GIOVANNI TESE', Siciliani nel mondo ambasciatori di cultura

È con grandissimo  affetto che rivolgo a Voi tutti un cordiale e caloroso saluto.
Agli amici di ARBA SICULA desidero rivolgere un sentito ringraziamento ed un vivo apprezzamento per l’incessante attività e l’insostituibile contributo volto “a prisirvari e diffùnniri la nostra antica eredità e p’assicurari la so vera supravvivenza”.


Se, come mi auguro, continuerà ad esistere un’identità siculo - americana, lo si dovrà in gran parte anche a Voi.
Ringrazio il Presidente Prof. Gaetano Cipolla per la calorosa accoglienza che ha voluto riservarmi e per il suo costante impegno sociale e culturale che quotidianamente dedica alla Sicilia e ai Siciliani.
Un sentito ringraziamento va al Vice Presidente Prof. Antonino Provenzano per il Suo immutato affetto per i Siciliani e per la Sicilia.
A tutti gli amici del New Jersey, all’amico Mario Marano, oggi qui con noi, va un ringraziamento sentito e affettuoso per l’impegno volto a “mantenere e rafforzare l’identità culturale siciliana e siculo-americana”, anche attraverso seri programmi d’istruzione pubblica.
Un saluto cordiale e un vivo e sentito ringraziamento sento il dovere di rivolgere al nostro Assessore Regionale al lavoro e all’emigrazione, On. Francesco Scoma, per la sensibilità mostrata, sin dal Suo insediamento, nei confronti delle problematiche legate all’emigrazione.
Desidero rivolgere ancora un caloroso ringraziamento alle rappresentanze diplomatiche che con la loro presenza testimoniano e confermano non solo l’interesse per questo nostro incontro, ma anche e soprattutto l’attenzione delle Istituzioni per le azioni che intendiamo portare avanti.
Sono felice per questa nuova occasione che mi si offre per testimoniare la mia amicizia e il mio affetto a tutti gli amici italo e siculo-americani e soprattutto per testimoniare l’amicizia e l’affetto del C.O.E.S., che questa sera ho l’onore di rappresentare, per i fratelli di origine siciliana e italiana, residenti negli Stati Uniti.
Nel contempo ho il piacere di portare a Voi tutti il saluto e l’affetto della Dottoressa Emanuela La Rocca, Presidente del C.O.E.S., che, mio tramite, desidera farVi pervenire un forte e caloroso abbraccio.
Quando sono venuto a New York, vostro ospite, in questa stessa sala, il 12 ottobre dell’anno passato, nella ricorrenza del Columbus Day, ho avuto modo di conoscere una realtà viva e operante di siculo – americani, di Siciliani di cuore e di spirito, che difficilmente potrò dimenticare.
Non sarà facile dimenticare i sentimenti e le forti emozioni  provate quel 12 ottobre 2004,  giorno in cui viene celebrata e promossa la cultura italiana e il senso di appartenenza al Tricolore ed alla Trinacria negli USA.
“SICILIANI NEL MONDO. AMBASCIATORI DI CULTURA”  
È questo il motto che l’Assessorato Regionale al lavoro ed all’emigrazione ha voluto aggiungere al logo che presenta anche in questa occasione.
È questo il motto che accompagnerà ogni iniziativa della Regione Siciliana nel campo dell’emigrazione.
È questo il motto che rappresenta un progetto e al tempo stesso un giusto riconoscimento a tutti i Siciliani che, in ogni parte del mondo, contribuiscono a costruire un mondo più prospero, più civile, più solidale, più giusto.
Oggi possiamo affermare che il contributo dato dai Siciliani in ogni parte del pianeta alla promozione culturale, sociale ed economica dell’umanità, rappresenta un patrimonio significativo, una grande risorsa, che ci rende orgogliosi del nostro ruolo nel mondo. 
“SICILIANI NEL MONDO”.
È la testata del mensile di informazione che il COES da quarant’anni diffonde nel mondo.
“SICILIANI NEL MONDO. AMBASCIATORI DI CULTURA”.
È il tema, che abbiamo voluto indicare per questo nostro incontro.
È già passato più di un secolo da quando milioni di Italiani, migliaia di Siciliani lasciarono in massa i loro paesi di origine, le loro famiglie, gli affetti più cari per dirigersi in ogni parte del mondo alla ricerca di lavoro, per migliorare le proprie condizioni economiche, per potere offrire un futuro migliore ai propri figli o per trovare una ragione di vita migliore.
Il sogno di diventare ricchi ed importanti, per poi tornare al paese natio e riscattarsi da anni di privazioni e umiliazioni era inseguito dalla maggior parte di coloro che emigravano.
Le mete scelte furono le più svariate, raggiunte dopo interminabili ed estenuanti viaggi fatti in condizioni disumane e inenarrabili.
Anche il lavoro che andavano a svolgere, il più delle volte, era umiliante e mal pagato.
Non possiamo non ricordare, anche in quest’occasione, che quanto accadde allora ai nostri avi, accade oggi, nel terzo millennio, agli immigrati, a tanti esseri umani, specie di colore, del così detto “Terzo Mondo”, costretti ad emigrare per sopravvivere, vittime di veri e propri racket che organizzano una vera e propria “tratta delle braccia umane”.
