È con grandissimo affetto che rivolgo a Voi tutti un cordiale e
caloroso saluto.
Agli amici di ARBA
SICULA desidero rivolgere un sentito ringraziamento ed un vivo apprezzamento
per l’incessante attività e l’insostituibile contributo volto “a prisirvari e diffùnniri la nostra antica
eredità e p’assicurari la so vera supravvivenza”.
Se, come mi auguro,
continuerà ad esistere un’identità siculo - americana, lo si dovrà in gran
parte anche a Voi.
Ringrazio il Presidente
Prof. Gaetano Cipolla per la calorosa accoglienza che ha voluto riservarmi e
per il suo costante impegno sociale e culturale che quotidianamente dedica alla
Sicilia e ai Siciliani.
Un sentito
ringraziamento va al Vice Presidente Prof. Antonino Provenzano per il Suo immutato
affetto per i Siciliani e per la
Sicilia.
A tutti gli amici del
New Jersey, all’amico Mario Marano, oggi qui con noi, va un ringraziamento
sentito e affettuoso per l’impegno volto a “mantenere
e rafforzare l’identità culturale siciliana e siculo-americana”, anche
attraverso seri programmi d’istruzione pubblica.
Un saluto cordiale e un
vivo e sentito ringraziamento sento il dovere di rivolgere al nostro Assessore
Regionale al lavoro e all’emigrazione, On. Francesco Scoma, per la sensibilità
mostrata, sin dal Suo insediamento, nei confronti delle problematiche legate
all’emigrazione.
Desidero rivolgere
ancora un caloroso ringraziamento alle rappresentanze diplomatiche che con la
loro presenza testimoniano e confermano non solo l’interesse per questo nostro
incontro, ma anche e soprattutto l’attenzione delle Istituzioni per le azioni
che intendiamo portare avanti.
Sono felice per questa
nuova occasione che mi si offre per testimoniare la mia amicizia e il mio
affetto a tutti gli amici italo e siculo-americani e soprattutto per
testimoniare l’amicizia e l’affetto del C.O.E.S., che questa sera ho l’onore di
rappresentare, per i fratelli di origine siciliana e italiana, residenti negli
Stati Uniti.
Nel contempo ho il
piacere di portare a Voi tutti il saluto e l’affetto della Dottoressa Emanuela La Rocca , Presidente del
C.O.E.S., che, mio tramite, desidera farVi pervenire un forte e caloroso
abbraccio.
Quando sono venuto a
New York, vostro ospite, in questa stessa sala, il 12 ottobre dell’anno
passato, nella ricorrenza del Columbus Day, ho avuto modo di conoscere una realtà
viva e operante di siculo – americani, di Siciliani di cuore e di spirito, che
difficilmente potrò dimenticare.
Non sarà facile
dimenticare i sentimenti e le forti emozioni
provate quel 12 ottobre 2004,
giorno in cui viene celebrata e promossa la cultura italiana e il senso
di appartenenza al Tricolore ed alla Trinacria negli USA.
“SICILIANI NEL MONDO. AMBASCIATORI DI CULTURA”
È questo il motto che l’Assessorato Regionale al lavoro ed all’emigrazione
ha voluto aggiungere al logo che presenta anche in questa occasione.
È questo il motto che
accompagnerà ogni iniziativa della Regione Siciliana nel campo
dell’emigrazione.
È questo il motto che
rappresenta un progetto e al tempo stesso un giusto riconoscimento a tutti i
Siciliani che, in ogni parte del mondo, contribuiscono a costruire un mondo più
prospero, più civile, più solidale, più giusto.
Oggi possiamo affermare
che il contributo dato dai Siciliani in ogni parte del pianeta alla promozione
culturale, sociale ed economica dell’umanità, rappresenta un patrimonio
significativo, una grande risorsa, che ci rende orgogliosi del nostro ruolo nel
mondo.
“SICILIANI NEL MONDO”.
È la testata del mensile di informazione che il COES da
quarant’anni diffonde nel mondo.
“SICILIANI NEL MONDO. AMBASCIATORI DI CULTURA”.
È il tema, che abbiamo
voluto indicare per questo nostro incontro.
È già passato più di un
secolo da quando milioni di Italiani, migliaia di Siciliani lasciarono in massa
i loro paesi di origine, le loro famiglie, gli affetti più cari per dirigersi
in ogni parte del mondo alla ricerca di lavoro, per migliorare le proprie
condizioni economiche, per potere offrire un futuro migliore ai propri figli o
per trovare una ragione di vita migliore.
