Nei vasti locali dell’ex monastero dei frati conventuali attiguo alla chiesa di San Francesco ebbero la loro sede – tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento - l’Orfanotrofio Femminile “Maria Corsello”, la Casa di Riposo ”Maria Burgio” e l’Istituto delle Suore del Boccone del Povero di padre Giacomo Cusmano.
Con testamento del 3 agosto 1889 la signorina Anna Maria Corsello aveva disposto che le rendite dei suoi beni fossero destinate ad un orfanotrofio femminile da fondare a Canicattì.
L’Amministrazione dell’Ospedale e Ricovero di Mendicità chiese l’autorizzazione per l’accettazione di tale eredità e, con Regio Decreto 27 gennaio 1895, l’Orfanotrofio Femminile venne riconosciuto come ente morale. In precedenza - il 10 settembre 1894 - era stato approvato lo “statuto organico” del nuovo ente assistenziale he riportiamo integralmente:
STATUTO ORGANICO DI UN ORFANOTROFIO IN CANICATTI’
ART. 1 – E’ istituito in Canicattì un Orfanotrofio il quale funzionerà nell’attuale stabilimento dell’Ospedale e Ricovero di Mendicità nel locale di S. Francesco.
ART. 2 – Detto Orfanotrofio ha per oggetto di ammettere le orfanelle di padre e madri poveri, mancanti di mezzi di sussistenza, aventi in Canicattì il domicilio di soccorso.
ART. 3 – Ogni orfanella per essere ammessa dovrà provare di essere nata e domiciliata in Canicattì, di avere perduto ambo i genitori, e di avere l’età non inferiore di anni quattro.
ART. 4 – L’Orfanella quando avrà raggiunto l’età di anni diciotto sarà fatta uscire dallo Stabilimento.
ART. 5 – Le Orfanelle durante il tempo che rimangono nello Stabilimento, riceveranno dalle sorelle del Boccone del Povero, o da chi sarà diretto, tutto ciò che è necessario a sapersi da una ottima madre di famiglia, come lavori donneschi ed altro, per come in atto praticasi colle orfanelle ricoverate in quest’Ospedale e Ricovero di Mendicità.
ART. 6 – Lo Stabilimento sarà mantenuto colla rendita lasciata espressamente per tale opera dalla Signora Anna Maria Corsello con testamento pubblico 3 agosto 1889 in Notar Garofalo, reg. a 9 giugno 1892 N. 1479; e colle rendite e largizioni che potranno verificarsi dalla Carità pubblica.
ART. 7 – Amministrerà lo Stabilimento la Commissione Amministratrice dell’Ospedale e Ricovero di Mendicità di Canicattì.
ART. 8 – La cennata Commissione fornirà ogni anno il Bilancio preventivo ed il Conto consuntivo, in conformità dell’art. 20 della legge 17 luglio 1890 per le Istituzioni pubbliche di beneficenza che sottoporrà all’Autorità tutoria.
ART. 9 – La Commissione avrà cura del patrimonio dell’Ente, della rivendica di tutti i diritti che gli potrebbero competere, delle offerte della Carità Cittadina, e di tutto ciò che possa ritornare utile allo sviluppo e miglioramento dello Istituto.
ART. 10 – La Cassa dell’Ente sarà tenuta da un Tesoriere previa cauzione da stabilirsi dalla Commissione, ed i mandati per le spese saranno emessi a firma della stessa; però la rendita proveniente dalla Eredità della Signora Anna Corsello sarà tenuta dal Parroco, conforme al relativo testamento.
ART. 11 – E’ data facoltà alla Commissione di provvedere a tutti i bisogni d’urgenza, sospendere e surrogare il personale.
ART. 12 – La Commissione nominerà il personale pel servizio dello Stabilimento, assegnando gli stipendi corrispondenti, secondo i bisogni e lo sviluppo di esso.
ART. 13 – Gli atti, i titoli ed i documenti che riguardano il patrimonio dell’Orfanotrofio saranno conservati nell’Archivio esistente per l’attuale Ospedale e Ricovero di Mendicità separatamente, ed il Segretario di questo è incaricato della cura, gestione e bilancio di tutto il patrimonio attivo e passivo dell’Ente.
ART. 14 – Per tutto ciò che riguarda il personale, medici, infermieri, e farmacisti, la Commissione redigerà apposito Organico che farà del Regolamento interno.
ART. 15 – L’Organico del personale sarà compilato quando lo Stabilimento prenderà quello sviluppo che si desidera, mentre in atto funzionerà sotto la direzione delle sorelle del Boccone del Povero, insieme all’Ospedale e Ricovero di Mendicità.
ART. 16 – Il servizio dei medici, della ragioneria, segreteria e forenze verrà disimpegnato dallo stesso personale dell’Ospedale e Ricovero di Mendicità.
Canicattì, 10 Settembre 1894
LA COMMISSIONE AMMINISTRATIVA
Firmato VINCENZO FALCONE Presidente
Id. FERDINANDO ARONICA
Id. NICOLO’ ADAMO
Id. PASQUALE FALDETTA
IL SEGRETARIO
Firmato MELCHIORE CIRAMI
I L M I N I S T R O D E L L’ I N T E R N O
Visto d’ordine di S. M. in relazione al Reale Decreto 27 Gennaio 1895
IL MINISTRO
F. C R I S P I
Nel 1895 la gestione dell’Istituto fu affidata alle Suore della Congregazione del Boccone del Povero fondata da padre Giacomo Cusmano.
