Sommario:1. Saluti. - 2. Introduzione. - 3. Palermo, città natale della Madre Santissima del Lume. - 4. La diffusione del culto in Sicilia e nel resto d’Italia. - 5. La diffusione del culto nel mondo. - 6. Il giorno della Festa. - 7. Conclusioni.
1. Saluti
Desidero innanzitutto, per un’esigenza che scaturisce dal cuore, rivolgere un riverente pensiero al compianto don Mario Boaretto, arciprete della Parrocchia San Materno di Melara, che ha alimentato e rafforzato la mia devozione per la Madre Santissima del Lume.
Mi sia consentito, altresì, far giungere un caloroso saluto a Savino Chiavegatti e alla sorella Maria Pia. Gli scritti e le immagini che Savino Chiavegatti mi ha fatto pervenire e le preziose testimonianze della sorella Maria Pia, mi hanno aiutato a comprendere e ad apprezzare l’unicità, la straordinarietà e la bellezza della meravigliosa e sacra immagine della Madre Santissima dell’Eterno Lume venerata qui a Melara.
Un fraterno, affettuoso saluto e un vivo ringraziamento di cuore lo rivolgo a Mariadele Orioli che ha contribuito e contribuisce a diffondere nel mondo il culto per la Madre Santissima del Lume con la sua testimonianza, con i suoi scritti e anche con il suo prezioso volume sulla Madonna del Lume di Melara. A Mariadele desidero rivolgere ancora una speciale riconoscenza e gratitudine perché, con non pochi sacrifici e con grande fede e amore, ha voluto, fortissimamente voluto, questo primo incontro internazionale. Che il Signore e la Madre Santissima del Lume gliene rendano grazie.
Rivolgo, infine, un cordiale saluto e un grazie agli organizzatori, a tutti i partecipanti, ai relatori, al Sindaco e all’Amministrazione comunale di Melara, alle Autorità, al parroco di Melara don Daniele Donegà e a S.E.monsignor Lucio Soravito de Franceschi, vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo.
2. Introduzione
“La Madre Santissima del Lume da Palermo al mondo” è il tema proposto da questo Primo Convegno Internazionale, e anche l’argomento che ci è stato affidato.
Siamo consapevoli che voler trattare esaustivamente, in questa sede, le tematiche inerenti è impresa ardua se non impossibile. Cercheremo, per quanto possibile e tenendo presenti le finalità del Convegno, di coniugare l’esigenza di sintesi con quella di non penalizzare troppo gli aspetti più significativi.
In ogni caso, anche in questa straordinaria occasione la finalità più importante è quella di elevare una preghiera corale e di rendere una sentita testimonianza di devozione e di amore per la nostra Mamma Celeste.
Al tempo stesso, crediamo che questo incontro possa rappresentare per noi tutti una concreta opportunità per stimolare una sentita riflessione sul vero senso da dare alla nostra vita e contribuire a rafforzare il coraggio di essere cristiani per poterlo testimoniare con forza e convinzione.
3. Palermo, città natale della Madre Santissima del Lume
Non vi è alcun dubbio, così come concordemente sostenuto dagli studiosi, che la città di Palermo può, anzi, deve essere considerata a pieno titolo la capitale, la città natale della Madre Santissima del Lume.
Così come non vi è alcun dubbio che il promotore del culto e della devozione per la Madre Santissima del Lume, unanimemente e universalmente riconosciuto, è il missionario gesuita padre Giovanni Antonio Genovese.[1]
È proprio a Palermo, in quel tempo Capitale del Regno di Sicilia,[2]che il missionario gesuita padre Giovanni Antonio Genovese, pieno di fervore per l’amatissima Maria Immacolata Madre di Dio, mentre si trovava nel Collegio Massimo della Compagnia di Gesù, maturò l’idea e il desiderio di realizzare un’immagine della Madre di Gesù Cristo, Luce del mondo, da dipingere su tela, per poterla portare con sé in missione, insieme al Crocefisso, e rendere in tal modo più efficace l’opera di evangelizzazione intrapresa in terra di Sicilia.[3]Per i Gesuiti, infatti, l’uso delle immagini, è sempre stato uno strumento didattico-catechistico di primaria importanza. Con questa consapevolezza padre Giovanni Antonio Genovese intendeva mettersi in cammino per riaccendere la fede e l’amore per Gesù e la Sua diletta Madre. E sperava ardentemente che sulla scelta del Titolo e dell’Immagine, in un modo o in un altro, fosse la stessa Vergine Santissima a dare un’indicazione, un segnale, un qualsiasi cenno che potesse compiacerla.
Con questo desiderio il missionario gesuita chiese a una santa donna, una veggente (forse la marchesa Ugo delle Favàre), di pregare la Santa Vergine per ottenere da Lei le indicazioni desiderate.
E a Palermo nella chiesa Santo Stanislao Kostka (cosa pacificamente riconosciuta, anche se non ci sono prove documentali sul punto), l’Immacolata Madre di Dio, esaudendo le sentite preghiere, molto verosimilmente nel 1722,[4]il 21 novembre,[5]apparve alla pia donna chiedendole di essere invocata con il Titolo desiderato di Madre Santissima del Lume e di essere dipinta nello stesso modo della celestiale visione.[6]Una visione che rappresentava in modo sublime ed eloquente la cooperazione della Madre di Dio con il Redentore nostro Signore Gesù Cristo nell’opera salvifica dell’umanità rappresentata da un giovane peccatore. Il peccatore, che rappresenta ciascuno di noi, per cercare di salvarsi - come fu visto dalla veggente nella celestiale visione - alza con fede il suo braccio. La Vergine Santissima, per la Grazia concessa dal suo Figlio Gesù - che regge sul braccio sinistro - afferra il peccatore per il polso evitandogli di sprofondare nel fuoco dell’inferno, rappresentato dalla bocca spalancata di un dragone, e così lo salva.[7]
Il Titolo di “Madre Santissima del Lume”, voluto dalla Vergine Santissima, ben può essere considerato il titolo per eccellenza, il titolo più nobile, più dolce, più amabile, più completo, sublime, eccelso ed universale. Un titolo che contiene tutti gli altri titoli - migliaia - attribuiti a Maria di Nazareth. È sicuramente il titolo che rappresenta la straordinaria sintesi della vocazione e della missione della nostra Mamma Celeste, l’origine da cui nascono tutti i privilegi suoi e della bellezza divina.[8]
La pia donna e Padre Genovese si adoperarono, sempre a Palermo, di far dipingere da un valente pittore la Madre di Dio nella stessa maniera in cui era apparsa. Dopo diversi tentativi, con la guida e la benedizione della stessa Mamma Celeste, lo straordinario dipinto fu realizzato. Il quadro, benedetto e prodigioso, divenne subito foriero di grazie e di miracoli per tutti quelli che hanno pregato e pregano la Vergine Santissima invocandola con il meraviglioso Titolo di Madre Santissima del Lume, così come l’Immacolata aveva promesso.[9]
Secondo lo storico canonico Antonino Mongitore, già nel 1727 esisteva a Palermo una Confraternita dedicata alla Madonna del Lume.[10]
Sempre a Palermo, nel 1733, padre Giovanni Antonio Genovese, con la collaborazione del confratello padre Emmanuele Aguillera,[11]pubblicò in forma anonima e per i tipi di Stefano Amato l’opera dal titoloLa divozione di Maria Madre SS. del Lume.[12]
I due volumi, prima opera in assoluto dedicata alla Madre Santissima del Lume, sono stati e continuano ad essere a tutt’oggiunpunto di riferimento insostituibile e fondamentale per storici, studiosi e ricercatori di tutto il mondo.
Nel 1736 un gruppo di operai “appartenenti a diverse arti e mestieri” fondò la “Confraternita di Maria SS. del Lume al Noviziato,” con lo scopo di incrementare il culto per la Vergine Santissima.
Ancora oggi i confrati seguono le vecchie regole approvate il 10 maggio del 1742 dal cardinale Michelangelo Celesia.[13]
Ed è ancora a Palermo che nel 1736, in contrada detta del Giardinaccio, oggi via San Cristoforo, una traversa della centralissima via Roma, sorse la prima chiesa intitolata alla Madre Santissima del Lume. L’anno successivo, il 17 giugno 1737 la chiesa fu inaugurata solennemente.
Il Santo Padre, Papa Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini, con il Breve Apostolico dato il 3 luglio 1737, consentì di celebrare ogni anno, la seconda domenica di settembre, nella stessa chiesa di via San Cristoforo a Palermo, la festa solenne in onore della Madre del Lume; inoltre, con il Breve Apostolico di pari data, il Papa concesse a tutti i membri della Congregazione l’indulgenza plenaria in perpetuum,nel giorno della festa.
Con altro Breve Apostolico del 6 febbraio 1738, sempre Papa Clemente XII approvò ufficialmente il culto per la Madre Santissima del Lume.
Dal 1997 a tutt’oggi, nella chiesa di via San Cristoforo, ogni settimana si riunisce il gruppo di preghiera “Salus Infirmorum” e ogni anno, la seconda domenica di settembre, si celebra il “Giubileo”, ossia la pubblicazione dell’Indulgenza Plenaria per chi riceve i Sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia.
Nella medesima chiesa, dal 1998 si può ammirare una tela raffigurante la Madre SS. del Lume che fino a quella data era stata conservata nei depositi del Museo Diocesano di Palermo.
Nel 1737 il padre gesuita Pietro Maria Ferreri pubblicò, sempre a Palermo, per i tipi di Angelo Felicella, la seconda edizione - la prima era stata pubblicata nel 1733 - dell’opera, divisa in tre tomi, dal titoloInstruzioni in forma di Catechismo per la pratica della dottrina Cristiana spiegate nel Gesù di Palermo da Pietro Maria Ferreri palermitano della Compagnia di Gesù.[14]Quest’opera, nel primo tomo, contiene due straordinarie Immagini (Si tratta della stampa di un’incisione firmata Orlando) della Madre Santissima del Lume alla quale il padre gesuita dedica l’intero suo lavoro.[15]
Un’altra chiesa in onore della Madre Santissima del Lume fu fondata nel 1744 in Corso Calatafimi a Palermo.
Dal 1788 ai Cassàri, storico quartiere di Palermo, si venera la Madre del Lume nella chiesa a Lei dedicata e progettata da Salvatore Marvuglia, fratello del più famoso Venanzio.
È sempre a Palermo che nel 1905, secondo quanto tramandato dagli anziani, su commissione della Confraternita il maestro Pisciotta, nella sua bottega di Palermo, in via del Lume al Noviziato, ha realizzato il sontuoso gruppo scultoreo raffigurante la Madre Santissima del Lume, che adorna la chiesa Santo Stanislao Kostka al Noviziato e che oggi, momentaneamente, illumina la splendida chiesa barocca dell’Immacolata Concezione al Capo. Il gruppo scultoreo è sicuramente uno dei più splendidi tra quelli esistenti al mondo.[16]
A Palermo sono conservati non meno di sei dipinti raffiguranti la Madre Santissima del Lume. Nella parrocchia Santo Stanislao Kostka si conserva il prezioso dipinto, olio su tela, un ovale, che, secondo alcuni studiosi, potrebbe essere l’immagine originale, primigenia[17].
Nel 1984, padre Vincenzo Arnone, parroco della chiesa Santo Stanislao Kostka, con Bruno De Marco Spata e Arrigo Amato sono riusciti a trovare, dopo non poche difficoltà, presso la Biblioteca Nazionale di Palermo il primo volume dell’operaLa divozione di Maria Madre SS. del Lume, attribuito a Padre Giovanni Antonio Genovese.[18]
Nel 1997, Arrigo Amato, studioso e devoto della Madre Santissima del Lume, nella Biblioteca Comunale di Palermo ha trovato un importantissimo documento[19]dal titolo:“Lettera in risposta al Signor N.N. in cui dalla Sacra Scrittura, da’ Concili Ecumenici e dai Santissimi Padri viene manifestata la vera origine e l’antichità del Titolo Madre del Lume dovuto alla Santissima Vergine e l’obbligo rigoroso che abbiamo di invocarla – Palermo 1738.”[20]
Ed è ancora a Palermo, nella Chiesa Santo Stanislao Kostka, secondo la discreta testimonianza di tanti fedeli, che la Madre Santissima del Lume, dal 1991 e fino al 2000, ogni primo giovedì del mese, è apparsa alla veggente Carla Faconti.[21]
Sempre a Palermo e in particolar modo al “Capo”[22]dove si trova la chiesa Santo Stanislao Kostka - conosciuta da tutti come“a chiesa ra Maronna o Lumi”(La Chiesa della Madonna del Lume), - oggi come ieri, nonostante il relativismo e l’indifferentismo caratterizzanti i nostri tempi, la devozione, la fede e l’amore per la Madonna del Lume sono sentiti in modo straordinario e indescrivibile.