Il sogno di diventare
ricchi ed importanti, per poi tornare al paese natio e riscattarsi da anni di
privazioni e umiliazioni era inseguito dalla maggior parte di coloro che
emigravano.
Le mete scelte furono
le più svariate, raggiunte dopo interminabili ed estenuanti viaggi fatti in
condizioni disumane e inenarrabili.
Anche il lavoro che
andavano a svolgere, il più delle volte, era umiliante e mal pagato.
Non possiamo non
ricordare, anche in quest’occasione, che quanto accadde allora ai nostri avi,
accade oggi, nel terzo millennio, agli immigrati, a tanti esseri umani, specie
di colore, del così detto “Terzo Mondo”, costretti ad emigrare per
sopravvivere, vittime di veri e propri racket che organizzano una vera e
propria “tratta delle braccia umane”.
Quantificare e fornire
un quadro esatto dell’emigrazione italiana in generale e siciliana in particolare non é cosa facile.
Siamo comunque certi
che dall’Unità d’Italia ai nostri giorni oltre trenta milioni di Italiani ed
oltre tre milioni di Siciliani hanno lasciato la terra d’origine.
Tra
i nostri connazionali e corregionali che vivono all’estero, i loro figli e i
loro nipoti c’é un'altra Italia, un’altra Sicilia sparsa nel mondo.
Siamo
altresì certi che non vi é angolo del pianeta che non sia stato raggiunto da
Siciliani.
In ogni continente, in
ogni Paese del mondo, troviamo Siciliani e comunità di Siciliani.
Quando si afferma,
quindi, che “I SICILIANI SONO PRESENTI IN TUTTO IL MONDO” non é un’espressione
retorica ma una realtà inconfutabile.
ECCO PERCHÉ “SICILIANI
NEL MONDO”.
Così come quando si
afferma che i Siciliani nel mondo sono stati e sono “ambasciatori di cultura” é
una realtà che é stata e continua ad essere confermata e sostenuta dagli
innumerevoli riconoscimenti delle stesse società di approdo.
Ovunque sono andati, i
Siciliani, dopo un comprensibile periodo di ambientazione, con il loro
coraggio, con la loro abnegazione, con il loro sacrificio, con la loro
operosità, con il loro ingegno, con la loro forza di volontà, con il loro amore
per la famiglia e sorretti costantemente dai loro principi, dai loro valori e
dai loro ideali, sono riusciti non solo ad integrarsi, ma a conseguire
prestigiose affermazioni in ogni campo: da quello economico a quello
tecnologico, da quello professionale a quello politico, da quello scientifico a
quello artistico; ma soprattutto hanno esercitato una notevole influenza sul
formarsi e consolidarsi della cultura locale.
Certo ogni luogo di
approdo per i Siciliani é stato una realtà a sé stante.
Potere ricordare i nomi
dei Siciliani che si sono distinti nell’arte, nella pittura, nella musica,
negli studi giuridici, scientifici e medici, nel teatro, nel giornalismo, nella
televisione, nella politica, nel commercio, nell’economia e così via, é impresa
ardua, se non impossibile.
Noi li ricordiamo
idealmente tutti quanti, così come vogliamo ricordare tutti coloro i quali,
anche se non assurti alla notorietà, che con il lavoro, con il sudore della
fronte e con l’onestà, hanno migliorato le loro condizioni di vita e quella
delle loro famiglie facendo conoscere al mondo la Sicilia onesta ed operosa
di cui andiamo fieri.
Grazie anche a loro
oggi possiamo dirci orgogliosi di essere Siciliani.
In America Latina e in
Australia i nostri corregionali, autentici pionieri, oltre ad aver contribuito,
specie in Argentina, Brasile, Venezuela, Cuba, Honduras, a rendere fertili gli
ambienti selvaggi, ad aprire strade e ferrovie, hanno contribuito ad
organizzare democraticamente la società, a suscitare lo studio delle scienze e
delle arti nonché a gettare le basi per le future strutture economiche ed
istituzionali.
In Honduras alcuni
Siciliani hanno dato l’imput per la
coltivazione ed il commercio delle banane che oggi rappresenta la più grande
risorsa di quella nazione.
In Brasile l’apporto e
l’organizzazione del lavoro degli Italiani e dei Siciliani ha consentito di
quadruplicare la produzione del caffè con conseguenti risvolti economici di
primaria importanza.
Nei Paesi del bacino
del Mediterraneo i Siciliani hanno contribuito a valorizzare ed a rendere
fortemente produttive le risorse locali.
