Giornata delle vittime della mafia 2015 al Galilei di Canicattì

21 marzo 2015
Giornata della memoria e dell’impegno
in ricordo delle vittime della mafia, dedicata a

BERNARDINO VERRO

(a cura della Biblioteca “Domenico S. Cigna” dell’I. T. “Galilei” di Canicattì)





Bernardino Verro nacque a Corleone (PA) il 3 Luglio 1866. Da giovane fondò il circolo giovanile la "Nuova età" di tendenze repubblicane.
Successivamente egli aderì al nascente Partito Socialista e diede vita ai Fasci Siciliani. In quegli anni organizzò scioperi imponenti sia a Corleone che nei paesi vicini, raggiungendo risultati favorevoli ai lavoratori della terra. Si impegnò in prima linea nella costituzione dei Fasci di Prizzi, Palazzo Adriano, Campofiorito, Bisacquino, Contessa Entellina, Giuliana e di altri Comuni limitrofi. Il 31 Luglio 1893, durante il primo Congresso dei Fasci, con il suo contributo vennero approvati i nuovi patti agrari, noti come “Patti di Corleone”, primo esempio di contratto sindacale scritto. Con la repressione crispina fu condannato a 16 anni di carcere, 3 di sorveglianza e 500 lire di multa per i disordini di Lercara Friddi.
Ritornato a Corleone, egli fondò la Federazione "La Terra"; ma fu sciolta dalle autorità, che arrestarono numerosi braccianti e costrinsero Verro a fuggire in America per sottrarsi al carcere.
Nel 1899 i socialisti Corleonesi parteciparono per la prima volta alle elezioni municipali riuscendo ad eleggere Verro e Andrea Orlando. Ciò non fermò il nostro nella sua azione, e dopo avere fondato una cooperativa di consumo (che contava circa 800 famiglie associate) e il giornale Lu Viddanu, fu di nuovo condannato a un anno e mezzo per le continue denunce contro la mafia agraria. Per sfuggire a un’ennesima condanna, si rifugiò a Tunisi.
All'inizio del 1905 tornò clandestinamente a Palermo per essere operato di ernia e passò in ospedale i rimanenti 18 mesi di pena. Preoccupati per il suo rientro, i mafiosi non tardano ad assassinare due compagni socialisti dell'epoca del Fascio, Luciano Nicoletti, che lo aveva sostituito a capo del movimento mentre era a Tunisi, e l'assessore Andrea Orlando. Per vendicarli egli ricominciò ad organizzare i contadini, che col suo appoggio avevano già fondato ai primi del ‘900 una "Casa del Popolo" (costruita con le pietre portate una ad una a dorso di mulo dai suoi contadini al fine di incrementare il senso di appartenenza) e la Cooperativa "Unione Agricola". Grazie a questa e alle «affittanze collettive» Verro e i contadini riuscirono ad eliminare l'intermediazione parassitaria della mafia.
Alle elezioni municipali del 1907 egli ottenne il maggior numero di voti divenendo così consigliere provinciale.
La sera del 6 Novembre 1910, mentre Verro si trovava in farmacia, fu colpito da ignoti che avevano cercato di assassinarlo, ma sbagliarono la mira ed egli se la cavò con una leggera ferita ad una mano.
Nel Giugno del 1914 fu eletto Sindaco, carica non gradita agli avversari politici e soprattutto alla mafia. Il 3 novembre 1915 il Sindaco Verro fu assassinato nell'allora Via Tribuna di Corleone. Era un tardo e piovigginoso pomeriggio ed era accompagnato dai vigili urbani che lo scortavano; poiché stava per arrivare a casa, disse loro di poter andarsene. Ma i suoi assassini lo aspettavano: pur avendo con sé una pistola, che fatalmente si inceppò, lo assassinarono con ben quattordici colpi di pistola. Nessuno pagò per questo efferato omicidio. Nel corleonese la sua eredità fu raccolta dal capolega di Prizzi Nicolò Alongi, che sarebbe stato ucciso dalla mafia il 29 febbraio 1920.
Il 3 novembre 2012 i resti di Bernardino Verro furono seppelliti accanto alla tomba di un altro martire socialista: Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia corleonese il 10 marzo 1948.
Cento anni dopo un film documentario ha raccontato la storia di Verro: il 17 dicembre 2014 il regista Alberto Castiglione ne ha cominciato le riprese, con l’attore Salvo Piparo nella parte di Verro, che si sono concluse a Corleone con le ultime scene girate nella storica Casa del Popolo dei contadini di Verro.
Oggi l’Istituto “Galilei” onora la memoria di Bernardino Verro ricordandolo con una manifestazione semplice ma sentita.

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