Domenico,
mentre si discuteva ancora della realizzazione di un nuovo edificio scolastico
a Borgalino.
Il livello d’istruzione era assai basso:
nel 1861 in città c’erano in servizio solo quattro insegnanti, divenuti sette
nel 1867. L’analfabetismo, ancora nei primi del Novecento, era assai elevato:
la media siciliana era del 58%.
Mancava un edificio scolastico nella zona
centrale della città ed il Comune doveva affittare “a prezzi elevatissimi”
(Dichiarazione del sindaco Nicolò Lombardo Gangitano nella seduta consiliare
del 14 novembre 1898) dei locali privati. Già nel 1888 il Comune, durante la
sindacatura del cavaliere Nicolò Lombardo Gangitano, si era posto il problema e
aveva affidato al tecnico comunale Lattuga la relativa progettazione.
L’area indicata era proprio al centro
della città, nell’attuale piazza IV Novembre. In riferimento a questa zona
erano due le scelte ipotizzate: o parte del giardino dell’ex convento dei
carmelitani, là dove poi furono costruiti il Teatro Sociale e la Casa del
Fascio, oppure lo spazio ove fu poi realizzata la posta centrale, divenuta in
seguito, con sostanziali modifiche, sede centrale della Banca Popolare
Siciliana. La collocazione del nuovo edificio al centro della città fu poi
scartata per problemi di traffico e rumorosità.
Nel 1906 la Giunta Comunale del “Blocco
Popolare” guidata da Gaetano Rao, si pose, in stretta collaborazione con
Giovanni Guarino Amella allora consigliere provinciale, un duplice problema: la
scelta dell’area e il finanziamento dell’opera. L’individuazione del sito più
idoneo fu affidata ad una commissione di alto profilo composta dall'ingegnere Ignazio Rizzo, docente nella Regia Scuola Tecnica di Canicattì, che svolgeva
allora le funzioni di Provveditore agli Studi di Girgenti, dal medico
provinciale Calogero Fredella e dall'ingegnere del Genio Civile di
Girgenti Salvatore Narbone.
La commissione, in data 8 settembre 1906,
consegnava la sua relazione esprimendo parere contrario ad una proposta che
prevedeva la costruzione del nuovo edificio sulla collina del Castello: tale
ipotesi era di difficile attuazione perché avrebbe comportato la demolizione
del Castello Bonanno (la preoccupazione si riferiva ai costi e alle difficoltà
tecniche e non alla salvaguardia del bene storico!) e la sistemazione della
ripida scarpata. Più praticabile, invece, la collocazione nel terreno di
proprietà della famiglia Bordonaro, all’interno del giardino del Castello, tra
via Rosolino Pilo e l’allora vicolo Butera, oggi via soldato Battaglia.
La commissione poneva due condizioni:
prolungamento della condotta fognante dalla via Rosolino Pilo al terreno su cui
si doveva realizzare la struttura; disposizione del prospetto principale
dell’edificio scolastico, per tutto il tratto disponibile, su via Rosolino
Pilo, in modo da consentire l’orientamento a mezzogiorno di tutte le aule. I
suggerimenti della commissione, di assoluto buon senso, furono accolti.
Meno problematico, stranamente, il
problema del finanziamento. Infatti era stata approvata da poco una legge in
favore del Mezzogiorno e il Comune di Canicattì, dopo pochi mesi, aveva
inoltrato alla Cassa Depositi e Prestiti una richiesta di finanziamento.
L’argomento fu discusso in Consiglio Comunale nella seduta del 14 luglio 1907
presieduta dal sindaco Gaetano Rao. Fu deliberato di:
A) - Contrarre con la Cassa Depositi e
Prestiti un mutuo di favore ai sensi dell’art. 59 della legge 15 luglio 1906 n.
383 per l’importo di £ 66.666,66 da servire per la costruzione di
un edifizio scolastico nei terreni del Barone Gabriele Bordonaro in
via Rosolino Pilo di questo Comune, in base al progetto dell’Ingegnere Comunale
Sig. Salvatore Livatino del 24 marzo 1907, debitamente approvato…
B) – Contrarre con la Cassa Depositi e
Prestiti altro mutuo di favore ai sensi della legge 15 luglio 1900 n. 260 di £
35.000, da servire pel completamento della costruzione dell’edifizio
scolastico suddetto.
Il 23 gennaio 1907 la costruzione
dell’edificio scolastico nel giardino del Castello, di proprietà del barone
Chiaramonte Bordonaro, fu dichiarata di pubblica utilità. Il progetto
dell’ingegnere Salvatore Livatino fu approvato con delibera del 24 marzo 1907;
nella stessa delibera si prevedeva la copertura del torrente di via Rosolino
Pilo. L’appalto fu affidato alla ditta Gaetano Pellitteri con
contratto del 22 ottobre 1909. La consegna dei lavori si ebbe solo il 19 maggio
1910 per un ritardo della pratica di espropriazione: a seguito di un ricorso
del barone Bordonaro il prezzo dell’esproprio passò da 3780 a 26109 lire. Il 28
novembre 1912 il prefetto di Girgenti comunicò al Comune la concessione del
mutuo relativo alla costruzione dell’edificio in via Rosolino Pilo “da destinare
in perpetuo a scuola”. L’area interessata, di 9651,76 mq, si estendeva tra le
vie Rosolino Pilo, Butera, Manzoni, Vittorio Emanuele. I lavori furono ultimati
il 31 dicembre 1912 con una spesa complessiva di £ 136.882. Il conto finale fu
approvato il 16 maggio 1913 mentre il collaudo fu effettuato nel mese di marzo
del 1914. I lavori di costruzione del "Rapisardi" furono
eseguiti, per conto della ditta appaltante, da una cooperativa associata alla
"Lega dei Murifabbri".