In Tunisia, Marocco,
Algeria ed Egitto, grazie al loro apporto, furono potenziate le attività
edilizie e si diede vita a trasformazioni agricole di primaria importanza.
In Sud Africa sonno
state organizzate e potenziate le attività marinare.
In Europa contribuirono
a ricostruire intere città distrutte dalle guerre e, soprattutto, a costruire
“L’Europa dei popoli”, contribuendo ad accelerare il processo di unificazione
del Vecchio Continente, che il secondo conflitto mondiale aveva devastato.
Una realtà del tutto
diversa con una sua peculiarità, é stata per i Siciliani l’emigrazione negli
Stati Uniti d’America.
Tra la fine
dell’Ottocento e l’inizio del Novecento in migliaia lasciarono la natia Sicilia
per raggiungere la tanto sognata “AMERICA”.
Cominciava a Liberty
Island il “SOGNO AMERICANO”!
Quando arrivavano, via
mare, e raggiungevano la “Terra promessa”, l’imponente figura di donna, “Miss
Liberty”, che calpestando le catene della schiavitù e della miseria, appariva
loro come un emblema di speranza e di libertà!
Cominciava per tanti
nostri corregionali un cammino di speranza verso la libertà dal bisogno, verso
la liberazione dalla miseria, verso un futuro migliore.
Il “Sogno americano”,
all’inizio del Novecento, era il sogno
di tantissimi Siciliani.
Un canto popolare
dell’epoca, raccolto nell’agrigentino, recita così :
“Chi scumpigliu, ca c’é ni lu
paisi,
ni li famigli e ni li casi,
doppu ca l’America si ‘ntisi.
Pi la partenza ognuno fa li basi”
(Che scompiglio (agitazione) c’é nel paese, nelle famiglie e
nelle case, dopo che sono arrivate le notizie dell’America. Ognuno fa i
preparativi per la partenza.)
L’ambientazione e la
vita della prima generazione di emigrati, negli Stati Uniti d’America, non fu, però,
affatto facile.
La difficoltà di
apprendere la lingua, l’impatto con la
popolazione locale, spesso scontrosa e talvolta ostile, la religione
professata, la prevenzione per i loro usi ed il loro analfabetismo, la
diffidenza dei sindacati unitamente ad una legislazione se non ostile quanto
meno restrittiva - mi limito a ricordare il “Literacy Act” del 1917, che
inibiva l’ingresso a coloro che non potevano dimostrare di saper leggere e
scrivere, “L'Immigration Act” del
1921 che mirava chiaramente a privilegiare
le componenti etniche tradizionali ed infine la legge Johnson, che costituì una
drastica restrizione, su base permanente, dei flussi immigratori -
rappresentarono fattori di forte disagio per i nuovi arrivati.
Nonostante ciò, i
nostri conterranei, emigrati di prima generazione, stringendosi l’un l’altro,
poco a poco, cominciarono ad uscire dagli “slums”
e con immani ed indescrivibili sacrifici riuscirono a dare un’istruzione ai
figli, che consentì loro di salire la scala sociale sino ai posti di preminenza.
Il cammino degli
Italiani d'America, quindi, é stato un
alternarsi di sacrifici e di successi.
Oggi, le comunità
siciliane ed italiane degli Stati Uniti d’America rappresentano un’espressione
solida, dinamica ed operosa della società americana, con un peso politico di
consistente validità nella vita della Nazione.
Oggi, le comunità
siciliane ed italiane degli Stati Uniti d’America contribuiscono con il loro
impegno e la loro professionalità non solo alla crescita economica e sociale
della Nazione ma anche e soprattutto a rafforzare e tenere vivi, anche nei
momenti di difficoltà, i rapporti di amicizia e fratellanza con il popolo
americano.
Oggi, le comunità
siciliane degli Stati Uniti d’America, così come tutte le altre comunità di
Siciliani di ogni parte del pianeta e che non hanno smesso nemmeno un istante
di testimoniare il loro attaccamento alla terra d’origine, contribuiscono a
tenere alto il nome della Sicilia, a mostrare al mondo il vero volto di questa
meravigliosa e complessa terra e ad essere “AMBASCIATORI AUTENTICI DI CULTURA E
DI UMANITÀ”.
Noi Siciliani che
abbiamo avuto la fortuna di restarvi, Vi ringraziamo e siamo orgogliosi di Voi.
Vi promettiamo di amare
quest’Isola ancora di più, convinti come siamo che non potremo mai amarla quanto
l’amate Voi.
Non meno importante è
stato il contributo dato dai nostri emigrati al Paese d’origine.