Quantificare e fornire un quadro esatto dell’emigrazione italiana in generale  e siciliana in particolare non é cosa facile.
Siamo comunque certi che dall’Unità d’Italia ai nostri giorni oltre trenta milioni di Italiani ed oltre tre milioni di Siciliani hanno lasciato la terra d’origine.
Tra i nostri connazionali e corregionali che vivono all’estero, i loro figli e i loro nipoti c’é un'altra Italia, un’altra Sicilia sparsa nel mondo.
Siamo altresì certi che non vi é angolo del pianeta che non sia stato raggiunto da Siciliani.
In ogni continente, in ogni Paese del mondo, troviamo Siciliani e comunità di Siciliani.
Quando si afferma, quindi, che “I SICILIANI SONO PRESENTI IN TUTTO IL MONDO” non é un’espressione retorica ma una realtà inconfutabile.
ECCO PERCHÉ “SICILIANI NEL MONDO”.
Così come quando si afferma che i Siciliani nel mondo sono stati e sono “ambasciatori di cultura” é una realtà che é stata e continua ad essere confermata e sostenuta dagli innumerevoli riconoscimenti delle stesse società di approdo.
Ovunque sono andati, i Siciliani, dopo un comprensibile periodo di ambientazione, con il loro coraggio, con la loro abnegazione, con il loro sacrificio, con la loro operosità, con il loro ingegno, con la loro forza di volontà, con il loro amore per la famiglia e sorretti costantemente dai loro principi, dai loro valori e dai loro ideali, sono riusciti non solo ad integrarsi, ma a conseguire prestigiose affermazioni in ogni campo: da quello economico a quello tecnologico, da quello professionale a quello politico, da quello scientifico a quello artistico; ma soprattutto hanno esercitato una notevole influenza sul formarsi e consolidarsi della cultura locale.
Certo ogni luogo di approdo per i Siciliani é stato una realtà a sé stante.
Potere ricordare i nomi dei Siciliani che si sono distinti nell’arte, nella pittura, nella musica, negli studi giuridici, scientifici e medici, nel teatro, nel giornalismo, nella televisione, nella politica, nel commercio, nell’economia e così via, é impresa ardua, se non impossibile.
Noi li ricordiamo idealmente tutti quanti, così come vogliamo ricordare tutti coloro i quali, anche se non assurti alla notorietà, che con il lavoro, con il sudore della fronte e con l’onestà, hanno migliorato le loro condizioni di vita e quella delle loro famiglie facendo conoscere al mondo la Sicilia onesta ed operosa di cui andiamo fieri.
Grazie anche a loro oggi possiamo dirci orgogliosi di essere Siciliani.
In America Latina e in Australia i nostri corregionali, autentici pionieri, oltre ad aver contribuito, specie in Argentina, Brasile, Venezuela, Cuba, Honduras, a rendere fertili gli ambienti selvaggi, ad aprire strade e ferrovie, hanno contribuito ad organizzare democraticamente la società, a suscitare lo studio delle scienze e delle arti nonché a gettare le basi per le future strutture economiche ed istituzionali.
In Honduras alcuni Siciliani hanno dato l’imput per la coltivazione ed il commercio delle banane che oggi rappresenta la più grande risorsa di quella nazione.
In Brasile l’apporto e l’organizzazione del lavoro degli Italiani e dei Siciliani ha consentito di quadruplicare la produzione del caffè con conseguenti risvolti economici di primaria importanza.
Nei Paesi del bacino del Mediterraneo i Siciliani hanno contribuito a valorizzare ed a rendere fortemente produttive le risorse locali.
In Tunisia, Marocco, Algeria ed Egitto, grazie al loro apporto, furono potenziate le attività edilizie e si diede vita a trasformazioni agricole di primaria importanza.
In Sud Africa sonno state organizzate e potenziate le attività marinare.
In Europa contribuirono a ricostruire intere città distrutte dalle guerre e, soprattutto, a costruire “L’Europa dei popoli”, contribuendo ad accelerare il processo di unificazione del Vecchio Continente, che il secondo conflitto mondiale aveva devastato.
Una realtà del tutto diversa con una sua peculiarità, é stata per i Siciliani l’emigrazione negli Stati Uniti d’America.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in migliaia lasciarono la natia Sicilia per raggiungere la tanto sognata “AMERICA”.
Cominciava a Liberty Island il “SOGNO AMERICANO”!
Quando arrivavano, via mare, e raggiungevano la “Terra promessa”, l’imponente figura di donna, “Miss Liberty”, che calpestando le catene della schiavitù e della miseria, appariva loro come un emblema di speranza e di libertà!
Cominciava per tanti nostri corregionali un cammino di speranza verso la libertà dal bisogno, verso la liberazione dalla miseria, verso un futuro migliore.
Il “Sogno americano”, all’inizio del Novecento,  era il sogno di tantissimi Siciliani.
