Democrazia: realtà o apparenza*

L’avv. Giovanni Tesè ha svolto una relazione sul tema “Democrazia oggi: realtà o apparenza”. 

** "Perlasicilia" riceve e pubblica.




Giovanni Tesè dopo aver fatto un rapido excursus storico, filosofico e giuridico sulla “democrazia” (idea straordinaria che ha plasmato la storia del mondo, dalle origini ai nostri giorni) ha ripercorso i tentativi che nei secoli passati e nel tempo presente sono stati e sono posti in essere per dare piena attuazione al “potere del popolo” e alla “sovranità popolare”; impresa che ancora oggi rappresenta un traguardo difficile da realizzare compiutamente o addirittura utopistico.  
Tesè, rievocando Erodoto e Tucidide, ha evidenziato che il termine “democrazia” che ci è stato tramandato dal mondo greco (assente nel mondo latino) è entrato ormai prepotentemente in tutte le lingue e in tutti i popoli del pianeta e purtroppo ancora oggi in molte realtà è solo apparenza o rappresenta solo un’utopia. 
Uguaglianza, libertà, giustizia, bene comune, sicurezza, tutela della salute, diritto alla cultura libera e pluralista, affermazione dei diritti umani, fraternità, diritto di cittadinanza per tutti, sovranità popolare, suffragio universale, sono presupposti e condizioni minime per realizzare una democrazia compiuta e una società nella quale non ci siano più proletari ma ove tutti possano essere proprietari.
Per attuare concretamente la sovranità popolare, così come solennemente consacrata nella nostra Costituzione, oltre al suffragio universale, (una delle grandi conquiste del secolo scorso seppur solo in alcune parti del mondo), capace di assicurare il diritto di voto a tutti senza distinzione di sesso, di religione, di lingua, nazionalità, di opinioni politiche, di condizioni personali, economiche e sociali (ancora una chimera in molte parti del mondo) e capace di garantire il diritto di volto personale, uguale, libero e segreto, ha ricordato Tesè, occorrono sistemi elettorali coerenti con le condizioni e i postulati innanzi ricordati.
Solo con sistemi elettorali capaci di assicurare la partecipazione di tutti alle elezioni, capaci di garantire una rappresentanza proporzionale alla volontà popolare rendendo al popolo sovrano il diritto di scegliere, liberamente non soltanto la lista ma anche i candidati che, se eletti, dovranno rappresentare il popolo italiano liberi da qualsiasi vincolo di mandato o da gravose imposizioni (così come vollero le madri e i padri costituenti), si potrà realizzare una democrazia più vera, una reale sovranità popolare e restituire al tempo stesso al Parlamento quella centralità e quella dignità oggi fortemente messe in discussione.
Oggi assistiamo, e non soltanto in Italia, a una forte crisi valoriale; a una sempre crescente dissonanza cognitiva tra la politica e i problemi reali della società; a una crisi istituzionale e a un deficit sostanziale di democrazia alimentate anche da una continua ed incessante interferenza di grandi potentati economici e finanziari   che hanno tutto a cuore tranne la democrazia e il benessere dei cittadini.
Basti pensare alle demagogiche e surrettizie proposte secondo le quali per ridurre gli esorbitanti costi della politica sia necessario “sic et simpliciter” dimezzare il numero dei parlamentari che conseguirebbe solo l’obiettivo di mortificare la rappresentanza politica, di vanificare la democrazia sostanziale e partecipativa e mutilare la sovranità popolare. Basterebbe, invece, da come risulta agevole e logico dedurre, che l’obiettivo si può facilmente raggiungere  eliminando in toto gli sprechi e i privilegi goduti dai rappresentati politici e amministrativi a tutti i livelli. Nulla di più. Il resto è solo demagogia e mistificazione e un inquietante campanello d’allarme per la sopravvivenza della stessa democrazia.
Anche sulla stabilità dei governi e sulla stessa governabilità si è mistificato abbastanza. Per realizzare la stabilità occorrono solamente coalizioni e alleanze trasparenti basate su programmi chiari e realizzabili.
Sulla rappresentanza parlamentare, ha ricordato l’avv. Tesè, in questi anni abbiamo assistito a un “balletto” scomposto di leggi elettorali, dissennate e inqualificabili, adottate per rafforzare, surrettiziamente, “stabilità” e “governabilità”.
E proprio in queste ore, un inedito quadrunvirato, quantomeno sul piano formale, perpetrando un’ennesima beffa in danno del popolo italiano e continuando a mutilare la sovranità popolare consacrata nella nostra Carta Costituzionale, sta confezionando un sistema elettorale, l’ennesimo “vestito su misura”, mirante solamente a conservare una casta che ha dimostrato tutto, tranne capacità di assicurare buon governo, benessere, sviluppo, sicurezza e giustizia al popolo italiano.
Tale sistema elettorale che pochi oligarchi stanno confezionando per farlo votare da un parlamento tutt’altro che legittimato, consentirà ai pochi detentori del potere di nominare un parlamento tutt’altro che sostenitore della sovranità popolare, capace di continuare a servirsi dei cittadini e di continuare a rendere il popolo contento e gabbato; tant’è che sembra molto più corretto, ha detto ancora Giovanni Tesè, che il nome più coerente da dare a un siffatto sistema elettorale non può che essere “gabbatellum”.
Occorre acquisire, pertanto, ha continuato Giovanni Tesè, la consapevolezza che l’esercizio della sovranità popolare non può e non deve esaurirsi solo in quei pochi minuti necessari per eleggere i candidati nei consessi elettivi.
È necessario, oggi più che mai, il concorso costante degli elettori e degli eletti nell’esercizio dei poteri e soprattutto, ha concluso Giovanni Tesè, se non vogliamo che la democrazia resti solo apparenza o peggio ancora utopia, occorre vincere lo sconforto, la rassegnazione e l’indifferentismo convinti che le chiavi dello scrigno possono ancora essere nelle nostre mani.


*sintesi dell’intervento dell’avv. Giovanni Tesè tenuto  il 4 giugno 2027 a Racalmuto in occasione del Premio letterario “Il Contesto”. 

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