Queste appena ricordate rappresentano solo alcune delle ragioni per le quali possiamo considerare Palermo, la città natale della Madre Santissima del Lume.
4. La diffusione del culto in Sicilia e nel resto d’Italia
Da quella visione, da quel 21 novembre 1722, da quel sabato tanto caro a Maria, la straordinaria Immagine e il meraviglioso Titolo di Maria Madre Santissima del Lume, partendo da Palermo, con un crescendo senza fine e superando ogni ostacolo, in pochi decenni, si sono irradiati in Sicilia, nel resto d’Italia e in ogni parte del mondo.
La diffusione del culto per la Madre Santissima del Lume è riconducibile, prevalentemente, all’opera incessante dei padri della Compagnia di Gesù a cominciare dal padre Giovanni Antonio Genovese che ne fu il promotore, dal di lui fratello Giuseppe Ignazio Maria Genovese[23]che ne portò la devozione nella Nuova Spagna,e dal Padre Emmanuele Aguilera che contribuì a realizzare nel 1733 l’operaLa divozione di Maria Madre SS. del Lume.
I missionari gesuiti attraversarono la Sicilia in lungo e in largo - dalla costa settentrionale all’Appennino siculo (Le Madonie, i monti Nebrodi e Peloritani), all’entroterra, alle coste occidentali, orientali e meridionali - per far conoscere l’Immagine e il Titolo della Madre Santissima del Lume e infervorare i cuori dei fedeli. I missionari, ovunque andavano, oltre alla miracolosa Immagine, l’originale dipinto a Palermo, portavano tantissime icone della Madre Santissima del Lume che lasciavano ai fedeli. In ogni comunità ove la devozione e il culto si diffondevano, si registravano e continuano a registrarsi, come frutto di una fede profonda e sentita, abbondanti grazie spirituali, corporali e miracolose compartite dalla Madre Santissima del Lume.[24]
Tuttavia va sottolineato che, accanto aiseguaci di Sant’Ignazio di Loyola, a diffondere il culto e la devozione per l’Immacolata Madre SS. del Lume in ogni parte del mondo ci sono stati e ci sono molti ordini religiosi, confraternite e gruppi di preghiera, e migliaia e migliaia di fedeli (dagli umili ai superbi, dai poveri alle tante famiglie nobiliari, dagli ultimi ai potenti) che hanno dedicato e dedicano in Suo onore sentite feste popolari, parrocchie, chiese, santuari, dipinti, vetrate artistiche, statue, edicole votive e icone di ogni genere.
Meritano una particolare menzione i nostri emigrati che di generazione in generazione, in qualsiasi parte del pianeta si trovino, hanno contribuito e contribuiscono a divulgare, con fede e amore, la devozione per nostro Signore Gesù Cristo, per tutti i santi patroni dei paesi d’origine, per la Madonna sotto gli innumerevoli titoli e anche sotto quello di Madre Santissima del Lume.[25]
In Sicilia, così come in ogni parte d’Italia e del mondo, oggi come ieri, spesso le storie e le vicende umane e sociali di tantissime persone, famiglie e comunità si intrecciano con le vicende che, in un modo o in un altro, possono essere ricondotte alla Madre Santissima del Lume.
In tantissimi centri dell’Isola[26], in onore della Madre Santissima del Lume sono state edificate chiese ed edicole votive, sono stati costruiti collegi ed orfanotrofi, eretti altari, adornati da splendide immagini, dipinti e complessi scultorei, intitolate vie, piazze, scuole, e sono stati organizzati eventi di ogni genere.
In Sicilia la Madre Santissima del Lume è festeggiata con particolare fervore oltre che a Palermo anche a Porticello e a Linèra.
A Porticello,una splendida località marinara poco distanteda Palermo, dopo che i pescatori della borgata, secondo la leggenda, pare abbiano trovato in circostanze misteriose il famoso Quadrodella Madre Santissima del Lume dipinto su una lastra di ardesia, unico esemplare al mondo, per la Vergine Santissima si è verificata un’esplosione di fede e di amore.[27]
Sin dalla prima metà del Settecento a Porticello fu costruita una chiesa dedicata alla Madonna del Lume, protettrice dei pescatori e patrona della comunità di Porticello, dove si conserva lo splendido “Quadro”.[28]
Secondo il sacerdote Giovanni La Mendola, «La Madonna del Lume, per i porticellesi, è segno di unità e vincolo di comunione. Nel nome di Maria si perpetuano tradizioni, devozioni, contenuti di fede che, altrimenti, sarebbero andati perduti.»[29]
A Linèra[30], i festeggiamenti in onore della Madre Santissima del Lume sono particolarmente sentiti. Il giorno della festa per i cittadini di Linèra, infatti, è il giorno più bello dell’anno. Sin dalle prime ore del mattino i fedeli con canti di giubilo e manifestazioni di fede partecipano all’apertura della cappella della Madonna, alle celebrazioni eucaristiche e alla processione che coinvolge tutti i cittadini ed i fedeli anche dei paesi vicini. Sempre a Linèra alla Madre SS. del Lume, oltre al complesso statuario e al dipinto, è stata dedicata una bella chiesa, elevata a parrocchia.[31]
In Sicilia, dedicate alla Madonna del Lume, oltre a quelle di Porticello e di Linera, vi sono altre due parrocchie: quella di Palazzo Adriano[32]e quella di Naro.[33]
A Naro alla Madre Santissima del Lume è stata dedicata una piccola chiesa e uno straordinario complesso statuario di scuola napoletana.[34]
La chiesa fu edificata nel 1737-38[35]per operadi un francescano, padre Giovanni Battista Timpanaro, che ne favorì e diffuse il culto della Madre Santissima del Lume.
I promotori, pertanto, furono i padri francescani e non i gesuiti, così come normalmente avveniva in altre città, e ciò, nonostante che a Naro vi fosse una forte e attiva presenza di gesuiti (si pensi solo che già nel 1610 fu fondato il collegio dei gesuiti le cui scuole addottoravano in “utroque Iure”).
Sulla chiesa e sul culto per la Madre Santissima del Lume a Naro riteniamo doveroso fare qualche precisazione.
Certo la circostanza che a diffondere il culto per la Madre Santissima del Lume fossero stati i padri francescani non può meravigliare più di tanto. Si consideri, sul punto, che quando, nel 1733, si sviluppò la “querelle”ermeneutica e teologica sull’immagine e sul titolo della Madre Santissima del Lume, fu proprio l’intervento illuminante di un frate francescano che, interpretando correttamente l’iconografia del Lume - sostenne che la Madre di Dio col suo intervento impediva al peccatore pentito di precipitare nelle fiamme dell’inferno e non che lo tirasse fuori - contribuì a dirimere la questione che culminò con l’autorizzazione del culto da parte del Papa Clemente XII.
L’altra precisazione si riferisce al fatto che in moltissimi centri l’immagine che si venera è di solito un dipinto ovvero un dipinto e una statua, e comunque in ogni caso c’è sempre un dipinto; invece a Naro, pur ricchissima di opere d’arte, oltre alla chiesa e all’intitolazione della strada ove è ubicata la chiesa stessa, c’è solo il pregevole complesso statuario e nulla di più.
Non è superfluo evidenziare, infine, che quasi tutte le città in cui si è sviluppato il culto per la Madre del Lume, in un modo o in un altro hanno un rapporto con l’acqua (mare o fiumi) e che le chiese sono state costruite nei centri urbani.
Non è così per Naro, ove la chiesa fu costruita lontana sia dall’acqua sia dal centro urbano. La chiesa, infatti, è stata costruita in un luogo periferico, in un luogo di morte, di pene e di tormenti: il “lazzaretto”.[36]
Anche a Racalmuto, in provincia di Agrigento, una cittadina che ha dato i natali, tra gli altri, a tantissimi gesuiti[37], il culto per la Madonna del Lume non si è sviluppato. Solo nel 2010 è stato ritrovato uno splendido dipinto, olio su tela, che fatto restaurare, oggi adorna la Chiesa Madre.
Sempre in Sicilia, non meno di cinque chiese, dedicate alla Madonna del Lume sono andate distrutte: a Catania, a Ciminna, a Milazzo, a Palma di Montechiaro[38]ed infine a Campofranco.[39]
Va rilevato ancora che importanti opere d’arte, chiese, cappelle, edicole votive dedicate e in onore della Madre Santissima del Lume si trovano in paesi o città che, in un modo o in un altro, ebbero rapporti anche con le tante famiglie nobiliari presenti in Sicilia; tra queste ricordiamo le famiglie dei Gioieni[40], dei Ventimiglia,[41]dei Lucchesi Palli,[42]dei Marchesi Ugo delle Favàre[43], dei Filangeri.[44]
Due bellissimi affreschi raffiguranti la Madonna del Lume - oltre a quello che si può ammirare nella cappella Gentilizia della famiglia dei Marchesi Ugo delle Favàre nel cimitero dei “Cappuccini” di Palermo e quello più recente realizzato nel 1992 da Filippo Maggiore nella volta della chiesa di Porticello - ornano altrettante chiese siciliane: uno, la chiesa latina di Palazzo Adriano e, l’altro, la maestosa Chiesa Madre di Santo Stefano di Quisquina.
Sempre in Sicilia, dedicate alla Madonna del Lume, vi sono oltre la metà delle statue raffiguranti la Madre Santissima del Lume nel mondo,[45]più di cinque edicole votive[46]e oltre cinquanta dipinti, di cui la maggior parte sono dipinti ad olio o tempera su tela e custoditi in diverse chiese, conventi, istituti religiosi, cappelle gentilizie e luoghi privati.[47]
Intanto, negli anni in cui il Titolo, l’Immagine, il culto e la devozione per la Madre SS. del Lume si diffondevano senza sosta, la Sacra Congregazione dei Riti con Decreto del 27 gennaio del 1742, indirizzato al Vescovo di Siracusa Monsignore Matteo Trigona (1732 –1747) poneva degli ostacoli alla diffusione del culto per la Madre SS. del Lume nella Diocesi di Siracusa.[48]
Sempre in quel periodo la Sacra Congregazione dell’Indice, con decreto del 22 maggio 1745, proibiva i due volumi suLa divozione di Maria Madre SS. del Lume,attribuiti ai padri gesuiti Genovese e Aguilera e superiormente richiamati.
Secondo l’anonimo Sacerdote autore della Breve notizia della Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume, le motivazioni potrebbero essere state quelle che di seguito testualmente si trascrivono:1) È un’opera di Autore Anonimo; 2) per esprimersi e registrarsi in essa opera una rivelazione cotanto insigne e raccontarsi tanti miracoli, o siano grazie miracolose senza la dovuta critica ed esame; 3) per riferirvisi rivelazioni, virtù d’una donna avanti sua morte; 4) per non esservi aggiunta la protesta dell’Autore prescritta già dal Santo Padre Urbano VIII.
Invero, se le motivazioni che spinsero la Congregazione dell’Indice a prendere la decisione di proibire l’opera di padre Genovese e di padre Aguillera dovessero essere quelle sopra delineate, non si può non osservare che le stesse risultano del tutto infondate, tanto da far dedurre, inevitabilmente, che non si trattò di una scelta coerente con le finalità istituzionali dell’Indice, bensì di una scelta “politica” imbastita nei confronti della Compagnia di Gesù, invisa non soltanto alle monarchie del tempo, ma anche, per le controversie tra loro insorte, ad altri Ordini religiosi.[49]
Dovettero passare parecchi anni per dirimere tutte le questioni che il più delle volte venivano sollevate strumentalmente.
Nella prima metà del Settecento, dalla Sicilia il culto si diffuse ben presto verso l’Italia meridionale, in particolare in Calabria e in Puglia e poi nel resto d’Italia specialmente in Emilia Romagna e in Veneto.