Secondo i dati dell’Ufficio
Italiano Cambi, i soldi inviati dagli emigrati alle famiglie rimaste in Italia,
infatti, che si aggiravano intorno a 32 milioni di dollari nel 1947, sono
passati, con l'incremento dell’emigrazione, a 90 milioni nel 1949, ed a 102
milioni nel 1952, per registrare, negli anni successivi un aumento costante.
Nel 1959 si è passati a 246 milioni e nel 1960 a 288 milioni di
dollari.
In totale le rimesse effettuate mediante
canali ufficiali dal 1945 al 1960 sono state pari a 2 miliardi e 40 milioni di
dollari.
E perché non ricordare
anche il sacrificio di tanti Siciliani, di tanti nostri emigrati morti sui
luoghi di lavoro?
Penso ai nostri
corregionali morti a Marcinelle, in Belgio,
e con essi a tutti quelli che
sono morti in ogni parte del mondo.
Oggi possiamo affermare
che il grande fenomeno dell’emigrazione, che ha segnato il ritmo della storia
dell’umanità in generale e della nostra Sicilia in particolare, con la diffusa
ed attiva presenza di comunità di origine e cultura siciliana in ogni parte del
mondo, è diventato un’autentica risorsa per l’intera umanità.
La nostra lingua, la
nostra cultura, le nostre tradizioni, la nostra umanità, i nostri ideali di
libertà e di solidarietà, infatti, si sono affermati e sono entrati a far parte
della storia del Mondo, contribuendo così, in modo forte e decisivo, all’edificazione
di una cultura e di una civiltà più a misura della persona umana e tesa concretamente
a salvaguardare la libertà e la dignità di ogni essere umano.
In questo contesto il C.O.E.S. in questi ultimi
quarant’anni, ha lottato con vigore, sempre accanto ai Siciliani emigrati in
ogni parte del mondo, per spezzare quelle catene della miseria che hanno
caratterizzato tanti anni della nostra storia di meridionali in genere e di
Siciliani in particolare.
Non sempre tutti gli obiettivi prefissati sono stati
raggiunti; non sempre tutte le battaglie sono state vinte; non sempre tutti i
diritti rivendicati sono stati conquistati.
Di certo, però, grazie anche all’incessabile spinta del
C.O.E.S., i nostri emigrati hanno conquistato quella dignità umana, sociale ed
economica che in tante occasioni era stata calpestata.
Oggi, l’emigrazione non é più quella di un tempo; le
dolorose partenze dalla nostra terra dei nostri conterranei con la ormai
tristemente famosa “valigia di cartone”, in cerca di migliore fortuna in terra
straniera, rappresentano solo un ricordo.
Le problematiche legate al mondo dell’emigrazione sono
radicalmente mutate.
Occorre, quindi, ripensare una nuova proposta ed un nuovo
impegno solidale ed attivo per dare risposte concrete ai tanti problemi che
emergono in un contesto politico, sociale ed economico nuovo.
I problemi immediati da affrontare e risolvere sono tanti. Mi
limito solamente ad indicarne alcuni a titolo esemplificativo: il riacquisto
della cittadinanza italiana persa da molti nostri connazionali residenti
all’estero, perché costretti ad acquistare la cittadinanza del Paese ospitante
(specie negli U.S.A.) per ragioni di lavoro; l’allineamento delle Anagrafi
consolari con l’AIRE e le liste elettorali dei comuni italiani e siciliani; la
garanzia di una dignitosa assistenza sanitaria a tutti gli italiani e siciliani
residenti all’estero; l’erogazione delle pensioni in regime di convenzione
internazionale; la tutela dei diritti degli emigrati Siciliani che vivono fuori
dall’Europa con l’estensione per gli stessi
delle misure comunitarie; l’inserimento nel nuovo Statuto Siciliano di
norme che prevedano una rappresentanza di corregionali residenti all’estero,
democraticamente eletti, in seno al Parlamento Regionale Siciliano.
Per quanto riguarda
quest’ultimo punto, credo che bisogna riconoscere, senza indugi, a tutti i
Siciliani residenti in ogni parte del mondo, non solo l’effettivo e concreto
esercizio del diritto di voto in occasione del rinnovo dell’Assemblea Regionale
Siciliana, ma anche quella di consentire, attraverso l’istituzione di una
“Circoscrizione Estero” l’elezione di una rappresentanza di Siciliani, almeno
uno per ogni continente, in seno al Parlamento regionale Siciliano. Solo in
questo modo si potrà dar “voce” ai nostri corregionali nel mondo che tanto
hanno fatto e fanno per la nostra splendida Isola.