Un canto popolare dell’epoca, raccolto nell’agrigentino, recita così :
“Chi scumpigliu, ca c’é ni lu paisi,
ni li famigli e ni li casi,
doppu ca l’America si ‘ntisi.
Pi la partenza ognuno fa li basi”
(Che scompiglio (agitazione) c’é nel paese, nelle famiglie e nelle case, dopo che sono arrivate le notizie dell’America. Ognuno fa i preparativi per la partenza.)   
L’ambientazione e la vita della prima generazione di emigrati, negli Stati Uniti d’America, non fu, però, affatto facile.
La difficoltà di apprendere la lingua,  l’impatto con la popolazione locale, spesso scontrosa e talvolta ostile, la religione professata, la prevenzione per i loro usi ed il loro analfabetismo, la diffidenza dei sindacati unitamente ad una legislazione se non ostile quanto meno restrittiva - mi limito a ricordare il “Literacy Act” del 1917, che inibiva l’ingresso a coloro che non potevano dimostrare di saper leggere e scrivere, “L'Immigration Act” del 1921  che mirava chiaramente a privilegiare le componenti etniche tradizionali ed infine la legge Johnson, che costituì una drastica restrizione, su base permanente, dei flussi immigratori - rappresentarono fattori di forte disagio per i nuovi arrivati.
Nonostante ciò, i nostri conterranei, emigrati di prima generazione, stringendosi l’un l’altro, poco a poco, cominciarono ad uscire dagli “slums” e con immani ed indescrivibili sacrifici riuscirono a dare un’istruzione ai figli, che consentì loro di salire la scala sociale sino ai posti di preminenza.
Il cammino degli Italiani d'America, quindi,  é stato un alternarsi di sacrifici e di successi.
Oggi, le comunità siciliane ed italiane degli Stati Uniti d’America rappresentano un’espressione solida, dinamica ed operosa della società americana, con un peso politico di consistente validità nella vita della Nazione.
Oggi, le comunità siciliane ed italiane degli Stati Uniti d’America contribuiscono con il loro impegno e la loro professionalità non solo alla crescita economica e sociale della Nazione ma anche e soprattutto a rafforzare e tenere vivi, anche nei momenti di difficoltà, i rapporti di amicizia e fratellanza con il popolo americano.
Oggi, le comunità siciliane degli Stati Uniti d’America, così come tutte le altre comunità di Siciliani di ogni parte del pianeta e che non hanno smesso nemmeno un istante di testimoniare il loro attaccamento alla terra d’origine, contribuiscono a tenere alto il nome della Sicilia, a mostrare al mondo il vero volto di questa meravigliosa e complessa terra e ad essere “AMBASCIATORI AUTENTICI DI CULTURA E DI UMANITÀ”.
Noi Siciliani che abbiamo avuto la fortuna di restarvi, Vi ringraziamo e siamo orgogliosi di Voi.
Vi promettiamo di amare quest’Isola ancora di più, convinti come siamo che non potremo mai amarla quanto l’amate Voi.
Non meno importante è stato il contributo dato dai nostri emigrati al Paese d’origine.
Secondo i dati dell’Ufficio Italiano Cambi, i soldi inviati dagli emigrati alle famiglie rimaste in Italia, infatti, che si aggiravano intorno a 32 milioni di dollari nel 1947, sono passati, con l'incremento dell’emigrazione, a 90 milioni nel 1949, ed a 102 milioni nel 1952, per registrare, negli anni successivi un aumento costante. Nel 1959 si è passati a 246 milioni e nel 1960 a 288 milioni di dollari.
 In totale le rimesse effettuate mediante canali ufficiali dal 1945 al 1960 sono state pari a 2 miliardi e 40 milioni di dollari.
E perché non ricordare anche il sacrificio di tanti Siciliani, di tanti nostri emigrati morti sui luoghi di lavoro?
Penso ai nostri corregionali morti a Marcinelle, in Belgio,  e con essi a tutti quelli  che sono morti in ogni parte del mondo.
Oggi possiamo affermare che il grande fenomeno dell’emigrazione, che ha segnato il ritmo della storia dell’umanità in generale e della nostra Sicilia in particolare, con la diffusa ed attiva presenza di comunità di origine e cultura siciliana in ogni parte del mondo, è diventato un’autentica risorsa per l’intera umanità.
La nostra lingua, la nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra umanità, i nostri ideali di libertà e di solidarietà, infatti, si sono affermati e sono entrati a far parte della storia del Mondo, contribuendo così, in modo forte e decisivo, all’edificazione di una cultura e di una civiltà più a misura della persona umana e tesa concretamente a salvaguardare la libertà e la dignità di ogni essere umano.      
          In questo contesto il C.O.E.S. in questi ultimi quarant’anni, ha lottato con vigore, sempre accanto ai Siciliani emigrati in ogni parte del mondo, per spezzare quelle catene della miseria che hanno caratterizzato tanti anni della nostra storia di meridionali in genere e di Siciliani in particolare.