In Calabria, a cominciare dal capoluogo, la devozione per la Madre Santissima del Lume è particolarmente sentita. A Vibo Valentia e in molti comuni della provincia il culto è molto radicato. A Favelloni alla Madre SS. del Lume è stata dedicata una chiesa, una bellissima statua e un’interessante tela; a Presinaci di Rombiolo una splendida statua. E ancora in Calabria a Pellaro[50]la comunità tutta ha sempre sentito una particolare fede per la Madre Santissima del Lume dedicandole, oltre a una tela del XVIII secolo, anche una chiesa elevata a parrocchia.[51]Una bellissima tela della Madre SS. del Lume si può ammirare a Siderno nella Chiesa San Nicola di Bari nella cappella a Lei dedicata.[52]
In Puglia, ed in particolar modo a Grottaglie,[53]in provincia di Taranto, alla Madre SS. Del Lume, protettrice della Confraternita del Santissimo nome di Gesù, è stata dedicata una chiesa ubicata nel cuore del centro storico. Un bellissimo dipinto del 1740, attribuito a Nicolaus Coviello, adorna la bellissima chiesa. Sempre in Puglia, a Bari, alla Madonna del Lume è stata dedicata una bellissima edicola, recentemente restaurata e posta in un’ampia nicchia del settecentesco palazzo appartenuto alla nobile famiglia D’Amelj.
Anche in Emilia – Romagna e in Veneto, specie nei territori attraversati dal fiume Po, sin dalla fine del Settecento, anche per le predicazioni e per il fervore apostolico dei padri gesuiti, per la Madre Santissima del Lume si è radicata nel cuore della gente, specie negli anziani, una straordinaria devozione.[54]
A Bologna, un interessante dipinto del 1777 raffigurante la Madre SS. del Lume, attribuito a Scipione Azzi Ferrarese, ha adornato fino al 16 marzo del 1809 un altare della chiesa di Santa Maria della Neve, poi un altare della chiesa sussidiale di S. Maria delle Muratelle;[55]dopo il 1943 il dipinto è stato posto, sempre a Bologna, nella cappella dell’Opera di Padre Marella in via del Lavoro,13. A Ferrara, anche per la presenza dei Gesuiti, intensa è stata la devozione per la Madonna del Lume. A Cesta, frazione di Copparo,[56]alla Madre del Lume è stato dedicato un Santuario, inaugurato nel 1954. Anche a Faenza[57]e in tante altre comunità della provincia di Ravenna il culto per la Madonna del Lume è stato straordinario.
Siamo comunque pienamente consapevoli che la devozione per la Madre Santissima dell’Eterno Lume nei territori attraversati dal fiume Po trovino la massima espressione qui a Melara, in questa dolcissima e splendida cittadina bagnata dal fiume Po, dove avevano operato attivamente per secoli i Benedettini, e dove alla fine del Settecento giunsero i Gesuiti provenienti dal Messico, da dove erano stati espulsi.[58]
Il 31 ottobre 1780 il sacerdote gesuita padre Blas Arriaga donò alla Chiesa San Materno di Melara lo straordinario e bellissimo dipinto raffigurante la Madre Santissima del Lume.[59]
Il dipinto splendidamente restaurato nel giugno 2014, il 29 settembre 2015 è stato restituito, dopo settanta’anni, al suo Altare originario che l’intera comunità di Melara - sia per adempiere gli obblighi contrattualmente assunti con padre Blas Arriaga donatore del dipinto, sia per un amore indescrivibile per la Sacra Immagine ricevuta in dono nel 1795 eresse, con non pochi sacrifici, nella chiesa arcipretale San Materno, dove fu posta la miracolosa Immagine.[60]
Per ricordare, a futura memoria, il prezioso quadro ricevuto in dono da padre Blas Arriaga, nella chiesa arcipretale San Materno a sinistra dell’Altare eretto dai melaresi per la Madre Santissima del Lume fu posta una lapide di marmo,[61]e alla destra dell’altare fu collocata un’altra lapide marmorea che riporta il testo integrale del Breve Apostolico dato a Roma il 6 dicembre 1780 dal Sommo Pontefice Pio VI col quale concesse l’Indulgenza Plenaria Perpetua Quotidiana.[62]
Da allora la Madre Santissima del Lume, con il suo sguardo materno e benedicente, assiste e protegge la comunità di Melara che con amore indicibile, di generazione in generazione, non ha mai smesso di venerare, amare e celebrare.
Oggi, a distanza di quasi due secoli e mezzo, ne abbiamo una straordinaria testimonianza.
Non spetta a noi, in questa sede, aggiungere altro sulla Madre Santissima del Lume di Melara. Desideriamo dire soltanto che guardando questa splendida Immagine non si può non innamorarsene, non si può non rimanere estasiati da tanta bellezza!
È nostro vivo desiderio, nostra grande speranza, per quando Lei lo vorrà, con la Grazia del Signore, poterLa incontrare e venerare, anche qui a Melara, con tutto il nostro cuore, il nostro amore e tutta la nostra devozione.
5. La diffusione del culto nel mondo
Dalla Sicilia “Feudo di Maria”, come il Santo Padre Pio XII ebbe a definire l’Isola nel 1954, e dal resto d’Italia - ove non vi è una sola città, un solo comune, un solo villaggio, che non abbia la Sua Madonna, un Suo “santuario” e una sua storia, ove non vi è città, comune o villaggio in cui la Vergine Santissima non abbia sparso i suoi favori con prodigalità, come scrisse Joseph Hoppenot nella sua mirabile opera La Sainte Vierge, [63]- la devozione per la Madre Santissima del Lume ben presto raggiunse ogni parte del mondo.
Nei primi decenni del Settecento il culto per la Madre Santissima del Lume arrivò “nell’arcipelago “Mariano”,le Isole Calipsee, cui fanno parte le isole di Malta e di Gozo, e contemporaneamente raggiunse la “Tierra de Maria” di Spagna e, varcando l’oceano, la Nuova Spagna, l’America Latina, l’Asia, le Isole Filippine e poi gli Stati Uniti d’America, tanto da diventare presto una sentita devozione planetaria.
La devozione per la Madre Santissima del Lume, soprattutto per le missioni compiute dai padri della Compagnia di Gesù, in pochissimi anni si diffuse inarrestabilmente anche nelle isole maltesi.[64]
Nel mese di giugno del 1732, come documentarono padre Genovese e padre Aguillera nell’opera La divozione di Maria Madre Santissima del Lume,subito dopo una missione fatta da un Sacerdote della Compagnia di Gesù,la fede e l’amore per questo nuovo Titolo e per questa nuova Immagine conquistarono i fedeli di Burmola,[65]dove in onore della Madre del Lume eressero un altare nella chiesa Parrocchiale.[66]
Un bellissimo dipinto raffigurante la Madre Santissima del Lume attribuito al famoso pittore Francesco Zahra,[67]adorna, unitamente alle immagini di San Giovanni Battista e di San Francesco di Paola, la suggestiva Cappella rurale dedicata alla Madre del Lume (Tad – Dawl), che si trova in contrada Tal Bidni, sulla strada che porta verso la cittadina maltese Marsascala.[68]
Altre chiese, dipinti ed altari dedicati alla Madre del Lume si trovano nell’arcipelago“Mariano”, ed in particolarea Zebbug, Zeitunn, Balzan, Birkirkara, Floriana, Cargur, Gozo, Gudja, Ghaxiaq, Kirkop, Lia, Luqa, Mdina, Mosta (ove oggi fa bella mostra di sé una delle più belle Cattedrali del mondo, la Rotunda), Mqabba, Naxxar, Qormi, Qrendi, Rotunda, Rabat, Safi, Siggiewi, Tarxein, Valletta, Vittoriosa, Zurrieq e in tanti altri centri piccoli e grandi.
Nello stesso periodo in Messico, sin dal 2 luglio del 1732, giorno in cui il miracoloso dipinto della Madonna del Lume, considerato da tanti l’Immagine primigenia, giunse dalla Sicilia nella città di Leòn ad opera del padre gesuita Giuseppe Ignazio Maria Genovese Tomai, fratello di Giovanni Antonio, la devozione per la Madre Santissima del Lume si è irradiata in tutto il Paese e in tutti gli strati della popolazione.
Nel 1737 il gesuita padre Lucas Rincon pubblicò in Messico la traduzione in Castigliano dell’opera attribuita a padre Giovanni Antonio Genovese “La Divozione di Maria SS. del Lume”[69]e nello stesso anno padre Giuseppe Ignazio Maria Genovese Tomai, sulla scia dell’opera pubblicata a Palermo nel 1733 dal fratello Giovanni Antonio, pubblicò il volume dal titolo Antidoto contra todo mal.[70]
Il 21 maggio del 1749 il teologo e cattedratico gesuita P.M. Joseph de Paredes, nella chiesa della Compagnia di Gesù di Merida, città del Messico meridionale, tenne un sentito e vibrante discorso sulle virtù celestiali della Madonna del Lume, “Porta del paradiso”,“Luz de la Luz”.Il famoso sermone fu pubblicato l’anno successivo in occasione delle celebrazioni dell’Anno Santo del 1750.
La devozione raggiunse una grande popolarità all’inizio della seconda metà del Settecento, nello stesso periodo in cui gli attacchi ai padri gesuiti s’intensificarono con un accanimento indescrivibile che culminò con la loro espulsione.
Durante il IV Concilio Provinciale Messicano, il 7 febbraio 1771 nel corso di un serrato dibattito si affrontarono, tra l’altro, le tematiche concernenti l’iconografia del Lume e la conformità di alcune parti dell’icona alla dottrina della Chiesa. Si pervenne alla conclusione di censurare alcune immagini e di far modificare i dipinti esistenti. [71]
Nel 1810 gli abitanti di León proclamarono la Virgen de la Luz “Defensora de la ciudad”(Difensora della città) e il 23 maggio del 1849, grazie anche alla solerzia e al devoto impegno di padre Josè Ignacio Aguado, fu proclamata “Patrona della Città di León”.
L’anno successivo i cittadini di León, cantando pubblicamente le litanie lauretane, invocarono con fede l’aiuto della Beata Vergine del Lume e attribuirono alla sua intercessione il fatto di essere stati risparmiati dalla peste e dal colera che imperversava nella regione. In segno di gratitudine dal 1850, ogni anno, il popolo devoto nei tre giorni che precedono l’Assunzione di Maria - 12,13 e 14 agosto - in onore della Madre del Lume organizza solenni festeggiamenti.
A seguito dell’accorata e sentita richiesta del vescovo di León don Dàvalos Sollano, pastore zelante e devotissimo della Madre di Dio, Il 19 settembre del 1872, S.S. Pio IX proclamò la Madre Santissima del Lume “Patrona della Diocesi di León”.
Il 2 luglio del 1888, Padre Tiburcio Medina, nella Cattedrale di León predicò il Panegirico della Madre Santissima del Lume, infiammando d’amore i cuori dei fedeli per Gesù e per Maria,[72]e nel 1901 Padre Acevedo Laureano Veres della Compagnia di Gesù pubblicò un importante volume sulla Meravigliosa Immagine, sul titolo e sul culto per la Madre Santissima del Lume.[73]
L’8 ottobre del 1902 la Vergine Santissima fu incoronata solennemente dal vescovo don Leopoldo Ruiz y Flores in esecuzione del Breve Apostolico dato da Sua Santità Leòne XIII il 23 marzo 1901.
La sempre crescente devozione per la Madonna del Lume ha fatto sì che Papa Benedetto XVI, nel 2005, elevasse la sede episcopale di León al rango di arcidiocesi, nominando come primo arcivescovo monsignore Josè Guadalupe Martin Ràbago.
Oggi possiamo affermare che il Tempio più importante e più bello dedicato in America Latina alla Madre Santissima del Lume è la Basilica Cattedrale Metropolitana di Nostra Santa Madre del Lume di León[74]in cui si venera il miracoloso dipinto e dove il 25 marzo 2012 Sua Santità Benedetto XVI, nel corso del suo viaggio apostolico in Messico, ha presieduto la celebrazione dei Vespri e rivolto ai cardinali e agli oltre duecento vescovi del Messico e dell’America Latina concelebranti una toccante ed eloquente omelia, suggellando così, ancora una volta, il culto e la devozione per la Madre Santissima del Lume proprio nel Tempio a Lei dedicato.
Per i cittadini di León la Virgen de la Luzè «la loro mamma, la loro sorella», e i devoti con amore filiale la invocano come «l’avvocata più attenta, la difensora più coerente, l’amica più leale».
In tutto il Messico, culla della Madre Santissima del Lume, parrocchie, chiese, altari, statue, dipinti, immagini sono stati realizzati in suo onore in ogni tempo e in ogni luogo; ne ricordiamo solo alcuni: Città del Messico, Guadalupe, Abasolo, Ecatepec, Ecuandureo, San Miguel Allende, Merida, Puebla, Tarifa, Veracruz, Luz e Santa Fè.[75]
La devozione dei messicani per la Madonna Santissima non si è mai fermata, specie nei primi anni del XX secolo, nemmeno dinanzi alle persecuzioni, alle ostilità e alle vessazioni patite dai cattolici che diedero prova di coraggio e amore per la Chiesa Cattolica.