Il nuovo Istituto, il 23 dicembre 1911, su
proposta di Giovanni Guarino Amella, era stato intitolato a Mario Rapisardi,
una figura molto apprezzata negli ambienti illuminati e progressisti della città;
lo scrittore catanese era stato solennemente e "provocatoriamente"
commemorato in città ad opera di due circoli progressisti: "Circolo
Radicale" e "Libero Pensiero". Negli stessi anni a Mario
Rapisardi fu intitolato il "Circolo giovanile del Libero Pensiero"
Il “Rapisardi”, seppur seguito da tanti
altri edifici scolastici, sarebbe rimasto per sempre e per tutti i
canicattinesi "li scoli nuovi". All’interno dell’istituto fu
realizzato nel 1935 il Cinema Teatro “Balilla”. L’iniziativa fu voluta dall’Opera
Nazionale Balilla, il cui commissario straordinario per la provincia di
Agrigento, Dandolo Gramellini, in data 9 marzo 1935 chiedeva con lettera
notizie al podestà del Comune. L’undici dicembre 1936 il podestà Ignazio
Portalone, pagò £ 105 a Vincenzo Donasi per riparazioni eseguite
all’interno della sala.
Al Cinema Teatro “Balilla” del Rapisardi
si svolgevano numerose iniziative culturali e ricreative: in particolare, ogni
anno, la Festa del Risparmio organizzata dal Banco di Sicilia. In quegli anni
direttore didattico del "Rapisardi" era il prof. Antonio Pullara.
Il locale, sede dell’Opera Nazionale
Dopolavoro, era utilizzato, prima ancora della trasformazione in teatro, anche
per le assemblee di varie cooperative: il 1° marzo 1931 vi si svolsero le
assemblee dei soci delle Società Anonime Cooperative “Capitano Giovanni
Ippolito” e Unione Agraria “La Spiga” allora guidate dal ragioniere Calogero
Accardo fu Carlo che, nel 1929, era stato nominato commissario governativo dal
ministero dell’Economia Nazionale.
E proprio nelle scuole elementari
“Rapisardi”, il 16 marzo 1919, fu fondata la Camera del Lavoro di Canicattì,
con un pubblico comizio cui parteciparono, tra gli altri, l’avvocato
Gaetano Rao, l’avvocato Domenico Cigna, in rappresentanza del locale Circolo
Socialista, l’operaio Carlo Rumbolo e il “consocio” Pietro Greco, il
professor Nicolò Lombardo, in rappresentanza degli insegnanti, l’avvocato
Diego Racalbuto, presidente dell’Associazione dei Combattenti. Gli
interventi furono in alcuni momenti interrotti dal Delegato di Pubblica
Sicurezza, zittito però dagli scroscianti applausi dei presenti. La Camera del
Lavoro fu guidata, per molti anni, dall'esponente socialista Diego Cigna.
L' edificio scolastico fu gravemente
danneggiato dai bombardamenti della notte del primo novembre 1941: "Questa
notte alle ore 1 apparecchi inglesi buttarono bombe incendiarie e dirompenti su
Canicattì . Nessun morto o ferito; qualche danno agli edifici circostanti alla
piazzetta della Palma e la demolizione di una parte delle "scuole
nuove". Traggo questa notizia dalla "Cronaca del Convento" curata
da anonimi frati cappuccini del convento della Madonna della Rocca
relativamente al periodo 1938-1977. Risulta pertanto errato quanto scritto da
alcuni "narratori di storia" che collocano la parziale demolizione
del "Rapisardi" nel luglio 1943, due giorni prima dello sbarco degli
alleati anglo-americani a Licata.
Alla fine degli anni Sessanta il
"Rapisardi" fu dichiarato pericolante - per "gravissime lesioni
alle strutture portanti" - da parte dell'ente affidatario, l'ISES
(Istituto Sviluppo Edilizia Sociale). Il 14 maggio 1968 furono assegnati al
Comune settanta milioni per lavori di riattamento e, pertanto, fu decisa dalla
Giunta Municipale presieduta dal sindaco Vincenzo Augello la demolizione
dell'edificio e la costruzione di un primo lotto funzionale in grado di
ospitare 18 classi (Delibera n. 720 del 29 ottobre 1969).
Nel 2015 il Comune di Canicattì otteneva
dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca un finanziamento
per l'esecuzione di indagini diagnostiche sugli edifici scolastici delle scuole
primarie della città. Al termine dei lavori - eseguiti dalla Società
Dismat - sono emerse gravi carenze dei parametri di sicurezza statica
delle strutture del "Rapisardi" e, conseguentemente, il sindaco
Ettore Di Ventura, con Ordinanza Sindacale n. 180 del 14 ottobre 2016, ne ha
dichiarato l'inagibilità, disponendone l'immediata chiusura.
GAETANO AUGELLO
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