          Non sempre tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti; non sempre tutte le battaglie sono state vinte; non sempre tutti i diritti rivendicati sono stati conquistati.
         
          Di certo, però, grazie anche all’incessabile spinta del C.O.E.S., i nostri emigrati hanno conquistato quella dignità umana, sociale ed economica che in tante occasioni era stata calpestata.    
         
          Oggi, l’emigrazione non é più quella di un tempo; le dolorose partenze dalla nostra terra dei nostri conterranei con la ormai tristemente famosa “valigia di cartone”, in cerca di migliore fortuna in terra straniera, rappresentano solo un ricordo.
          Le problematiche legate al mondo dell’emigrazione sono radicalmente mutate.
                   
          Occorre, quindi, ripensare una nuova proposta ed un nuovo impegno solidale ed attivo per dare risposte concrete ai tanti problemi che emergono in un contesto politico, sociale ed economico nuovo.
         
          I problemi immediati da affrontare e risolvere sono tanti. Mi limito solamente ad indicarne alcuni a titolo esemplificativo: il riacquisto della cittadinanza italiana persa da molti nostri connazionali residenti all’estero, perché costretti ad acquistare la cittadinanza del Paese ospitante (specie negli U.S.A.) per ragioni di lavoro; l’allineamento delle Anagrafi consolari con l’AIRE e le liste elettorali dei comuni italiani e siciliani; la garanzia di una dignitosa assistenza sanitaria a tutti gli italiani e siciliani residenti all’estero; l’erogazione delle pensioni in regime di convenzione internazionale; la tutela dei diritti degli emigrati Siciliani che vivono fuori dall’Europa con l’estensione per gli stessi  delle misure comunitarie; l’inserimento nel nuovo Statuto Siciliano di norme che prevedano una rappresentanza di corregionali residenti all’estero, democraticamente eletti, in seno al Parlamento Regionale Siciliano.

           Per quanto riguarda quest’ultimo punto, credo che bisogna riconoscere, senza indugi, a tutti i Siciliani residenti in ogni parte del mondo, non solo l’effettivo e concreto esercizio del diritto di voto in occasione del rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana, ma anche quella di consentire, attraverso l’istituzione di una “Circoscrizione Estero” l’elezione di una rappresentanza di Siciliani, almeno uno per ogni continente, in seno al Parlamento regionale Siciliano. Solo in questo modo si potrà dar “voce” ai nostri corregionali nel mondo che tanto hanno fatto e fanno per la nostra splendida Isola. 

Anche l’informazione rappresenta una priorità improcrastinabile.
In un mondo in cui i mezzi di comunicazione di massa hanno acquistato un ruolo preminente, l’informazione per le comunità di corregionali,  presenti in ogni parte del mondo, deve assurgere a diritto costituzionalmente garantito.