Dal Messico la devozione per la “Virgen de la Luz” ben presto si diffuse in tutta l’America Latina e in particolare in Argentina, Brasile, Ecuador, Venezuela, Perù, Colombia, Santo Domingo, San Salvador, Cuba e Guatemala.
In Argentina la devozione per Madre Santissima del Lume, protettrice degli elettricisti, è forte e sentita.
In Brasile, specialmente a Curitiba, alla Madre Santissima del Lume, “Nossa Senhora da Luz”, Patrona della città, è stato dedicato un magnifico monumento con una scultura in bronzo.
In Perù, particolarmente a Cusco, la devozione è indicibile. A Lima è stata eretta una magnifica chiesa parrocchiale. In provincia di Sechura, dipartimento di Piura, il giorno della festa una Messa solenne è concelebrata dall’arcivescovo di Piura con il parroco della città, e la festa culmina con una straordinaria e partecipata processione.
A San Salvador alla “Nuestra Señora de la Luz”è stata dedicata una bellissima chiesa in seguito elevata a parrocchia.
In Venezuela il culto per la Beata Madre della Luce, ivi portato e diffuso sempre dai gesuiti sin dal 1750, è fortemente sentito.
A Caracas, nella seconda metà del Settecento, la Madre SS. del Lume è stata elevata a speciale “Patrona del Consiglio Municipale”e dal 1757 la sacra immagine della Vergine ha adornato per un lungo periodo il balcone del Municipio. Nella capitale venezuelana le immagini della Madonna del Lume erano ovunque; non c’era chiesa, convento o santuario che non avesse avuto la “sua” icona. Ancora oggi, bellissime immagini si trovano in particolare nella chiesa san Francesco, nel Palazzo Arcivescovile[76], nella cappella Santa Rosa da Lima, nella Galleria Nazionale d’Arte di Virreinato, nel Museo di Arte Coloniale di “Quinta de Anauco” e in tantissime collezioni private.
Nel 1759, il Vescovo incoronò un’Immagine della Madre de la Luz nella Cappella di San Nicolas de Bari della Cattedrale di Caracas.[77]
Una bellissima chiesa in onore della “Madre Santissima de la Luz” è stata eretta, sempre in Venezuela, nella magnifica città di Bolivar.
Attualmente la devozione non ha la stessa intensità del passato, anche se resta comunque diffusa e sentita.
Anche in Colombia, soprattutto a Manizales, il culto per la “Nostra Signora della Luce di Palermo” è molto sentito tant’è che Le è stata dedicata una bellissima chiesa.
Nel 1760, Papa Clemente XIII (1758- 1769), al secolo Carlo della Torre di Rezzonico, con suo Breve Apostolico concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, confessati e comunicati, avessero visitato l’altare dedicato alla Madre Santissima del Lume nel giorno della sua festa, che si celebrava nella chiesa della già Compagnia di Gesù nella città di Guatemala.[78]
Non meno intensa e diffusa è stata e continua ad essere la fede del popolo spagnolo per la Madre Santissima del Lume.
Nel 1756, il padre gesuita don Diego de Rivera pronunciò un intenso sermone nella chiesa del Collegio Imperale di Madrid in occasione della inaugurazione dell’altare consacrato alla “Madre Santissima de la Luz”. Don Diego de Rivera stigmatizzò in modo inequivocabile le idee illuministiche anticristiane che in quel tempo cominciavano a diffondersi in tutta Europa, e nello stesso tempo indicò nella Madre della Luce, la Madre di Gesù, vero Dio e vero uomo, l’unica vera ed autentica «Luce»che«dissipa le tenebre della notte».[79]
Nel 1751 il teologo Josè de Tobar pubblicò a Madrid un importante libro dal titolo “Invocation deNuestra Señoracon el titulo de Madre Santìssima de la Luz”nel quale sono spiegati sia le numerose apparizioni della Beata Vergine del Lume sia i tanti prodigi e miracoli ottenuti per sua intercessione, libro che contribuì sicuramente a diffondere il culto. Anche questo libro fu in seguito proibito dalla Sacra Congregazione dell’Indice.
Il Santo Padre, Papa Clemente XIII, con Lettera Apostolica del 31 maggio 1763, concesse in perpetuo l’indulgenza di duecento giorni, applicabile per le anime del Purgatorio, a tutti i fedeli che “sinceramente pentiti” avessero recitato la Litania della Madre Santissima del Lume che si venera nel Collegio della Compagnia di Gesù della Città di Barcellona. E l’11 agosto 1763, con Bolla particolare, Papa Clemente XIII approvò la confraternita costituitasi nella villa di Capeja della diocesi di Lerida in Aragona ad onore della Madre Santissima del Lume. Inoltre, sotto questo titolo e Immagine e con proprio Decreto dell’8 febbraio 1765, accordò duecento giorni d’Indulgenza a tutti i fedeli che avessero recitato ogni volta le Litanie alla Beata Vergine davanti la Santa Immagine venerata nella Sua Nuova Cappella, nella predetta Villa di Capeja della diocesi di Lerida in Aragona.[80]
Va anche ricordato che sempre in quegli anni, il 16 marzo 1770, il Vescovo di Lerida ordinò di togliere tutte le immagini della Madre Santissima del Lume sia dai luoghi di culto aperti al pubblico sia dai luoghi privati.[81]
A questo provvedimento fece seguito quello del Vescovo di Saragozza Juan Sàenz de Buruaga, (1768-1777) che il 16 maggio del 1770 decise di proibire qualsiasi tipo di materiale devozionale.[82]
Ancora oggi a Siviglia,[83]la “Città mariana”per antonomasia, delle moltissime confraternite presenti alcune sono dedicate alla Madonna del Lume.[84]
Santuari, chiese, parrocchie, sculture, immagini e riproduzioni artistiche e Confraternite in onore della Madre Santissima del Lume si trovano in ogni parte della Spagna.[85]
Una grande devozione per la Madre Santissima del Lume è largamente diffusa anche nelle Isole Filippine dove, secondo la tradizione orale e tramandata da padre in figlio, pare che abbia avuto inizio nel 1727 per opera dei gesuiti[86]ivi giunti dall’Italia e provenienti in particolar modo da Ferrara.
Il culto si diffuse subito in tutte le isole dell’arcipelago e in particolare nelle città di Cainta[87]e Loon.[88]
Michael P. delos Reyes, nel suo saggio sulla “Nostra Signora della Luce, Patrona di Cainta”, riferisce che la prima città delle Filippine da dove ha avuto inizio la diffusione della devozione per la Madre SS. del Lume è stata Cainta, ove Le è stata dedicata una bellissima chiesa,[89]e dove si possono ammirare oltre alla straordinaria vetrata anche un bellissimo dipinto realizzato nel 1950 da uno dei più grandi artisti delle Filippine, il pittore Fernando Amorsolo y Cueto.[90]
In onore della Madonna del Lume a Cainta sono state dedicate due delle tre campane antiche della chiesa che sono ancora in uso.[91]
Nel 1884 don Luis Remedios, segretario dell’arcivescovo di Manila monsignor Fray Pedro Payo, in onore della Madonna del Lume ha scritto e pubblicato una bellissima Novena.
A Cainta, la Madre Santissima del Lume è riconosciuta come “Patrona della Città” e della riconciliazione di coloro i quali sono in cerca di conversione.
Nel 2007, in occasione del 280esimo anniversario del culto per la Madre Santissima del Lume è stato ripubblicato un interessante libro di preghiere con il titolo: Pagsisiyam Kabanal-banalang ng Kaliwanagan:Patrona ng Cainta (1727-2007).
Il primo dicembre 2012 la Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume di Cainta, nel corso di una sentita concelebrazione eucaristica anche con la partecipazione di Monsignor Arnel Flagarejos, è stata incoronata dal Vescovo della Diocesi di Antipolo S.E. Monsignor Gabriel V. Reyes D.D.
Grande devozione per la Madonna del Lume si riscontra anche a Loon, città delle Filippine in provincia di Bohol,[92]ove le è stata dedicata una bellissima chiesa.[93]
Negli Stati Uniti, specialmente ad Anahuac e Tancoyol nel Texas, a San Diego e a San Francisco in California, a Milwaukee nello stato del Wisconsin e ovviamente anche a New York, il culto per la Madonna del Lume, soprattutto per l’opera incessante dei nostri emigrati, si è diffuso e radicato in modo particolarmente sentito.
Immagini della Madre Santissima del Lume si trovano anche in Africa Orientale, in Cina e in tante altre parti del mondo.
Da quanto fin qui detto si evince facilmente che la diffusione del Titolo, dell’Immagine e del culto per la Madre Santissima del Lume è stata costellata, a cominciare dal 1733 - allorquando furono posti problemi sulla iconologia del Lume, poi rivelatisi insussistenti - da non poche difficoltà.
Se non c’è dubbio, come abbiamo visto in questo nostro percorso, sul contributo dato dai gesuiti alla diffusione del culto, non vi è altrettanto dubbio che i relativi riconoscimenti e le conseguenti autorizzazioni ecclesiastiche necessarie abbiano subito ostacoli, veti, censure e ritardi, verosimilmente anche a causa delle vicende e delle persecuzioni che riguardarono i seguaci di Sant’Ignazio di Loyola.[94]
Tuttavia va evidenziato che, nonostante le censure, le proibizioni,gli attacchi, le errate interpretazioni sull’Immagine, la messa all’Indice di pubblicazioni, le difficoltà, gli ostacoli di ogni genere che venivano frapposti- spesso artatamente imbastiti - il culto e la devozione per la Madre Santissima del Lume si sono irradiati nel mondo con grandissima fede e straordinario fervore.
Non è mancato il sostegno, il riconoscimento e la benedizione di tanti Pontefici.
Ricordiamo, tra questi Papa Clemente XII e poi Clemente XIII, Pio VI, Pio IX, Leone XIII ed infine il nostro Papa Emerito Benedetto XVI, che proprio tre anni fa ha suggellato a León, in Messico, nella Basilica Cattedrale, il riconoscimento del culto e della devozione per nostra Madre Santissima del Lume.
Siamo certi che verrà il giorno in cui, ci auguriamo presto, il nostro Papa Francesco benedirà il nostro amore per l’amata Mamma Celeste con il meraviglioso Titolo di Madre Santissima del Lume.
6. Il giorno della Festa
Ufficialmente, a tutt’oggi, non c’è una data precisa ed univoca in cui si celebra la Festa in onore della Madre Santissima del Lume. Ogni città o Comunità la festeggia secondo le tradizioni locali tramandate e consolidate nel tempo.
A Palermo, oggi la festa si celebra, in forma straordinariamente solenne, l’ultima domenica di Luglio di ogni anno. Il 21 novembre, con una funzione religiosa, si ricorda l’apparizione della Madre Santissima del Lume alla pia veggente.
A Porticello la festa si tiene la prima e la seconda domenica di ottobre. Particolarmente suggestivo ed emozionante è il rito della “discesa del Quadro”e della Processione “a mare”della Madre del Lume che i pescatori porticellesi organizzano ogni anno, con grande fervore e devozione, la seconda domenica di ottobre. [95]
A Linèra, in provincia di Catania, la festa si tiene la terza domenica di novembre.
Secondo l’Autore dell’operaLa divozione di Maria Madre SS. del Lume (Palermo 1733), la Festa in onore della Madre Santissima del Lume sia a San Fratello che a Castellammare del Golfo, e in tantissime altre località della Sicilia si celebrava il Mercoledì precedente la Domenica di Pentecoste.[96]
A Naro, in Provincia di Agrigento, secondo lo storiografo di Naro del XIX secoloFra Saverio Cappuccino,[97]la festa veniva celebrata l’otto settembre, secondo altri la seconda domenica di settembre coerentemente con quanto disposto dal Santo Padre Clemente XII,[98]secondo altri ancora si teneva il 24 ottobre e secondo alcuni anziani il mercoledì tra l’Ascensione e la Pentecoste. In atto si celebra il 21 novembre.
In Calabria, in molti paesi, la Madonna del Lume si festeggia la terza domenica di settembre, a Vibo Valentia la festa si celebra la terza domenica di agosto e a Pellaro il 16 giugno.
In Puglia, a Grottaglie, in provincia di Trani, la festa ricorre il martedì successivo alla Domenica di Pentecoste.
L’anonimo autore della Breve Notizia della Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume e del Suo Glorioso Titolo, pubblicata in Bologna nel 1781,[99]riferisce che nel primo dei tre indultidati da SS. Pio VI nel 1777 e nel 1778 si legge testualmente che «Sua Santità concede indulgenza plenaria nel giorno della Sua Festa che è nellaFeria quarta infra Octavam Ascensionis».[100]Pertanto a Bologna la Madre Santissima del Lume veniva festeggiata solennemente il mercoledì antecedente la Pentecoste.
