Il 26 di Gennaio sarà aperta al
pubblico la mostra “L’Italia
delle stragi: 1860-2012”
del pittore Gaetano Porcasi. Ad inaugurarla ci saranno il sindaco di Alcamo
Sebastiano Bonventre e il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta.
Dopo l’inaugurazione, si terrà il convegno “Lo stragismo in Italia,
dall’unificazione ai nostri giorni” nel quale relazioneranno il prof.
Giuseppe Carlo Marino, docente di Storia Contemporanea all’Università degli
Studi di Palermo, Salvo Vitale, presidente dell’Associazione Peppino Impastato,
Donatella Porzi, assessore alla Cultura della Provincia di Perugia, e Gaetano
Porcasi.
I dipinti della
mostra fanno parte della terza opera editoriale di Porcasi, pubblicata col
patrocinio del Comune di Partinico, della provincia Regionale di Perugia e
della Regione Siciliana e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio
di Perugia.
Questi i tragici
eventi rappresentati nei dipinti: la strage di Bronte (1860), la rivolta e
strage di Castellammare del Golfo (1862), la mattanza del 1862-64, la rivolta del
Sette e mezzo (Palermo 1866), la strage di Giardinello (1893), la strage di
Caltavuturo (1893), la strage di Milano (1898), la strage delle Fosse Ardeatine
(1944), la strage di Marzabotto (1944), la Strage del pane (Palermo, 1944), la
strage di Portella della Ginestra (1947), la strage di Bellolampo (1949), la strage
di Reggio Emilia (1960), la strage di Ciaculli (1963), la strage di Piazza
Fontana (1969), la strage di Peteano (1962), la strage di Gioiatauro (1970), la
strage della questura di Milano (1973), la strage di Fiumicino (1973), la
strage di Piazza della Loggia (Brescia, 1974), la strage dell’Italicus (1974), la
strage di Alcamo Marina (1976), la strage di Ustica (1980), la strage della
stazione di Bologna (1980), la strage di Via Pipitone Federico (1980), la strage
di Natale (1984), la strage di Pizzolungo (1985), la strage di Capaci (1992), la
strage di Via D’Amelio (1992), la strage dei Georgofili (Firenze, 1993), la strage
dell’11 dicembre (New York, 2001), la strage di Nasiyyria (2003), la strage di
Duisburg (2007), la strage dell’Isola del Giglio (2012).
Dell’opera di
Porcasi riportiamo di seguito l’Introduzione di Salvo Vitale, autore anche dei
testi che accompagnano i dipinti: «La storia d’Italia è piena di stragi di cui,
ad oggi, si ignorano i mandanti. Persone assolutamente estranee a tutto hanno
avuto il torto di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, hanno
pagato con la vita la decisione scellerata di far di loro le vittime
sacrificali di oscuri disegni, in gran parte politici. Sul significato di
“strage” si è soffermato lo storico Giuseppe Carlo Marino nel suo libro La Sicilia delle stragi (Newton Compton
2007).
Autentiche forme di terrorismo
mafioso hanno reso Palermo come una città in guerra, ma anche nel resto
d’Italia la stagione delle bombe e della strategia della tensione ha
scientificamente cercato di creare una situazione di tensione e una psicosi
tale da orientare le scelte elettorali verso forme autoritarie di destra.
Scarso successo hanno avuto le stragi partite dal basso, come momento di
rivoluzione e di ribaltamento radicale della situazione politica esistente. A
parte alcune forme di resistenza gratuita e occasionale, i gruppi dirigenti
rivoluzionari non sono riusciti a proporre forme di gestione alternativa a
quella che cercavano di negare e si sono lasciati coinvolgere dal ricorso a
mezzi e metodi repressivi tipici delle forme oppressive che intendevano negare.
Il pennello di Gaetano Porcasi attraversa una lunga scia di tempo, da Bronte a
Via D’Amelio, cercando di leggere lo stragismo come strumento della follia
umana, dove l’elemento della distruzione e dell’odio, tipico della psiche
umana, si scontra con la voglia di affermazione della vita, con gli strumenti
della razionalità e spesso si trova a soccombere.»
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