Con atto del 10 ottobre 1916 i signori Gioacchino, Giuseppina e Francesca La Lomia, eseguendo la volontà oralmente manifestata dallo zio barone Francesco Lombardo, donarono all’Orfanotrofio un fondo di circa 20 ettari, in contrada Carlino, lasciato loro in eredità dallo zio.
Nel 1917 il signor Carmelo Gallo fu Angelo legò L. 12.000 per il mantenimento di due orfanelle. La signorina Giuseppina Cupani - con testamento del 15 maggio 1919 - dispose che i suoi eredi testamentari vendessero il suo tenimento di case in largo Savoia e col netto ricavo creassero una rendita da intestare all’Orfanotrofio Femminile. Nel 1921 la donazione di L. 12.000 del cav. Luigi Gangitano Licata fu impegnata nella sistemazione di una grande sala da destinare a dormitorio delle orfanelle. Con altre offerte - della baronessa Anna La Lomia, di Maria Sillitti Giudice, Ignazio Caramazza, Ferdinando La Lumia, e Antonio Adamo – furono costruiti il forno e la cucina e fu acquistata una impastatrice elettrica. Il cav. Nicolò Lombardo Caramazza e altri contribuirono alla sistemazione e all’arredamento del corridoio.
Altri donatori furono: Santo Guarneri (L. 7.162), Diego Accardo fu Salvatore (L. 1.000), Antonio Brucculeri fu Carmelo (L. 1.000), Vincenzo Muratore (L. 50.000), gen. Luigi Gangitano (L. 1.000), Crocifissa Di Falco (L. 1.000), Margherita La Lumia vedova Antinori (canone annuo di L. 150).
Nel 1935 l’Orfanotrofio comprendeva i seguenti locali: a pianterreno una grande sala adibita a dormitorio con 22 letti, uno spogliatoio e una sala di ricreazione; al primo piano un altro dormitorio con 24 letti, il refettorio e una sala da lavoro. Quest’ultima – costruita col contributo esclusivo di Alfredo e Rita La Lomia fu Ferdinando – si affacciava su una splendida terrazza.
Le bambine, però, non potevano usufruire di alcun giardino e, nel 1933, in un piccolo appezzamento di contrada Fabrizio, fu iniziata la costruzione di alcuni locali da destinare loro come sede di colonia estiva. Furono realizzati due cameroni, uno di 20 e il secondo di 12 letti; una cucina a vapore; un dispensario; una cappella e uno spazzale di circa 90 mq.. Fu pure scavato un pozzo che fornì ottima acqua potabile.
Oggi tale struttura versa in uno stato di totale degrado e abbandono.
Il 4 agosto 1935 la Commissione Amministratrice dell’Ospedale-Ricovero di Mendicità-Orfanotrofio Femminile - al fine di gratificare e incoraggiare quanti sostenevano economicamente le tre benefiche istituzioni – approvò una Relazione e Regolamento per le onoranze ai benefattori.
La delibera – approvata dalla Giunta Provinciale Amministrativa il successivo 22 agosto – istituiva un Albo d’oro dei benefattori “da collocarsi sopra apposito leggio”. Vi sarebbero stati iscritti quanti avessero donato più di 500 lire.
Si stabilivano altresì: l’intestazione permanente di un letto al benefattore che avesse offerto più di 15.000 lire; il collocamento in sala del ritratto del benefattore che avesse offerto più di 25.000 lire; l’intestazione di una sala o l’erezione di un busto marmoreo a grandezza naturale in caso di offerta superiore a L. 100.000; l’intestazione di un reparto o di un intero padiglione o il collocamento di una statua di marmo a grandezza naturale in caso di offerta superiore a 500.000 lire.
La delibera riguardava, oltre l’Ospedale e l’Orfanotrofio, il Ricovero di Mendicità già esistente e la Casa di Riposo per donne appena fondata con le donazioni di Marianna Burgio di cui parleremo più avanti.
Presidente della Commissione Amministratrice era Antonio Cucurullo; segretario Luigi Gangitano; componenti Calogero Leone, Eugenio Gallo, Giovanni Lattuca, Giuseppe Sandonato, Giovanni Guarino Amella e l’arciprete Angelo Scrudato.
Il 10 gennaio del 1963 la Giunta Municipale di Canicattì, presieduta dal vice sindaco Pietro La Rocca (subentrato al sindaco Pasquale Gazzara deceduto il 22 novembre del 1962), adottò un importante provvedimento: l’acquisto di dieci dei venti ettari di terreno in contrada Carlino dall’Ente Morale “Casa delle Fanciulle Anna Maria Corsello” da cedere in uso perpetuo alla Scuola Coordinata per la Viticoltura, dipendente dall’Istituto Professionale per l’Agricoltura di San Cataldo. Con atto rogato il 22 aprile 1963 dal notaio Luigi Lauricella, l’Opera “Maria Corsello”, rappresentata dal presidente Giuseppe Cardella, concesse in enfiteusi perpetua al Comune di Canicattì, rappresentato dal nuovo sindaco Nicolò Narbone, i dieci ettari di terreno di contrada Carlino da utilizzare come azienda agraria del predetto Istituto.
GAETANO AUGELLO
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