Qui a Melara, secondo Monsignor Luigi Cuccolo, pare che la Madonna del Lume in tempi remoti fosse festeggiata l’ultima domenica di settembre.[101]Oggi la festa si celebra la seconda domenica di ottobre.[102]
In tantissime località dell’Isola di Malta, ove il culto della Madre Santissima del Lume, come abbiamo visto, è molto radicato, la festa si celebra la seconda domenica di novembre.
Don Joseph De Tobar ci ricorda che in Spagna la festa in onore della Madre Santissima del Lume si celebra il mercoledì antecedente la Pasqua dello Spirito Santo.[103]
In tantissime città del Messico la festa si tiene il Mercoledì antecedente la domenica di Pentecoste. Mentre aLeón, sempre in Messico, la festa è celebrata il 2 luglio.
In Brasile e in Perù la festa si tiene l’otto settembre.
Negli Stati Uniti ed in particolare in California, nel Wisconsin e nell’Illinois la festa ricorre la prima domenica di ottobre, tranne San Diego in California ove si celebra la terza domenica di ottobre, e ciò per consentire la partecipazione dei porticellesi che subito dopo la festa a Porticello, si recano negli Stati Uniti.
Nelle Isole Filippine la festa di celebra il primo dicembre. A Cainta, sin dal 1853, o forse anche prima, la“Nuestra Señora de la Luz” si festeggia[104]due volte l’anno. Una prima volta il primo dicembre, dopo la festa di sant’Andrea, e la seconda volta il giovedì successivo la domenica di Pentecoste.[105]
Da quanto sopra è più che fondato il desiderio avvertito da tanti di individuare una data comune, come opportunamente proposto da Mariadele Orioli, in cui i devoti di tutto il mondo, ferme restando le tradizioni e lasciando inalterate le date che si sono consolidate ormai da secoli nelle varie comunità, possano unirsi idealmente in preghiera lo stesso giorno in tutto il mondo per celebrare e festeggiare la Madre Santissima del Lume.
A tal riguardo, ed al fine di individuare un giorno universalmente condivisibile, riteniamo che si possa attingere direttamente dalle fonti disponibili: la fonte più autorevole pensiamo sia quella riconducibile a padre Giovanni Antonio Genovese e padre Emmanuele Aguilera.
Nel tomo II, parte terza, Ossequio VII ed ultimo della prima opera sulla Madre Santissima del Lume dal titolo La divozione di Maria Madre SS. del Lume (Palermo 1733),scritta, come già detto, da un anonimo Sacerdote della Compagnia di Gesù, verosimilmente, Padre Giovanni Antonio Genovese con la collaborazione di Padre Emmanuele Aguilera[106]nel paragrafo dal titolo”Celebrare divotamente la Festa della Madre Santissima del Lume”così è riportato testualmente: « … questa Festa è stata istituita dalla Madonna medesima, la quale, siccome dichiarò la maniera con cui voleva essere dipinta e chiamata, così spiegò il modo, e il tempo nel quale voleva essere venerata sotto questo augustissimo Titolo. Ordinò dunque, in una Sua apparizione, che la Festa della Madre Santissima del Lume si celebrasse il Mercoledì entro l’ottava dell’Ascensione, precedente alla Domenica di Pentecoste».
Quanto sopra vuole essere soltanto un punto di riferimento per promuovere un confronto per una scelta che miri soprattutto a compiacere la Nostra Madre Santissima del Lume.
7. Conclusioni
Nel 1733, quando in Europa alcune “Sette moderne”[107]- così definite dal teologo spagnolo il gesuita don Diego de Rivera - disseminavano teorie atee, materialiste e anticristiane, fomentando odio e preconcetti nei confronti di cattolici e religiosi, e soprattutto in un periodo nel quale la fede in Dio sembrava affievolita e traballante, padre Giovanni Antonio Genovese nel primo volume dell’opera La Divozionedi Maria Madre Santissima del Lume, affermava testualmente: “Se dunque il Secolo, in cui viviamo, si vede, più d’ogni altro de’ tempi andati, miseramente contaminato da un tarlo più occulto, ma poco meno che pubblico d’iniquità, fui per dire universale, non potrà forse ricordarsi altro secolo, di cui fosse più necessario soccorso della Gran Madre di Dio, per far argine a sì gran piena … ». Ed aggiungeva: «Qual’onore possiamo però noi fare, che alla Vergine sia più caro, che venerandola col nuovo titolo di Madre del Lume? Ond’ella si faccia Scudo per noi, e con le armi della Sua protezione sbaragli l’esercito baldanzoso ed immenso di nostre colpe.»[108]
Il 10 giugno 1880, l’Arciprete Parroco di questa splendida comunità di Melara, don Luigi Dal Pin, nell’Avviso Sacrorivolto alla comunità melarese in occasione della ricorrenza del primo giubileo secolare di permanenza della Madre dell’Eterno Lume nella terra di Melara, così scriveva: «In questo tempo di prostrazione morale e di indifferenza religiosa, in cui tante sventurate creature si distaccano dal Redentore del Mondo per adorare vergognosamente le più immonde passioni, le più stolte vanità della terra, è necessario che i buoni cristiani si stringano al seno di Maria, compulsino colle ferventi preghiere quel cuore immacolato, perché Ella venga in soccorso de’ poveri traviati; colla luce della sua divina grazia e della sua dolcezza li riconcili col Santo Suo Figlio, e colla luce della Sua divina grazia e delle sue virtù sfolgori le dense tenebre degli errori, del peccato, dell’orgoglio, della vanità umana».[109]
In uno scritto inviatoci il 5 dicembre 2009 dal compianto Parroco di Melara don Mario Boaretto, si legge: «Auspichiamo che, soprattutto in un tempo così scristianizzato e sempre più pagano com’è il nostro, la Madonna del Lume ridoni a tutti la luce, ci renda consapevoli dei pericoli cui il mondo sta andando incontro, e il suo culto si ravvivi sempre di più, nella fiducia e nell’abbandono della sua potente Maternità.»
E oggi? Oggi come ieri - anzi, oggi come o peggio di ieri - viviamo un tempo in cui l’umanità è minacciata da vecchie e nuove ideologie (si pensi alla cosiddetta ideologia del “gender”). Viviamo una crisi antropologica senza precedenti, sia in senso stretto sia in senso lato, che sta affievolendo e limitando ogni forma di razionalità. Viviamo in un’epoca in cui la Scienza, fortunatamente solo una piccola parte di essa, priva di etica, è sempre più asservita a poteri senza scrupoli e sempre pronta ad annientare l’uomo anziché porsi al servizio della vita, della persona umana, della salvaguardia del creato (si pensi alle manipolazioni genetiche, alle moderne biotecnologie in grado di disporre dell’identità umana, alla fecondazione in vitro, alla creazione di embrioni umani in laboratorio, al cosiddetto utero in affitto, alla clonazione, all’eutanasia, all’aborto).
Il tempo presente sembra essere dominato da speculazioni di ogni tipo (si pensi alla vendita di organi di bambini abortiti, alla gestione economica delle scorie radioattive, alle speculazioni finanziarie, alla gestione di “titoli tossici”, alla vendita di armi). Oggi vecchi e nuovi gruppi terroristici si macchiano di orrendi crimini contro l’umanità. Oggi vecchie e nuove persecuzioni, specie nei confronti dei cristiani in ogni parte del mondo, ci lasciano sgomenti. Oggi viviamo, spesso tra il cinismo e l’indifferenza generale, in un mondo in cui i quattro quinti dell’umanità vivono nella miseria e patiscono la fame; in un mondo in cui centinaia di migliaia di puerpere ogni anno muoiono per mancanza di assistenza sanitaria; in un mondo in cui oltre sei milioni di bambini, uno ogni cinque secondi, muoiono di fame e nello stesso tempo oltre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sono assurdamente sprecati. Basterebbe utilizzare soltanto ciò che sprechiamo per sfamare l’umanità intera. Oggi, l’enorme ricchezza del nostro pianeta è concentrata nelle mani di pochi. Ancora oggi, nel terzo millennio, un terzo degli stati del mondo è coinvolto in guerre e conflitti armati in ogni parte del nostro martoriato pianeta, e centinaia di migliaia di poveri, affamati, diseredati, fuggono dalla miseria e dai conflitti con le ormai note carrette del mare per venire a trovare la morte, il più delle volte, nei nostri mari. Questo, purtroppo, è lo scenario di questo nostro mondo cinico e disumano che, prima o poi, così continuando, rischia d’implodere miseramente.
Oggi sembra che l’umanità sia dominata da una cultura dell’indifferentismo, dell’insensibilità, del cinismo, dell’utilitarismo, dell’egoismo, dell’edonismo, dell’individualismo, dell’irresponsabilità (“Sono forse io il responsabile di mio fratello?” “Cosa posso farci io?” - Gen 4,9 - ci chiediamo spesso per quietare la nostra coscienza), del relativismo etico, del pragmatismo immorale, del materialismo fine a se stesso, dell’affarismo, dei “cattivi samaritani”, del consumismo, dell’avere al posto dell’essere, della corsa sfrenata al guadagno facile, del successo, della sopraffazione, del rancore, della vendetta, della legge del più forte, della violenza, del bullismo, della manipolazione della verità, dell’ingiustizia a tutti i livelli elevata a sistema. Questa cultura ha impoverito le relazioni umane, ha compromesso fortemente la fiducia tra le persone, ha generato nuovi squilibri economici e sociali, ha provocato una frammentazione e una crisi allarmante anche nella famiglia, ultima frontiera di una società più umana e più giusta.
Sì. Oggi, in un periodo nel quale si pensava che l’uomo avesse raggiunto rilevanti traguardi in ogni campo, si avverte, invece, un grande vuoto spirituale, una grande solitudine, un’angoscia senza limiti, una sensazione di smarrimento.
Sì, perché l’uomo si è allontanato da Dio, perché l’uomo si è creato altri idoli, perché l’uomo il più delle volte ha scelto il dio quattrino al posto del Dio Trino.
Ma di fronte a questa realtà si può intravedere un barlume di speranza?
Oggi come ieri, siamo consapevoli che, nonostante tutto, il bene c’è ed è tanto, anche se purtroppo non si vede e non fa notizia, non fa clamore! Pensiamo ai tanti volontari, ai tanti esempi di santità che ci vengono dalla quotidianità.
Questa consapevolezza ci dà coraggio per guardare avanti, ci rafforza nella convinzione che sarebbe un terribile errore conformarsi alla “mentalità” e alle negatività del tempo presente, ci rende sempre più consapevoli che sarebbe un imperdonabile errore, specie per chi si professa cristiano, abbandonarsi al “naufragar mi è dolce in questo mare”e alla rassegnazione.[110]Ci aiuta a capire che il futuro può essere ancora nelle nostre mani, ci ammonisce che ognuno di noi nel nostro piccolo deve fare la propria parte perché nessuno può e deve restare indifferente, ci spinge a riflettere sul senso vero della nostra vita, ci stimola a cambiare rotta e ad intraprendere un nuovo cammino.
Ma in quale direzione bisogna andare?
Il Santo Padre Emerito Benedetto XVI con la Sua Enciclica Caritas in Veritate ci ha ricordato che «Senza Dio l’uomo non sa dove andare e non riesce a comprendere nemmeno chi egli sia»[111]e, indicandoci la strada, ricorda a ciascuno di noi che di fronte alle asperità del cammino, «Dio ci dà la forza di lottare e di soffrire per amore del bene comune, perché Egli è il nostro Tutto, la nostra speranza più grande».[112]
In tutto questo ecco che, oggi come ieri, ci viene incontro la nostra Mamma Celeste, Maria Santissima Immacolata Madre di Dio, Madre nostra, dell’umanità intera e della Chiesa,[113]dispensatrice universale di tutte le grazie, corredentrice,[114]cooperatrice dell’opera salvifica del Divino Redentore Gesù Cristo[115], nostra soccorritrice, nostro rifugio e nostra salvezza.
Oggi più che mai accogliamo l’invito di San Giovanni Paolo II a “non avere paura” di aprire le porte del nostro cuore e della nostra mente a nostro Signore Gesù Cristo e alla nostra Mamma Celeste.
Non dobbiamo “avere paura” di alzare, in preghiera, con fede e amore filiale, il nostro sguardo verso Nostro Signore, di portare il nostro braccio verso l’alto poiché troveremo sempre, per la grazia di Dio, la mano forte della Madre Santissima del Lume pronta ad afferrare la nostra mano, a proteggerci e a salvarci da ogni pericolo e da ogni male del corpo e dell’anima per condurci sempre verso la Via da seguire, la Verità da conoscere e la Vita che ci dona un amore da amare, nostro Signore Gesù Cristo misericordioso e salvatore.