Anche
l’informazione rappresenta una priorità improcrastinabile.
In
un mondo in cui i mezzi di comunicazione di massa hanno acquistato un ruolo
preminente, l’informazione per le comunità di corregionali, presenti in ogni parte del mondo, deve
assurgere a diritto costituzionalmente garantito.
Parimenti
rappresentano un problema ed al tempo stesso una poderosa sfida le battaglie
che ci attendono per la promozione dell’insegnamento della lingua e della
cultura italiana, e perché no anche quella siciliana, nel sistema educativo
degli Stati Uniti che in una società globalizzata acquista valore imprescindibile
ed irrinunciabile.
Sappiamo
che il 2005 negli Stati Uniti é l’anno delle lingue straniere.
A
settembre, in 630 “high schools”,
sarà avviato “l’Advanded Placement
Program” in lingua e cultura italiana.
L’impegno
profuso in questa direzione dalle Istituzioni e dalle principali organizzazioni
italo-americane quali NIAF (National Italian American Foundation), OSIA (Order
of Sons of Italy in America), UNICO e tante altre
Associazioni lasciano ben sperare.
Anche
noi Siciliani, anche noi del C.O.E.S. ci sentiamo coinvolti. Siamo convinti che
il successo e la realizzazione di questo programma può rappresentare una
condizione essenziale per lo sviluppo futuro.
In
quest’ottica si pone anche la fattiva collaborazione del C.O.E.S. con molte
scuole della Sicilia che hanno intrapreso un’attiva cooperazione con il
Dipartimento dell’Istruzione dello Stato del New Jersey e della Commissione “Italian
and Italian American Heritage” per la realizzazione del “Pilot Project”, il cui
obiettivo principale é quello di “promuovere lo studio dei contributi della
“cultura italiana nel mondo” e le problematiche relative
all’emigrazione-immigrazione degli Italiani all’estero e soprattutto nel New
Jersey”.
Tutto
ciò rappresenta un’opportunità di respiro internazionale, che potrà vedere
tanti nostri giovani Siciliani e tanti altri giovani americani e Siciliani di
origine, riprendersi per mano e cooperare ad un progetto di pace e sviluppo.
Accanto
a questi problemi da affrontare nell’immediato, nella consapevolezza che la
nostra Sicilia non é più terra di emigrazione, ma anche e soprattutto di
immigrazione e nella consapevolezza che l’emigrazione ormai va vista come
risorsa, dobbiamo mettere in campo tutto il nostro impegno e la nostra
operosità per contribuire a rafforzare i rapporti tra la Sicilia , a tutti i livelli
di rappresentanza, e le comunità di Siciliani nel mondo.
È
necessario ed improcrastinabile contribuire, specie tra le nuove generazioni, a
rafforzare valori e identità, e nel contempo a realizzare solidi rapporti
culturali, commerciali ed economici, e ciò attraverso una fitta rete di
attività e di iniziative di reciproca collaborazione.
“Cultura”,
“formazione”, “informazione”, “diritti e legislazione”, “economia ed
imprenditorialità”, “memoria, radici ed identità”, “fare sistema”,
“rappresentanza e partecipazione nelle istituzioni”, “interventi istituzionali”
e “valorizzazione delle collettività e dell’associazionismo degli emigrati nel
mondo” possono rappresentare il decalogo, le principali direttrici cui indirizzare
questo nuovo percorso e queste nuove sfide per il futuro.
In
questa direzione ci stiamo impegnando a rafforzare e mantenere sempre più vivi
ed operativi i legami tra le nostre comunità nel mondo ed i Paesi di origine,
attraverso tutte le forme di scambi economici, commerciali, culturali e
turistici e con le iniziative e le modalità che le conquiste tecnologiche ed
informatiche oggi ci consentono.
“Fare
sistema” deve essere la parola d’ordine che i Siciliani e gli Italiani, ovunque
si trovino, devono tener presente per le tante iniziative, specie in campo
imprenditoriale, che potranno e dovranno intraprendere.
Oggi il clima positivo
e di fattiva collaborazione tra Stati Uniti d’America e Italia, tra Stati Uniti
d’America e Sicilia ha contribuito a rafforzare i rapporti economici e
commerciali e ciò nonostante il forte calo di competitività delle nostre
esportazioni, legate all’indebolito rapporto di cambio del dollaro rispetto
all’euro.
In
questa delicata congiuntura, il “Made in Italy” ed il “Made il Sicily” vanno
difesi e sostenuti, ottimizzando l’azione promozionale, con l’ausilio
anche degli “Sportelli Unici” di
recente istituzione.
