Gaetano Augello, LA CHIESA DI SANTA BARBARA

La chiesa di Santa Barbara, ormai da tempo sconsacrata, è la più antica di Canicattì, seconda soltanto alla chiesa del Purgatorio che sarebbe stata costruita da Ruggero il Normanno nei pressi dell'antico Palazzo Baronale (detto il Castello) e che quindi non va confusa con la successiva chiesa del Purgatorio fatta costruire dal barone Gaetano Adamo, tra il 1803 ed il 1806, nell'attuale piazza IV Novembre.
La chiesa di Santa Barbara esisteva già nella seconda metà del Cinquecento, non nel sito attuale ma a poca distanza. Nel 1691 l'abbadessa benedettina cassinese suor Vittoria Maria Colonna stipulò una permuta con i superiori della Confraternita di Santa Barbara: la chiesa fatiscente di Santa Barbara veniva ceduta alle monache benedettine mentre i confrati ricevevano in permuta alcune costruzioni collocate di fronte, ove avrebbero potuto erigere una nuova chiesa. 
Nella chiesa di Santa Barbara erano venerate molte statue: tra esse quelle della Madonna della Speranza, di Santa Barbara (oggi nella chiesa del Purgatorio di piazza IV Novembre) e di San Rocco. Queste tre statue, unitamente a molte altre, venivano portate in processione in occasione di calamità naturali e di mancanza o eccesso di pioggia. 
A partire dal 1608 Santa Barbara svolse le funzioni di Chiesa Madre di Canicatti fino al 1765, quando fu completata la costruzione dell'attuale Matrice dedicata a San Pancrazio. Il 21 giugno del 1870 la Giunta Comunale di Canicatti decise la chiusura delle chiese di Santa Barbara, San Nicola e Madonna della Rocca divenute pericolose per la moralità pubblica. Intanto l'antica chiesa era diventata pericolante e anche per questo il proprietario, il barone Nicolò La Lomia, ne decise l'utilizzazione come magazzino. Da decenni ormai l'antica chiesa è sconsacrata e sono andati in rovina i tanti preziosi affreschi che l’adornavano
Per secoli da Santa Barbara prese nome uno dei nove quartieri descritti nella pianta topografica curata del marchese Vincenzo Mortillaro di Villarena tra il 1830 ed il 1853. La mappa di Canicatti del Mortillaro, unitamente ad altre 426, faceva parte di un archivio conservato all'interno di una cassa - in un palazzo di Montevago - scoperta casualmente in occasione del terremoto del Belice del 1968. 
Questi i quartieri di Canicatti descritti dal Mortillaro: "Cannolelli, Santo Diego, Monastero, San Domenico, Madonna della Rocca, Santa Barbara, Carmine, Santo Spirito, San Calogero".

Gaetano Augello

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