Parimenti rappresentano un problema ed al tempo stesso una poderosa sfida le battaglie che ci attendono per la promozione dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana, e perché no anche quella siciliana, nel sistema educativo degli Stati Uniti che in una società globalizzata acquista valore imprescindibile ed irrinunciabile.

Sappiamo che il 2005 negli Stati Uniti é l’anno delle lingue straniere.

A settembre, in 630 “high schools”, sarà avviato “l’Advanded Placement Program” in lingua e cultura italiana.

L’impegno profuso in questa direzione dalle Istituzioni e dalle principali organizzazioni italo-americane quali NIAF (National Italian American Foundation), OSIA (Order of  Sons of  Italy in America), UNICO e tante altre Associazioni lasciano ben sperare.

Anche noi Siciliani, anche noi del C.O.E.S. ci sentiamo coinvolti. Siamo convinti che il successo e la realizzazione di questo programma può rappresentare una condizione essenziale per lo sviluppo futuro.

In quest’ottica si pone anche la fattiva collaborazione del C.O.E.S. con molte scuole della Sicilia che hanno intrapreso un’attiva cooperazione con il Dipartimento dell’Istruzione dello Stato del New Jersey e della Commissione “Italian and Italian American Heritage” per la realizzazione del “Pilot Project”, il cui obiettivo principale é quello di “promuovere lo studio dei contributi della “cultura italiana nel mondo” e le problematiche relative all’emigrazione-immigrazione degli Italiani all’estero e soprattutto nel New Jersey”.

Tutto ciò rappresenta un’opportunità di respiro internazionale, che potrà vedere tanti nostri giovani Siciliani e tanti altri giovani americani e Siciliani di origine, riprendersi per mano e cooperare ad un progetto di pace e sviluppo.

Accanto a questi problemi da affrontare nell’immediato, nella consapevolezza che la nostra Sicilia non é più terra di emigrazione, ma anche e soprattutto di immigrazione e nella consapevolezza che l’emigrazione ormai va vista come risorsa, dobbiamo mettere in campo tutto il nostro impegno e la nostra operosità per contribuire a rafforzare i rapporti tra la Sicilia, a tutti i livelli di rappresentanza, e le comunità di Siciliani nel mondo.

È necessario ed improcrastinabile contribuire, specie tra le nuove generazioni, a rafforzare valori e identità, e nel contempo a realizzare solidi rapporti culturali, commerciali ed economici, e ciò attraverso una fitta rete di attività e di iniziative di reciproca collaborazione.

“Cultura”, “formazione”, “informazione”, “diritti e legislazione”, “economia ed imprenditorialità”, “memoria, radici ed identità”, “fare sistema”, “rappresentanza e partecipazione nelle istituzioni”, “interventi istituzionali” e “valorizzazione delle collettività e dell’associazionismo degli emigrati nel mondo” possono rappresentare il decalogo, le principali direttrici cui indirizzare questo nuovo percorso e queste nuove sfide per il futuro.

In questa direzione ci stiamo impegnando a rafforzare e mantenere sempre più vivi ed operativi i legami tra le nostre comunità nel mondo ed i Paesi di origine, attraverso tutte le forme di scambi economici, commerciali, culturali e turistici e con le iniziative e le modalità che le conquiste tecnologiche ed informatiche oggi ci consentono.

“Fare sistema” deve essere la parola d’ordine che i Siciliani e gli Italiani, ovunque si trovino, devono tener presente per le tante iniziative, specie in campo imprenditoriale, che potranno e dovranno intraprendere.
Oggi il clima positivo e di fattiva collaborazione tra Stati Uniti d’America e Italia, tra Stati Uniti d’America e Sicilia ha contribuito a rafforzare i rapporti economici e commerciali e ciò nonostante il forte calo di competitività delle nostre esportazioni, legate all’indebolito rapporto di cambio del dollaro rispetto all’euro.

In questa delicata congiuntura, il “Made in Italy” ed il “Made il Sicily” vanno difesi e sostenuti, ottimizzando l’azione promozionale, con l’ausilio anche   degli “Sportelli Unici” di recente istituzione.

La domanda d’Italia e di Sicilia é in continua crescita.

Oggi i Siciliani hanno preso finalmente coscienza che questa meravigliosa isola, perla del Mediterraneo, ponte tra  Europa ed Africa, crocevia di mille culture, si trova in una posizione geopolitica a dir poco invidiabile e può rappresentare un immenso serbatoio di opportunità imprenditoriali in qualsiasi comparto e in particolare quello turistico e bio-eno-agro-alimentare.