La meravigliosa Immagine della Madre Santissima del Lume alla quale oggi rendiamo tutto il nostro affetto e la nostra testimonianza pubblica di amore e di fede ci dice di far questo, ci dice di “non aver paura”, ci incoraggia e, benché erranti e peccatori, ci assicura che non ci abbandonerà mai; ci dà la certezza che è sempre pronta ad accogliere il nostro anelito di fede e di speranza, a prenderci per mano per far sì che questo viaggio terreno possa essere caratterizzato dall’amore, dalla giustizia, dalla pace, dalla solidarietà e dalla carità.
Ed ora per concludere, alcune PROPOSTE CONCRETEper intraprendere insieme un cammino di devozione operativo a gloria della nostra Madre Santissima del Lume.
1) Costituire un Organismo Internazionale(con la partecipazione di teologi, mariologi, studiosi, ricercatori, storici, esperti di informatica, semplici devoti e fedeli di tutto il mondo) che
- si ponga come punto di riferimento e di coordinamento del culto e della devozione per la Madre Santissima del Lume nel mondo, di cui facciano parte rappresentanti dei vari luoghi di culto nei vari Paesi;
- in cui si raccolgano iniziative, si promuovano progetti, si organizzino eventi e quant’altro per far conoscere, diffondere e promuovere il Titolo, l’Immagine e il culto per la Madre Santissima del Lume;
- in cui si stabilisca un rapporto costante e un dialogo con tutti i gruppi (associazioni, confraternite, congregazioni, gruppi di preghiera ed organismi vari) che a livello mondiale si ispirano alla Madre Santissima del Lume, al fine di sviluppare uno spirito di comunione nel nome della Madre del Lume e anche per stabilire iniziative comuni;
- in cui si crei una banca-dati e un centro di raccoltadi tutto il materiale relativo alla Madre Santissima del Lume, in modo da poter condividere tutto con gruppi e studiosi a livello mondiale;
- istituzionalizzi un Convegno internazionale da tenersi ogni anno nei luoghi di maggior culto;
- presenti a chi di competenza le varie proposte raccolte.
2) Creare un sito interneta livello mondiale.
3) Pubblicare e distribuire almeno in quattro lingue – Italiano, Spagnolo, Inglese e Francese – un Foglio(anche semestrale) che possa informare su tutte le iniziative realizzate o proposte dalle varie comunità, associazioni e gruppi in onore della Madre del Lume.
4) Cominciare fin da ora a organizzare un Convegno Internazionale a Palermo nel 2022, essendo il 300° anniversario dell’apparizione della Madre Santissima del Lume.
5) Richiedere al santo Padre la Concessione dell’Indulgenza plenaria perpetuaper chiunque, comunicato e confessato, invocherà e pregherà con fede la Madre Santissima del Lume, possibilmente il giorno della festa universale.
6) Progettare iniziative per il 2016 in ricordo di Padre Giovanni Antonio Genovese, in quanto ricorre il 300° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.
7) Inserire nelle litanie Lauretane Ufficiali (previo autorizzazioni ecclesiali) l’invocazione: “Madre Santissima del Lume – prega per noi”
8) Chiedere l’incoronazione delle Sacre Immagini della Madonna del Lume (dipinti, statue, bassorilievi, ecc.) nei vari luoghi di culto.
Con fiducia e speranza, riscopriamo il senso vero e la bellezza di essere cristiani, riscopriamo la gioia che dà la vera carità, riscopriamo la bellezza del creato e di ciò che ci circonda; svegliamoci dal torpore che tante volte ci avvolge, e soprattutto cominciamo a guardare con occhi nuovi e con cuore sincero il nostro prossimo, gli ultimi, gli abbandonati, i diseredati e i bisognosi.
Con questa consapevolezza rinsaldando la nostra fede, partendo dalla famiglia e con la famiglia, al servizio della Madre Santissima del Lume sostenuti dal Suo amore, lasciamoci illuminare dallo Spirito e incamminiamoci con un cuore semplice e generoso, colmo di gioia e fiducia, a costruire un nuovo “umanesimo cristiano”.
Naro settembre/ottobre 2015
Giovanni Tesè
* Giovanni Tesè, La Madre Santissima del Lume da Palermo al mondo, Relazione per il primo Convegno internazionale “La “Madre SS. del Lume – storia e teologia, arte e devozione da Palermo al mondo” tenutosi a Melara (Rovigo) il 10 ottobre 2015, in Atti del Convegno, Edizioni Parva, Melara (Ro), 2016, pagg. 71- 118
N O T E
[1]Giovanni Antonio GENOVESE, quintogenito, figlio di Paolo e di Donna Felicia Tomai, nacque a Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, il 4 maggio 1684. Il 2 marzo 1703, a diciannove anni, entrò nella Compagnia di Gesù. Fu ordinato Sacerdote sul finire dell’anno scolastico 1715-1716, a 32 anni (il prossimo anno 2016 ricorre il trecentesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale). La sua grande aspirazione fu quella di far parte dei missionari apostolici dei seguaci di Sant’Ignazio di Loyola. E ciò fece con fervente zelo apostolico e amore indicibile per diciannove anni. Vedendo le sue tante virtù, i superiori lo nominarono Maestro dei novizi, incarico che mantenne con prestigio e onore per ben quattro anni. Successivamente fu nominato Rettore del Collegio di Messina, ove rimase fino alla sua morte. Durante la peste che nel 1743 afflisse la città di Messina mietendo migliaia e migliaia di vittime, si prodigò con tutte le sue forze, con carità e amore per assistere e confortare gli ammalati e i moribondi. Contagiato dalla peste morì a Messina il 6 luglio 1743, all’età di 59 anni, in odore di Santità, con rimpianto unanime di tutti quelli che lo conobbero. La sua famiglia fu molto religiosa, tant’è che, su sette figli, sei abbracciarono la vita religiosa. Oltre a Giovanni Antonio, infatti, anche i fratelli Giuseppe Ignazio Maria e Andrea Martino Vincenzo divennero Sacerdoti, e anch’essi appartennero all’Ordine dei Gesuiti. Le sorelle Margarita, Anna Maria e Angela divennero suore ed esercitarono la loro missione religiosa a Palermo nel Ritiro delle Vergini. Sulla Famiglia Genovese di Palazzo Adriano vedasi: I) Bruno DE MARCO SPATA, Nascita di una Chiesa “Maria Madre SS. Del Lume” Parrocchia di Palazzo Adriano, Vittorietti Editore -Palermo, 1984, pagg. 25-28. II) Bruno DE MARCO SPATA, I figli illustri di Palazzo Adriano, Edizioni Bideri S.p.A. Napoli, 1986, pagg.15-25. III) LAUREANO Veres Acevedo, (R.P. de la Compania de Jesus), La Maravillosa Imagen de la Madre Santissima de la Luz,su origen y su titulo cultos que se laman venido tributando hasta la epoca de su solemnes cronacton y obequios que podemos dedicarle, Con licencia de la Autoridad Ecclesiastica, Tip. V. Lit. “La Europea” De J. AguilarVera y Comp. Es Enc Calle De Santa Isabel num. 9, 1901, pagg. 31-32 e pagg.113-121.
[2]All’inizio del Settecento, l’Europa fu coinvolta in tre guerre di successione che, scoppiate con il pretesto di pretese dinastiche, in realtà furono guerre in cui ciascuno Stato intendeva affermare la sua supremazia. La Spagna, la Polonia e l’Austria furono protagoniste dei conflitti che caratterizzarono quel periodo storico. La Sicilia fu coinvolta nelle guerre di successione spagnola e polacca (1700-1738) e in meno di quarant’anni l’Isola fu costretta a cedere la sua corona ai Savoia, agli austriaci e ai Borboni. Con la pace di Utrecht del 1713 la Sicilia, infatti, fu assegnata ai Savoia che la governarono dal 1713 al 1720 con Vittorio Amedeo II di Savoia. Con il trattato dell’Aia del 1720, voluto da Austria e Inghilterra, Carlo VI d’Austria divenne nuovo re di Sicilia e la governò fino al 1734. Dopo la battaglia di Bitonto del 25 maggio 1734 tra le truppe borboniche ed austriache, la Sicilia rientrò nell’orbita spagnola e si trovò di nuovo unita a Napoli nel Regno delle Sicilie che i Borbone governarono fino al 1860. Dal 1720 si avvicenderanno nel Regno di Sicilia quali Viceré di Carlo IV di Sicilia: Niccolò Pignatelli (1720-1722); Frà Gioacchino Fernández Portocarrero, conte di Palma (1722 – 1728) e Cristoforo Fernández de Cordoba, conte di Sastago (1728 – 1734). Furono, invece, Viceré di Carlo III di Borbone: Josè Carrillo de Albornoz, conte di Montemar (1734 – 1737) Bartolomeo Corsini, principe di Sismano (1737 – 1747); Duca Eustachio di Viefeuille (1747 – 1754); Giuseppe Griman (1754 – 1755); Giovanni Fogliani Aragona, Marchese di Pellegrino (1755) Presidenti del Regno di Sicilia furono: il conte di Marsigliac (1734 – 1735); Pedro de Castro y Figueroa, marchese di grazia reale (1735 – 1755) e Marcello Papiniano Cusano, arcivescovo di Palermo (1755).
[3]Vescovo della Diocesi di Palermo in quel tempo era Mons. Josè Gasch. (nato ad Alcora, Castellon il 14 febbraio 1653 e morto a Palermo l’11 giugno 1729). Divenne Vescovo della Diocesi di Palermo nel 1703 che resse fino alla sua morte. Fu sepolto nella Cappella di San Francesco di Paola a Palermo. Proprio nell’anno in cui Padre Genovese fu ordinato Sacerdote, Mons. Gasch andò in esilio a Roma ove rimase fino al 1723. Appartenne all’Ordine dei Minimi e dedicò la sua vita al servizio dei poveri e degli ultimi. Lector – Corrector Jàvea Valencia – Colega.
[4]In quel tempo era Sommo Pontefice Innocenzo XII (8 maggio 1721- 7 marzo 1724) che successe a Clemente XI (23 novembre 1700 - 19 marzo 1721). Tra i successori prossimi di Papa Innocenzo XII ricordiamo Papa Benedetto XII (29 maggio 1724 - 23 febbraio 1730), Papa Clemente XII (12 luglio 1730 – 6 febbraio 1740); Papa Benedetto XIV (17 agosto 1740 – 3 maggio 1758); Clemente XIII (6 luglio 1758 – 2 febbraio 1769).
[5]Memoria liturgica della Chiesa che celebra la Presentazione della Vergine Santissima al Tempio di Gerusalemme.
[6] Nell’iconografia della Madonna del Lume il volto della nostra Mamma Celeste è sempre radioso e sereno, anche se traspare una velata e impercettibile mestizia. I suoi occhi sembrano guardare lontano, in realtà sono diretti verso di noi e sembra che ci rivolgano un amorevole e accorato materno invito: «Destatevi dai morti. Ma non abbiate paura, aprite i vostri cuori al mio diletto figlio Cristo Gesù, è Lui la Luce del mondo, seguitelo e non camminerete più nelle tenebre e avrete la luce della vita».