La
domanda d’Italia e di Sicilia é in continua crescita.
Oggi
i Siciliani hanno preso finalmente coscienza che questa meravigliosa isola,
perla del Mediterraneo, ponte tra Europa
ed Africa, crocevia di mille culture, si trova in una posizione geopolitica a
dir poco invidiabile e può rappresentare un immenso serbatoio di opportunità
imprenditoriali in qualsiasi comparto e in particolare quello turistico e bio-eno-agro-alimentare.
Non
é più tempo di piangersi addosso, occorre rimboccarsi le maniche e mettersi
all’opera.
Queste le nostre sfide e le nostre battaglie, prossime e future,
da portare avanti.
Sono
convinto che con l’impegno e la passione di noi tutti, con una più attiva e
fattiva azione delle istituzioni, sapremo, insieme ai nostri corregionali
presenti in ogni parte del mondo, scrivere, finalmente, per la Sicilia e per i Siciliani,
una pagina di concretezze e sviluppo, convinti come siamo che quando le
battaglie hanno come fine il bene comune, alla fine la vittoria arriderà.
Solo così potremo
insieme continuare ad essere ambasciatori di cultura nel mondo.
Non sarà facile
dimenticare l’orgoglio di essere siciliano che quel 12 ottobre 2004, Voi tutti,
avete contribuito a rafforzare e ridestare in me.
Quella data io l’ho
ascritta nella mia mente e nel mio cuore e lasciate che Vi dica che anche
questa, 20 giugno 2005, resterà per sempre, indelebilmente scritta nel mio
cuore e nella mia mente.
Giovanni
Tesé
__________________
Scritto
il 10 giugno 2005
SICILIANS IN THE WORLD AMBASSADORS OF CULTURE*
INTERVENTO
DELL’AVV. GIOVANNI TESÈ
I'm very happy to be able to speak to
you today. To the friends of ARBA
SICULA I'd like to say thankyou and I
wish to show my appreciation for their incessant and irreplaceable contribution
"a prisirvari e diffunniri la nostra antica eredità e p'assicurarsi la so
vera supravvivenza".
If, as I hope, a Sicilian-American
identity will continue to exist, this will be greatly due to you all.
I thank Prof. Gaetano Cipolla for the
warm welcome he has given me.
I thank the Vice-President Prof.
Antonino Provenzano.
I
thank all my friends from New Jersey ,
Mario Marano who today is with us.
I'd
also like to thank the Regional
Councillor for Employment and
Emigration of the Sicilian Parliament
who has demonstrated sensibility towards
all the problems connected to emigration
since becoming Councillor.
I'm also very happy to have been offered
this new occasion to demonstate to you all my friendship and feelings towards
all my Italian and Italo-Sicilian
friends and above-all towards the
C.O.E.S. which this evening I'm honoured to represent for all the Sicilians that
are resident in the United States.
At the same time I'm very happy to bring
to you the greetings of Dr. Emanuela La Rocca ,
President of the C.O.E.S.
When I came to New York as your guest in this hall on the 12th Oct. last year to celebrate
Columbus Day, I was able to see with my own eyes how dynamic and deeply felt the
Siculo-American reality is, and this I will never forget.
It wll be very difficult to forget the
feelings and strong emotions of the 12 th October, the day in which Italian
culture is celebrated and promoted, and
to note the sense of belonging to the Tricolore and Trinacria in the USA .
SICILIANS IN THE WORLD. AMBASSADORS OF CULTURE
And this is the slogan that the Sicilan
Regional Councillor for Work and Emigration has added to the title that today
he presents on this occasion.
And this slogan represents a project and
at the same time a reward for all that the Sicilians in every part of the World
have contributed in building a more prosperous, civilized and charitable world.
Today we are proud to affirm that the
contribution Sicilians have given, in
every part of thie planet, to the cultural, social economic
promotion of humanity, represents a significant patrimony, a great
resource that makes us proud of our role
in the World.
SICILIANS IN THE WORLD.
This is the name of the monthly paper
that the COES has for 40 years spread in the World.
SICILIANS IN THE WORLD. AMBASSADORS OF
CULTURE.
And this is the title that has been
given to this fantastic meeting.
More than a century has passed since
millions of Italians, thousands and thousands of Sicilians left their home
towns, their families to find jobs all
over the World, to offer a better future to their children and to improve their
life-style.
Defining exactly the precise nature of
Italian emigration and of Sicilian emigration in particular isn't very easy.
We can say for sure that the Unification
of Italy to today more than 30 million Italians
and more than 3 million Sicilians
have left their native lands.