Non é più tempo di piangersi addosso, occorre rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera.

Queste le nostre sfide e le nostre battaglie, prossime e future, da portare avanti.
Sono convinto che con l’impegno e la passione di noi tutti, con una più attiva e fattiva azione delle istituzioni, sapremo, insieme ai nostri corregionali presenti in ogni parte del mondo, scrivere, finalmente, per la Sicilia e per i Siciliani, una pagina di concretezze e sviluppo, convinti come siamo che quando le battaglie hanno come fine il bene comune, alla fine la vittoria arriderà.
Solo così potremo insieme continuare ad essere ambasciatori di cultura nel mondo.
Non sarà facile dimenticare l’orgoglio di essere siciliano che quel 12 ottobre 2004, Voi tutti, avete contribuito a rafforzare e ridestare in me.
Quella data io l’ho ascritta nella mia mente e nel mio cuore e lasciate che Vi dica che anche questa, 20 giugno 2005, resterà per sempre, indelebilmente scritta nel mio cuore e nella mia mente.

Giovanni Tesé
__________________ 

Scritto il 10 giugno 2005
 st. john’s UNIVERSITY
New York 20 giugno 2005

SICILIANS IN THE WORLD AMBASSADORS OF CULTURE*

      INTERVENTO DELL’AVV. GIOVANNI TESÈ

I'm very happy to be able to speak to you today.  To the friends of ARBA SICULA  I'd like to say thankyou and I wish to show my appreciation for their incessant and irreplaceable contribution "a prisirvari e diffunniri la nostra antica eredità e p'assicurarsi la so vera supravvivenza".

If, as I hope, a Sicilian-American identity will continue to exist, this will be greatly due to you all.
     
I thank Prof. Gaetano Cipolla for the warm welcome he has given me.
      
I thank the Vice-President Prof. Antonino Provenzano.
     
 I thank all my friends from New Jersey, Mario Marano who today is with us.
     
          I'd also like to thank the  Regional Councillor  for Employment and Emigration  of the Sicilian Parliament who has demonstrated  sensibility towards all the problems connected to emigration  since becoming Councillor.
       
I'm also very happy to have been offered this new occasion to demonstate to you all my friendship and feelings towards all my Italian and Italo-Sicilian  friends and above-all  towards the C.O.E.S. which this evening I'm honoured to represent for all the Sicilians that are resident in the United States.

At the same time I'm very happy to bring to you the greetings of Dr. Emanuela La Rocca,  President of  the C.O.E.S.
       
When I came to New York as your guest in this hall  on the 12th Oct. last year to celebrate Columbus Day, I was able to see with my own eyes how dynamic and deeply felt the Siculo-American reality is, and this I will never forget.
       
It wll be very difficult to forget the feelings and strong emotions of the 12 th October, the day in which Italian culture  is celebrated and promoted, and to note   the sense of belonging  to the Tricolore and Trinacria in the USA.
         
SICILIANS IN THE WORLD. AMBASSADORS OF CULTURE
        
And this is the slogan that the Sicilan Regional Councillor for Work and Emigration has added to the title that today he presents  on this occasion.
        
And this slogan represents a project and at the same time a reward for all that the Sicilians in every part of the World have contributed in building a more prosperous, civilized and charitable world.
        
Today we are proud to affirm that the contribution Sicilians  have given, in every part of thie planet, to the cultural, social  economic  promotion of humanity, represents a significant patrimony, a great resource that makes us proud of our role  in the World.

SICILIANS IN THE WORLD.

This is the name of the monthly paper that the COES  has for 40 years  spread in the World.

SICILIANS IN THE WORLD. AMBASSADORS OF CULTURE.
        
And this is the title that has been given to this fantastic meeting.
        
More than a century has passed since millions of Italians, thousands and thousands of Sicilians left their home towns, their families  to find jobs all over the World, to offer a better future to their children and to improve their life-style.
        
Defining exactly the precise nature of Italian emigration and of Sicilian emigration in particular isn't very easy.
        
We can say for sure that the Unification of Italy to today more than 30 million Italians  and more than 3 million Sicilians  have left their native lands.
        
Among these Italians and Sicilians that live abroad, among their children  and grand-children we can say that there is another Italy, another Sicily in the World.
        
We are sure that there are Sicilians in every angle of the World.
         
When people say that there are "Sicilians are present all over the World" this is not simply a way of saying but an inconfutable reality.
      