[7]Vedasi sul punto: Raimon PANIKAR e Gianfranco RAVASI, Le Parole di Paolo, con introduzione e cura di Massimiliano FINAZZER LORY, Ed. San Paolo, Roma, 1990, pagg.20-22. Vedasi anche: Giovanni TESÈ, La Madre Santissima del Lume tra fede, storia, arte e leggende, Ed. Tabula Fati, Chieti, II Edizione, 2013, pagg.48-52. Di seguito si riporta un brano relativo all’aspetto iconografico e iconologico: «Il tema iconografico del Lume, così come la Santissima Vergine apparve alla pia veggente, rappresenta la Vergine Santissima con in braccio Gesù Bambino, un angelo che tiene un cestello pieno dei cuori dei peccatori salvati, una schiera di angeli che reggono una corona sul capo della Vergine, un giovane “peccatore” trattenuto dalla Madonna per un braccio, una testa demoniaca con le fauci spalancate ovveroin altre immagini fiamme di fuoco, sono i soggetti dell’iconografia del Lume. Il centro del programma iconografico è rappresentato da Gesù Bambino e dalla Vergine Santa che lo tiene sul braccio sinistro. Nostro Signore tiene in mano i cuori dei “peccatori” salvaticon l’ausilio dell’opera cooperatrice e corredentrice della Mamma Celeste.Lo schema iconografico del Lume, infine, si completa con la figura simbolicamente più vicina a ciascuno di noi. È l’immagine di “un’anima”, di un “giovane peccatore” mentre sta per precipitare nelle fiamme dell’inferno o, come raffigurato in tantissime immagini, mentre sta per essere divorato dalla bocca vorace di Belzebù, che rappresenta le porte dell’inferno. L’immagine di questo “giovane peccatore”, “di quest’anima” non può lasciarci indifferenti; è una figura che ci coinvolge, ci fa meditare, e in cui ciascuno di noi si può rispecchiare. In essa é rappresentato ogni essere umano che vuole salvarsi ed a cui non bastano, però, solo le opere buone e giuste, anche se necessarie e indispensabili, per poter vincere il male. Per raggiungere la salvezza occorrono la Fede, la Speranza, la Carità, la Grazia di Dio. Il volto del “giovane peccatore” nell’iconografia del Lume paradossalmente è sereno. Eppure sotto di lui l’inferno è pronto a inghiottirlo. Ma egli ha la fede, ha fiducia e speranza che la Carità e la Grazia di Dio non lo abbandoneranno: alza con fede il braccio sinistro e si lascia prendere dalla Vergine, Cooperatrice e Corredentrice, che con la mano destra lo trattiene con fermezza e lo solleva verso la salvezza. Quest’immagine ci ricorda in modo chiaro e inequivocabile, quindi, che solo con la fede, la speranza, la carità, l’amore, la grazia e l’aiuto divino con la cooperazione della Madre Santissima si può vincere la «lotta»e salvarsi. La simbolica immagine del “peccatore” salvato, così come rappresentata nell’iconografia del Lume, mi riporta alla mente il modo semplice ed efficace con il quale il cardinale Gianfranco Ravasiha sintetizzato mirabilmente la teologia dell’Apostolo Paolo. L’autorevole biblista testualmente afferma: «Affronto questo compito servendomi di quattro parole greche. Prima parola: noi uomini e donne siamo «sàrx», ossia carne. Qui «sàrx», per usare un’immagine, è come l’essere sulle sabbie mobili del male; l’uomo ha radicalmente dentro di sé il germe del male e lentamente sprofonda nell’abisso e nel silenzio del male. Ma ecco che l’uomo compie un’azione, spontanea come per chi si trova in una palude: alzare le mani per cercare di salvarsi. Questo tentativo di autosalvazione è il «nomos», la legge, cioè le opere che l’uomo mette in atto. È questo il secondo vocabolo paolino fondamentale. In esso sono compresi l’apparente amore e le opere di carità e di giustizia che l’uomo compie da sé, che escono dal suo cuore e dal suo grembo, pur continuando ad agitarsi e sprofondare via via. «Sàrx», «Nomos»da soli non bastano. Dall’alto, nella luce, da una roccia salda si stende una mano forte e sicura, la mano di Dio la «chàris»che è la grazia, la liberazione, la salvezza. È questo il terzo termine paolino. Noi dobbiamo soltanto allargare le braccia, lasciarci catturare da quella mano. E l’essere catturati da questa mano senza esitazioni è la «pìstis», la fede, e questa é l’ultima parola che volevo proporre. In sintesi estrema, l’avventura dell’esperienza cristiana consiste da una parte in una fiera ed aspra consapevolezza del nostro dramma, della nostra tragedia, e dall’altra parte è la possibilità di una grandezza suprema perché c’è una «chàris»che si stende verso di noi purché noi abbiamo a lasciarci avvolgere dalla sua forza salvifica. Il legame tra queste parole è molto stretto; esse si riconducono al tema della carità, alla carità di Dio come uno dei nodi centrali della predicazione di Paolo». Non penso di azzardare tanto nel sostenere che lo spessore teologico di Paolo, così come in sintesi ricostruito dal Cardinale Ravasi, possa trovare un significativo supporto nel tema iconologico e iconografico del Lume, con l’unica variante, credo teologicamente corretta, che la «mano forte e sicura, la mano di Dio»viene cooperata e supportata dalla mano ferma e decisa della Madre Santissima del Lume, Mediatrice di grazie quindi, e Corredentrice dell’umanità debole e peccatrice. In conclusione il tema iconografico della Madonna del Lume, correttamente interpretato, ha uno straordinario valore dogmatico e teologico e ben può rappresentare in modo sublime la vita di ogni essere umano in continua lotta per la salvezza.»
[8] Il Patriarca ATENAGORA I soleva dire che «la Madre di Dio è ad un tempo sapienza e bellezza. In lei si raduna tutta la bellezza della creazione per partecipare alla bellezza divina.»
[9]Non ci sono prove certe su dove in atto si trovi l’Immagine primigenia. Ogni comunità ritiene di conservare l’originale, e non a torto, poiché ogni Immagine ha un fascino suo proprio, una sua particolare bellezza, e ognuna ben può essere considerata l’originale.
[10]Giovanni LANZAFAME DI BARTOLO, in La Madre Santissima del Lume. Una devozione siciliana nel mondo, Edita G.L.C.C., 2010, pag. 59.
[11]Padre Emmanuele AGUILERA, nacque a Licata in provincia di Agrigento il 23 dicembre 1677. Fu ordinato Sacerdote, appartenente alla Compagnia di Gesù, nel 1707. Scrisse, tra l’altro, la storia della provincia gesuitica di Palermo. Fu Rettore del Collegio Massimo di Palermo. Ebbe diverse polemiche su questioni grammaticali con L’Abate Domenico Lazzarini e con Paolo Maria Valleri. L’Opera più importante resta, comunque, la Provinciae Siculae Societatis Iesu ortus et res gestae. Lasciò inedito e incompiuto uno scritto sull'autenticità del naufragio di s. Paolo Apostolo a Malta, dove contestava l'opinione del benedettino Ignazio Giorgi, che propendeva per Meleva di Dalmazia. In collaborazione con padre Giovanni Antonio Genovese scrisse l’operadal Titolo La Divozione di Maria Madre Santissima del Lume. Morì a Palermo il 28 agosto 1740.
[12] L’opera attribuita a padre Giovanni Antonio Genovese e padre Emmanuele Aguillera, La Divozione di Maria Madre Santissima del Lume,è distribuita in tre parti e in due volumi. Il primo tomo, 543 pagine, dedicato all’Eccellentissimo Signore Don Cristoforo Fernández di Cordova e Alagon, Conte di Sastago e di Morata, Marchese di Aguillar, & c., Gentiluomo di Camera di S.M.C.C. Grande di Spagna di Prima Classe, Viceré, Luogotenente, e Capitan Generale del Regno di Sicilia, è suddiviso in due parti. Nella prima parte, 180 pagine, si contengono l’origine e la spiegazione del nuovo titolo, mentre nella seconda parte (363 pagine) le grazie impetrate da Dio per intercessione della Madre Santissima del Lume. La prima parte, oltre all’introduzione sull’origine della Madre Santissima del Lume e sui motivi di divozione, è suddivisa in tre capitoli a loro volta suddivisi in tre paragrafi ciascuno. Il primo capitolo tratta il “motivo di divozione alla Madre Santissima del Lume, perché un tal pregio è a lei molto grato”. Il secondo capitolo concerne il “secondo motivo di divozione verso la Madre Santissima del Lume perché tal Titolo è a lei di somma gloria”. Il terzo capitolo tratta del “nostro sommo vantaggio, terzo motivo di divozione verso la Madre Santissima del Lume”. La seconda parte è pure divisa in tre capitoli. Il primo capitolo tratta delle grazie spirituali compartite dalla Madre Santissima del Lume. Il secondo capitolo delle grazie corporali compartite dalla Madre Santissima del Lume. Il terzo capitolo delle grazie miracolose operate dalla Madre Santissima del Lume.
Il secondo tomo, invece, contiene la terza parte che, dopo una corposa introduzione, tratta delle “Divozioni, Ossequi e Affetti verso la Madre Santissima del Lume”. È pure distinta in tre Capitoli. Il primo concerne le “Imitazioni delle virtù della Madre Santissima del Lume” e contiene sette meditazioni. Il capo secondo tratta degli ossequi verso la Madre Santissima del Lume, delle “Grazie miracolose ricevute dalle religiose per opera della Madre Santissima del Lume, dei sette sabati in onore della Madre Santissima del Lume, della Festa della Madre Santissima del Lume, della propagazione e culto di altre immagini della Madre Santissima del Lume, delle Chiese, Cappelle, Altari eretti in onore della Madre Santissima del Lume e poi dei sette ossequi verso la Madre Santissima del Lume. Il Capo terzo riguarda i sette affetti verso la Madre Santissima del Lume.
Di seguito si riportano i riferimenti relativi ai due tomi:
I) ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera), La divozione dI Maria Madre Santissima del Lume. Distribuita in tre parti, e dedicata all’Eccellentissimo Signore Don Cristoforo Fernández di Cordova, e Alagon, Conte di Sastago, e di Morata, Marchese di Aguillar, & c. Gentiluomo di Camera di S.M. C.C. Grande di Spagna di Prima Classe, Viceré, Luogotenente, e Capitan Generale del Regno di Sicilia. E dedicata al medesimo Sovrano Titolo di Madre Santissima del Lume. Da un Sacerdote della Compagnia di Gesù. Tomo Primo. Parte Prima e Seconda, in Palermo, per Stefano Amato, MDCCXXXIII, Impr. Sidoti V.G. Impr. Drago P.
II) ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera), La divozione di Maria Madre Santissima del Lume. Dedicata all’Eccellentissimo Signore Don Cristoforo Fernández di Cordova, e Alagon, Conte di Sastago, e di Morata, Marchese di Aguillar, & c. Gentiluomo di Camera di S.M. C.C. Grande di Spagna di Prima Classe, Viceré, Luogotenente, e Capitan Generale del Regno di Sicilia. Da un Sacerdote della Compagnia di Gesù. Tomo Secondo. Parte Terza. Varie pratiche di Meditazioni, e Preghiere in onore di questo nuovo Titolo. In Palermo, per Stefano Amato, MDCCXXXIII, Impr. Sidoti V.G. Impr. Drago P.-
Secondo padre Laureano Veres Acevedo R.P. della Compagnia di Gesù, padre Genovese scrisse il primo Volume dell’opera dal titolo: “Devotio et osequia erga Deiparam, novo Titulo Matris Sanctissimae Luminis, auctore anonimo, qui est P. Joannes Antonius Genovesius, collato studio P. Emmanuelis Aguilerae, duobus tomis comprehensa. Panomris typis Stephani Amati, 1733 8°” Sempre secondo Padre Laureano Veres Acevedo, il secondo volume fu scritto da Padre Emmanuele Aguilleira di Licata. L’opera porta il titolo “La divozione di MARIA MADRE SANTISSIMA DEL LUME. Dedicata all’Eccellentissimo Signore Don Cristoforo Fernández di Cordova, e Alagon, Conte di Sastago, e di Morata, Marchese di Aguillar, & c. Gentiluomo di Camera di S.M. C.C. Grande di Spagna di Prima Classe, Viceré, Luogotenente, e Capitan Generale del Regno di Sicilia. Da un Sacerdote della Compagnia di Gesù. Tomo Secondo. Parte Terza. Varie pratiche di Meditazioni, e Preghiere in onore di questo nuovo Titolo, in Palermo, per Stefano Amato, MDCCXXXIII, Impr. Sidoti V.G. Impr. Drago P.” La fonte da cui attinge P. Laureano è l’opera di P. SOMMERVOGEL Charles S.J. in “Biblioteque de la Companie de Jesus, Nouvelle Edition, MDCCCXC, I, pag. 87. Vedasi: LAUREANO Veres Acevedo, (R.P. de la Compania de Jesus), La Maravillosa Imagen de la Madre Santissima de la Luz,su origen y su titulo cultos…,Tip. V. Lit. “La Europea” De J. Aguilar Vera y Comp. Es Enc Calle De Santa Isabel num. 9, 1901, pagg. 10-11.
[13]La Venerabile Confraternita, ricostituitasi nel 1896 - e che ha sede nella chiesa parrocchiale Santo Stanislao Kostka, un tempo “Noviziato” dei padri gesuiti - porta avanti tutte le attività previste dai capitoli ed è retta da un “Superiore”. Il 21 novembre 2010 in occasione del 288esimo anniversario dell’apparizione della Madre Santissima alla pia veggente nella chiesa Santo Stanislao Kostka, la Confraternita, su iniziativa del generoso “Superiore” Giovanni Siciliano e dell’instancabile Pietro Siciliano, ha voluto ricordare la speciale ricorrenza organizzando una solenne celebrazione eucaristica, che d’allora in avanti si ripete ogni anno. Il 15 maggio 2011 la Confraternita di Maria SS. del Lume al Noviziato ha celebrato solennemente il 275esimo anniversario di fondazione. Indimenticabile e straordinariamente ricco d’indescrivibili emozioni è stato l’ingresso “trionfale” della statua nella Cattedrale di Palermo.