Among these Italians and Sicilians that
live abroad, among their children and
grand-children we can say that there is another Italy ,
another Sicily
in the World.
We are sure that there are Sicilians in
every angle of the World.
When people say that there are
"Sicilians are present all over the World" this is not simply a way
of saying but an inconfutable reality.
THIS IS WHY THERE ARE SICILIANS IN THE
WORLD
For the same reason we can say that
Sicilians have been and are the
ambassadors of culture and this has been
recognized in the places where Sicilians have gone to live and work.
Wherever
Sicilians have gone, after the natural period of settling down, with their
courage and sacrifice, with their hard work, untiring activity and intelligence, with their will-power and
sense of the family, sustained by principles, values and ideals, they have
managed not only to become integrated
members of their community but also to become important protagonists in every
field, manifesting a great influence on
the formation and consolidation of
a local culture.
It is true that in every place Sicilians have gone to live they have found a different reality.
It
is almost impossible to list all the names of Sicilians who have distinguished
themselves in the arts, painting, music,
law, research in medicine and science, in the theatre, journalism, T.V.,
politics, trade, and in other economic
fields etc.
We remember them all just as we'd like
to remember all those Sicilians that without becoming famous, but through
their work and fatigue, through their
honesty, have ucceeded in bettering their conditions of life communicating to the rest of the World, a hardworking and honest Sicily .
Thanks to them too, that today we are
proud to say we are Sicilian.
However emigration to the the USA has
been a different and specific reality.
Between the end of the 19th century and
the beginning of the 20th century thousands of Sicilians left their native Sicily to fulfil their dreams of going to America .
Their American dream began at Liberty Island .
When they arrived, across the ocean, to
the promised land, the imposing figure of a woman, "Miss
Liberty," who by breaking the
chains of slavery and poverty, appeared to them as the symbol of hope and
liberty.
For many of the people of our region, it
was the beginning of a road towards hope, away from poverty and need , in the
direction of some better future.
The American Dream at the beginning of
the 20th century, was the dream of lots of Sicilians.
A popular song of the period from the Agrigento area describes
the sitaution in this way:
"chi scumpigliu, ca c'è ni lu
paisi,
ni li famigli e ni li casi,
doppu ca l'America si 'ntisi
Pi la partenza ognuno fa li basi"
( There's chaos
in the town, in every family after they have heard of America - everybody is getting
ready to leave.)
Nevertheless the people from our
region, first generation emigrants,
comforting one another, slowly began to move out of the slums and through great sacrifice managed to give their
children schooling which permitted them to move up the social ladder.
The life of Sicilians in America
has been an alternating of sacrifice and
success.
Today the Sicilian and Italian communities of the USA , represent a solid, hard-working and
dynamic expression of
American society with a consistent political influence on the life of
the American nation.
Today the Sicilian and Italian
communities of the USA, contribute with
their hard-work and professionality, not only to the economic and social weatlh of the American nation, but
also and especially to strengthen and to keep alive, even in difficult moments,
our relationship of fraternity and brotherhood with the American people.
Today the Sicilian and Italian
communities of the USA, like all the
communities of Sicilians all over the
World, who have never forgotten their links with their native lands, have
managed to give a very important impression of Sicily in the World,
showing how marvellous and complex this land is, becoming the AUTHENTIC AMBASSADORS OF CULTURE AND
HUMANITY.
We Sicilians who have been lucky enough
to remain in Sicily ,
thank you and are very proud of you all.
We promiss to love this island even more
, even if we are convinced that we'll never love it as you do.
Today we can affirm that the great
phenomenon of emigration, which has marked the history of humanity in general
and in particular of Sicily, the
widespread and active presence of Sicilian cultural communities in every part of the world, have become an
authentic resource for the whole of humanity.
Our language, our culture, our
traditions, our sense of humanity, our ideals of liberty and solidariety, are
important and have had a vital role in
the history of the world, contributing
in a strong and decisive way to
the building of a culture and of a civilization more in harmony with Man with the aim of preserving the liberty and dignity of every
human being.
In this context the C.O.E.S., in these
last 40 years, has fought a big battle together with the Sicilian
emigrants in every part of the world , to break those chains of
poverty that have characterized so many
years of the history of the South especially of Sicilians.
We have not always succeeded in our
objectives; battles are not always won, all the rights we have demanded have
not been given.
However, thanks to the pressure which
the C.O.E.S. has exercised in these years, emigration and emigrants have
conquered that human, social and economic dignity that in many occasions it had
lost.