THIS IS WHY THERE ARE SICILIANS IN THE WORLD

For the same reason we can say that Sicilians have been and are  the ambassadors of culture  and this has been recognized in the places where Sicilians have gone  to live and work.

Wherever Sicilians have gone, after the natural period of settling down, with their courage and sacrifice, with their hard work, untiring activity  and intelligence, with their will-power and sense of the family, sustained by principles, values and ideals, they have managed  not only to become integrated members of their community but also to become important protagonists in every field, manifesting a great influence on  the formation and consolidation of  a local culture.

It is true that in every place Sicilians have gone to live  they have found a different reality.
        
          It is almost impossible to list all the names of Sicilians who have distinguished themselves  in the arts, painting, music, law, research in medicine and science, in the theatre, journalism, T.V., politics, trade,  and in other economic fields etc.
        
We remember them all just as we'd like to remember all those Sicilians that without becoming famous, but through their  work and fatigue, through their honesty, have ucceeded in bettering their conditions of life  communicating to the rest of the  World, a hardworking and honest Sicily.

Thanks to them too, that today we are proud to say we are Sicilian.

However emigration to the the USA  has  been a different and specific reality.

Between the end of the 19th century and the beginning of the 20th century thousands of Sicilians left their native Sicily  to fulfil  their dreams of going to America.

Their American dream began at Liberty Island.
        
When they arrived, across the ocean, to the promised land, the imposing figure of a woman, "Miss Liberty,"  who by breaking the chains of slavery and poverty, appeared to them as the symbol of hope and liberty. 
        
For many of the people of our region, it was the beginning of a road towards hope, away from poverty and need , in the direction of some better future.
       
The American Dream at the beginning of the 20th century, was the dream of lots of Sicilians.

A popular song of the period from the Agrigento area describes the sitaution in this way:
         "chi scumpigliu, ca c'è ni lu paisi,
          ni li famigli e ni li casi,
          doppu ca l'America si 'ntisi
          Pi la partenza  ognuno fa li basi"
         ( There's chaos in the town, in every family after they have heard of America - everybody is getting ready to leave.)
         
Nevertheless the people from our region,  first generation emigrants, comforting one another, slowly began to move out of the slums and through   great sacrifice managed to give their children schooling which permitted them to move up the social  ladder.
         
The life of Sicilians in America has been an alternating of  sacrifice and success.
         
Today the Sicilian  and Italian communities  of the USA,  represent a solid, hard-working and dynamic  expression  of   American society with a consistent political influence on the life of the American nation.

Today the Sicilian and Italian communities  of the USA, contribute with their hard-work and professionality, not only to the economic  and social weatlh of the American nation, but also and especially to strengthen and to keep alive, even in difficult moments, our relationship of fraternity and brotherhood with the American people.
           
Today the Sicilian and Italian communities of the USA,  like all the communities of Sicilians  all over the World, who have never forgotten their links with their native lands, have managed to give a very important impression of Sicily in the World, showing  how marvellous  and complex this land is, becoming the  AUTHENTIC AMBASSADORS OF CULTURE AND HUMANITY.

We Sicilians who have been lucky enough to remain in Sicily, thank you  and are very proud of you all.

We promiss to love this island even more , even if we are convinced that we'll never love it as you do.

Today we can affirm that the great phenomenon of emigration, which has marked the history of humanity in general and  in particular of Sicily, the widespread and active presence   of  Sicilian cultural communities  in every part of the world, have become an authentic resource for the whole of humanity.

Our language, our culture, our traditions, our sense of humanity, our ideals of liberty and solidariety, are important and have had a vital role    in the  history of the world,  contributing  in a strong and decisive way  to the building of a culture and of a civilization more in harmony with Man  with the aim of  preserving the liberty and dignity of every human being.
            
In this context the C.O.E.S., in these last 40 years, has fought a big battle together with the Sicilian emigrants  in every part   of the world , to break those chains of poverty  that have characterized so many years of the history of the South especially of Sicilians.

We have not always succeeded in our objectives; battles are not always won, all the rights we have demanded have not been  given.

However, thanks to the pressure which the C.O.E.S. has exercised in these years, emigration and emigrants have conquered that human, social and economic dignity that in many occasions it had lost.
      
Today emigration is nolonger that of the past.
      
All the problems connected to emigration have radically changed.
      
We need to suggest a new proposal and a new commitment which should be  active  and orientated towards the community  in order to give concrete answers to the many problems that have emerged in the new political, social and economic context.
     