Today emigration is nolonger that of the
past.
All the problems connected to emigration
have radically changed.
We need to suggest a new proposal and a
new commitment which should be
active and orientated towards the
community in order to give concrete
answers to the many problems that have emerged in the new political, social and
economic context.
The immediate problems that should be
solved are many, I will give you only a few examples: the possibilty of regaining Italian citizenship without losing the other nationality
(especially in the USA); the Consular
Registry should mirror the AIRE and the
electoral rolls of the Italian and Sicilian
native towns; the guarantee of having
good health treatment for Italians and Sicilians resident abroad; the possibility
of having a pension through international agreements; the safeguarding of rights to Sicilians who live outside Europe with the
application of E.U. legislation; the introduction in the Sicilian Constitution
of articles which permit the election of Sicilians who are resident abroad to the Sicilian Regional Parliament.
Even information represents a priority
that can not be postponed.
In a world in which mass communication has acquired a preminent role,
information for the communities of Sicilians abroad, must be constitutionally guaranteed.
Another important battle is that of the
promotion of the teaching of Italian
language and culture and why not of Sicilian, in the educational system of the United States ,
which in a globalized world becomes a
value we can not renounce to fight for.
We know that the year 2005 in the United States
is the year dedicated to foreign languages.
In September in 630 high schools the
Advanced Placement Program in Italian language and Culture will begin.
The commitment of many institutions and
organizations in this direction like the NIAF (National Italian American Foundation), OSIA (Order of the Sons of Italy
in America )
, UNICO and many others, is a good sign.
Even we Sicilians, even the C.O.E.S.
feel it must be committed to this, because the success of this program is
essential for any future development.
The active collaboration of the C.O.E.S.
with many Sicilian schools goes in this direction, cooperating with the Education
Department of the State of New
Jersey and the Italian American Heritage
commission in the carryiing out of a
'pilot project' whose principal
objectives are to " promote the study of the contributions of Italian culture in the world" and to study all the problems concerning
emigration, especially Italian emigration abroad and in particular in New
Jersey.
This will represent an important
opportunity on a world-wide basis, in which many young Sicilians and many
young Americans of Sicilian origins, will work hand in hand on a project on peace and development.
Connected to these problems to be faced
in the future, aware that today Sicily is nolonger a land of emigration,
but especially a land of immigration and
fully aware that emigration should be seen as
a resource, we must do all that
is possible to strengthen the relations
between Sicily at every level of representation with the Sicilian communities
all over the World.
It is important to contribute,
especially with the younger generations, to strengthening values and a sense of
identity and to developing cultural, trade and economic relations through a dense network of activities and
every sort of reciprocal collaboration.
"Culture";
"formation"; "information"; "rights and
legislation"; "economy and
business"; "memory, roots and
identity"; "working together
as a system";
"representation and
participation in the institutions";
"political activity"; "value of the associations of the
Sicilian emigrants in the world", can represent a decalogue for future
action.
We are working in this direction in
order to strengthen and maintain alive and active the links between our
communities in world and their native towns through economic, trade, cultural
and tourist ties and through all the possibilties that the new information
technology consent today.
"Working together as a
system" are the key words that Sicilians and Italians all over the world
should consider in every field of
action, especially in business.
Today this positive climate between the
States and Italy , between
the States and Sicily ,
has contributed to strengthening the economic and trade ties notwithstanding the difficulty in competition of our exports, due
to the loss in value of the Dollar/Euro exchange rate.
In this delicate situation the Made in Italy and Made in Sicily
must be defended and supported through advertising and with
the help of the "Sportelli Unici" which have been recently
opened.
The domand for Sicily
and Italy
is increasing all the time.
Today Sicilians are finally aware that
this marvellous island, pearl of the Mediterranean, a bridge between Europe and
Africa, a melting pot of thousands of
cultures, is in a unique position and
can represent a great potential for business
in almost every field, but especially in tourism and in bio food and wine.
It's no use crying about what has not
been done in the past, we must roll
up our sleeves and get to work.
This
is the challenge and these are
the battles that we must fight in the future.
I'm convinced that with our commitment and the passion of
all of us, with the more active role of the institutions, together with Sicilians all over the world, we will be able to carry out concrete actions and development for Sicily and
Sicilians, convinced as we are, that any
battle undertaken for the well-being of the community, is bound to end in victory.
It won't be easy to forget the pride of
being Sicilian that on that 12th October,
all of you helped me to recall and strengthen.
That date is engraved in my mind and in my heart but I'd like also to add that today 20 th
June 2005, will also remain in my heart and mind for ever.
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