The immediate problems that should be solved are many, I will give you only a few examples:  the possibilty of regaining  Italian citizenship  without losing the other nationality (especially in the USA);  the Consular Registry should mirror the AIRE  and the electoral rolls of the Italian and         Sicilian native towns;  the guarantee of having good health  treatment  for Italians and   Sicilians resident abroad; the possibility of having a pension through international agreements;  the safeguarding of rights to  Sicilians who live outside Europe with the application of  E.U. legislation;  the introduction in the Sicilian Constitution of articles which permit the election of Sicilians who are resident abroad  to the Sicilian Regional Parliament.

Even information represents a priority that can not be postponed.
      
In a world in which mass communication has acquired a preminent role, information for the communities of Sicilians abroad, must be constitutionally guaranteed.

Another important battle is that of the promotion of the teaching of  Italian language and culture and why not of Sicilian, in the educational system of the United States, which in a globalized world  becomes a value we can not renounce to fight for.

We know that the year 2005 in the United States is the year dedicated to foreign languages.

In September in 630 high schools the Advanced Placement Program in Italian language and Culture will begin.

The commitment of many institutions and organizations in this direction like the NIAF (National Italian American  Foundation), OSIA (Order of the Sons of Italy in America) , UNICO  and many others, is a good sign.

Even we Sicilians, even the C.O.E.S. feel it must be committed to this, because the success of this program is essential for any future development.

The active collaboration of the C.O.E.S. with many Sicilian schools goes in this direction, cooperating with the Education Department  of the State of New Jersey  and the Italian American Heritage commission in the  carryiing out of a 'pilot project'  whose principal objectives are to " promote the study of the contributions of  Italian culture in the world"  and to study all the problems concerning emigration, especially Italian emigration abroad and in particular in New Jersey.
              
This will represent an important opportunity on a world-wide basis, in which many young Sicilians  and many  young Americans of Sicilian origins, will work hand in hand on  a project on peace and development.

Connected to these problems to be faced in the future, aware that today Sicily is nolonger a land of emigration, but  especially a land of immigration and fully aware that emigration should be seen as  a resource,  we must do all that is possible  to strengthen the relations between Sicily at every level of representation with the Sicilian communities all over the World.

It is important to contribute, especially with the younger generations, to strengthening values and a sense of identity and to developing cultural, trade and economic relations  through a dense network of activities and every sort of reciprocal collaboration.
              
          "Culture"; "formation"; "information"; "rights and legislation";  "economy and business";  "memory, roots and identity"; "working  together as a system";  "representation  and participation in the institutions";  "political activity"; "value of the associations  of  the Sicilian emigrants in the world", can represent a decalogue for future action.
                 
We are working in this direction in order to strengthen and maintain alive and active the links between our communities in world and their native towns through economic, trade, cultural and tourist ties and through all the possibilties that the new information technology consent today.

       "Working together as a system" are the key words that Sicilians and Italians all over the world should consider in every field  of action, especially in business.
                 
Today this positive climate between the States and Italy, between the States and Sicily, has contributed to strengthening the economic and trade ties  notwithstanding the  difficulty in competition of our exports, due to the loss in value of the Dollar/Euro exchange rate.
                   
In this delicate situation the Made in Italy and Made in Sicily   must be defended and supported through advertising  and with  the help of the "Sportelli Unici" which have been recently opened.
     
The domand for Sicily and Italy is increasing all the time.
     
Today Sicilians are finally aware that this marvellous island, pearl of the Mediterranean, a bridge between Europe and Africa,  a melting pot of thousands of cultures, is in a unique position  and can represent  a great potential for business in almost every field, but especially in tourism and in bio food and wine.

It's no use crying about what has not been done in the past,  we must  roll  up our sleeves and get to work.

This  is the challenge  and these are the battles that we must fight in the future.

I'm convinced  that with our commitment and the passion of all of us, with the more active role of the institutions,  together with Sicilians all over the world,  we will be able to carry out concrete  actions and development for Sicily and Sicilians,  convinced as we are, that any battle undertaken for the well-being of the community, is bound to end in  victory.

It won't be easy to forget the pride of being Sicilian that on that 12th October,  all of you helped me to recall and strengthen.
That date is engraved in my mind and in my heart  but I'd like also to add that today 20 th June 2005, will also remain in my heart and mind for ever.

Avv. Giovanni Tesé

 *La traduzione del testo italiano è stata curata dal Prof. Peter Cipolla





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