[14]Pietro Maria FERRERI, Instruzioni in forma di Catechismo divise in tre tomi. Instruzioni in forma di Catechismo per la pratica della dottrina Cristiana, spiegate nel Gesù di Palermo da Pietro Maria Ferreri palermitano della Compagnia di Gesù. Questa seconda edizione corretta e accresciuta dal medesimo Autore. Tomo primo che contiene le istruzioni proemiali alla Dottrina e la prima parte di essa, che è La Fede. Colla spiegazione del simbolo degli Apostoli, in Palermo M.DCCXXXVII, con licenza dei Superiori.
[15]La dedica all’” Immacolata Maria Madre Santissima del Lume”Titolo definito “nobile” da Padre Ferreri, fa un riferimento preciso, pur senza nominarli espressamente, tanto al promotore dell’Immagine, del Titolo e del culto - Padre Giovanni Antonio Genovese - quanto alla pia veggente - forse la marchesa Ugo delle Favàre - che ebbe la celestiale visione dell’Immacolata Madre di Dio. Il volume è dedicato anche all’Arcivescovo del tempo di Palermo Monsignore Domenico Rossi, Prelato domestico di Papa Clemente XII. È probabile che padre Ferreri abbia potuto collaborare alla stesura dell’opera attribuita a Padre Genovese e a Padre Aguilera La divozione di Maria Madre SS. del Lume, che peraltro contiene la stessa Immagine della Madre Santissima del Lume voluta da Padre Ferreri per il suo primo volume.
[16]Dagli inizi del secolo scorso, ogni anno, l’ultima domenica di luglio, l’imponente complesso statuario della Madre Santissima del Lume è portato in solenne e partecipata processione per le vie del popolare quartiere del Capo. Il 23 luglio del 1986 nella chiesa Cattedrale di Palermo è stato incoronato con “Rito Pontificale” dal cardinale Salvatore Pappalardo.
[17]Nella chiesa Santo Stanislao Kostka si conserva anche un quadro, quattro metri per sei, raffigurante la Madonna del Lume, collocato nel secondo altare entrando a sinistra. Nella stessa chiesa sono conservati anche quattro complessi statuari: la “statua grande”, una scultura “media” e due statuine di piccole dimensioni di cui una verosimilmente del 1905 e l’altra in resina di epoca recente. Un bellissimo complesso statuario policromo e dai meravigliosi colori pastello, di grandezza “media”, in atto può essere ammirato dai fedeli nei locali attigui alla chiesa Santo Stanislao Kostka che è chiusa per restauri. Altri dipinti sono conservati uno nella chiesa Madonna del Lume ai Cassàri, che in atto, stante la chiusura della chiesa, si trova in Santa Maria la Nova, alla Marina, un altro nella chiesa Madonna del Lume in Corso Calatafimi, e un altro ancora nella chiesa Madonna del Lume di via S. Cristoforo nonché in diverse collezioni private. Il fercolo processionale della “Statua grande” fu costruito tra il 1993 e il 1994 da Angelo Damiani che si avvalse della collaborazione del figlio Francesco Paolo. La pittura con l’indoratura è stata opera di Antonino Maiorana, mentre i lavori di manodopera sono stati interamente donati dagli stessi confrati che hanno realizzato il fercolo. Recentemente, tra la fine del mese di dicembre del 2009 e l’inizio del 2010, il fercolo è stato restaurato per mano di Renato Randazzo e i lavori sono stati donati da Antonino Buffa meglio conosciuto come “Ninu u ballerinu”.
[18]Il secondo volume dell’operaLa divozione di Maria Madre SS. del Lume, attribuito a Padre Giovanni Antonio Genovese e a Emmanuele Aguilera,è stato ritrovato da Arrigo Amato, come ci riferisce lo stesso, con la collaborazione di Padre Salvatore Rugolo, presso la Biblioteca Nazionale di Roma.
[19]La“lettera apologetica”, quarantatre pagine, fu scritto dal Padre Domenico Felice, cappellano della prima chiesa di via San Cristoforo a Palermo e fu pubblicato per i tipi di Stefano Amato nel 1738.
[20]Cfr. Ugo RUSSO, in La Madonna del Lume. La Storia, Il Culto, il Restauro dell’Immagine, Assessorato alla Cultura Città di Palermo – Confraternita Maria SS. del Lume, s.e, Palermo s.d., p. 3. La circostanza ci è stata confermata personalmente da Arrigo Amato.
[21]La Vergine Santissima, secondo alcune testimonianze, durante le visioni affidava a Carla Faconti dei messaggi che erano letti nella chiesa Santo Stanislao Kostka, dal 1991 al 1998 dal Parroco padre Vincenzo Arnone e dal 1998 fino al 2000 da un laico, così come desiderò il nuovo Parroco padre Salvatore Napoleone.
[22]Il “Capo” è un antichissimo quartiere del centro storico di Palermo. Vi si trova uno dei più importanti mercati di generi alimentari della città.
[23]Padre Giuseppe Ignazio Maria GENOVESE, quartogenito di Paolo e di Felicia Tomai nonché fratello di Giovanni Antonio, nacque a Palazzo Adriano in Provincia di Palermo il 9 dicembre 1681. Il 24 maggio del 1699, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù di Messina e successivamente passò al Noviziato di Palermo. Volle diventare missionario e ciò nonostante le sue precarie condizioni di salute ed in particolar modo per i seri problemi alla vista che lo assillavano fortemente. Nel 1712, finalmente, riuscì ad andare in missione in Messico. Il 3 ottobre del 1717 fece la Professione solenne e nel 1722 fu nominato Maestro dei Novizi e Rettore della Casa di Tepotzotlan. Anch’egli, come il fratello Giovanni Antonio, fu devotissimo della Madonna e si adoperò con tutte le sue forze a diffondere il culto sia per Maria di Guadalupe sia per la Madre Santissima del Lume. Fu proprio grazie a Padre Giuseppe Ignazio Maria Genovese (amava firmare le sue opere Ignacio Maria Tomay) che il Titolo e l’Immagine della Madre Santissima del Lume si diffusero nella Nuova Spagna e in particolare nel Messico. Fu lui, infatti, secondo molti studiosi, a portare il dipinto originale della Madre SS. del Lume nel 1732 a Leòn in Messico. Gli ultimi 17 anni di vita li visse in Messico, nel Collegio di San Pietro e Paolo. Pubblicò diverse opere, e tra queste due volumi sulla Madre del Lume dal titolo “Antidoto contra todo mal, la devocion a la SS. Madre del Lumen”,che in buona sostanza altro non sono che la traduzione dell’opera del fratello Giovanni Antonio pubblicata a Palermo nel 1733. Morì mercoledì 17 agosto 1757 a 76 anni di età, 58 di vita consacrata dedicata alla Compagnia di Gesù e 40 di sacerdozio.
[24]Cfr. ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera), op. cit. la divozione di Maria Madre Santissima del Lume, op. cit., Tomo Primo. Parte Prima e Seconda, Tomo Secondo, Parte Terza.
[25]Incisiva e sentita è stata per la diffusione del culto per la Madonna del Lume l’opera dei nostri emigrati italiani di ogni tempo e in ogni luogo del pianeta. Quando milioni d’italiani, specialmente nel secolo scorso, lasciavano in massa i loro paesi di origine, le loro famiglie e gli affetti più cari, per dirigersi in ogni parte del mondo alla ricerca di lavoro, portavano nella loro mente e nei loro cuori, oltre ai sogni, ai valori, alle radici culturali e agli ideali, solo qualche immaginetta devozionale raffigurante il patrono del paese natio, ma soprattutto la fede e la devozione per il santo protettore del paese d’origine che sin da piccoli erano stati educati ad amare e venerare e che continuavano a festeggiare nei paesi di approdo.
[26]Da Palermo a Porticello, Bolognetta, Baucina, Cefalù, Partinico, Petralia Sottana, Ciminna, Mezzojuso, Marineo, Chiusa Sclafani, Palazzo Adriano, Termini Imerese, Ventimiglia di Sicilia, Catania, Grammichele, Linèra, Bronte, Messina, Naso, Santa Lucia del Mela, Mistretta, Castel di Lucio, Fiumara di Piraino, Pettineo, Tusa, San Fratello, Milazzo, Cesarò, Trapani, Marsala, Partanna, Salemi, Pantelleria, Castellammare del Golfo, Alcamo, Modica, Comiso, Scicli, Vittoria, Siracusa, Avola, Noto, Caltanissetta, Mussomeli, Mazzarino, San Cataldo, Campofranco, Butera, Santa Caterina Villarmosa, Acquaviva Platani, Agrigento, Aragona, San Giovanni Gemini, Cammarata, Lucca Sicula, Santo Stefano di Quisquina, Cattolica Eraclea, Favara, Licata, Palma di Montechiaro, Canicattì, Racalmuto, Bivona, Santa Margherita Belice, Montevago, Sambuca di Sicilia, Naro.
[27]Il dipinto, databile secondo alcuni intorno al 1723-25 e secondo altri al 1734, stante alle deduzioni di alcuni studiosi, potrebbe trattarsi di un’opera dello stesso padre Giovanni Antonio Genovese.
[28]La chiesa di Porticello, dedicata alla Madre Santissima del Lume, con Bolla dell’arcivescovo di Palermo Cardinale Luigi Lavitrano del 4 agosto 1945, fu elevata a parrocchia. L’evento è stato ricordato Il 26 agosto 1945 con una solenne cerimonia religiosa presieduta dal Vicario Generale, Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Palermo, Mons. Gioacchino Di Leo.
[29]Cfr. LA MENDOLA Giovanni (Sacerdote), Il quadro miracoloso di Maria SS. Del Lume in Porticello, Breve Storia,s.d ed e.
[30] Linèra, frazione di Santa Venerina, in provincia di Catania, fa parte della Diocesi di Acireale, oggi guidata dal Vescovo Mons. Antonino Raspanti.
[31]Furono i coniugi Ronsisvalle ad erigere il 22 agosto del 1818 la chiesa parrocchiale dedicata a Maria Santissima del Lume, “filiale” della chiesa Madre “Maria SS. Annunziata” di Acireale.
[32]Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, città natale dei fratelli Genovese, dove si trova il dipinto verosimilmente donato da padre Genovese al barone Francesco Schirò, appartiene all’Eparchia bizantina di Piana degli Albanesi. La chiesa di Maria Santissima di Palazzo Adriano, elevata a parrocchia, è di Rito Latino.
[33]Naro, una cittadina di circa ottomila abitanti, in provincia di Agrigento, fa parte dell’Arcidiocesi di Agrigento guidata da Sua Eminenza Cardinale Arcivescovo Francesco Montenegro.
[34]La chiesa dedicata alla Madre SS. del Lume a Naro, con decreto firmato il primo gennaio 1959 dall’Arcivescovo della diocesi di Agrigento mons. Giovanni Battista Peruzzo, con gioia immensa del suo vescovo ausiliare monsignore Francesco Fasola, è stata eretta a parrocchia con il titolo di B.M.V. del Lume ed è l’unica dell’Arcidiocesi di Agrigento. La piccola chiesa di Naro è riconducibile al modello “povero” ad aula. Sono rispettati però i criteri di funzionalità e di economicità, sia per quanto attiene l’organizzazione dello spazio sia per mantenere uno spirito di essenzialità, di povertà, di umiltà e soprattutto per favorire la meditazione, l’interiorità e la spiritualità. Per com’è tenuta e curata, la chiesa di Naro è un gioiello straordinario che invita al raccoglimento e alla preghiera.
[35]Furono quelli gli anni in cui Papa Clemente XII, come già ricordato, consentì di celebrare la festa in onore della Madre Santissima del Lume la seconda domenica di settembre di ogni anno e ne approvò ufficialmente il culto.
[36]La chiesa di Naro è conosciuta anche con il nome di “Maria SS. del Lume nel Lazzaretto”.
[37]Fra questi ricordiamo padre Francesco Di Paola Nalbone che per sedici anni, dal 1915 al 1930, in qualità di Vicario, assunse la massima carica dell’ordine gesuitico di Padre Generale, divenendo, di fatto, il “Papa Nero”.
[38]A Palma Montechiaro, in provincia di Agrigento, nel Monastero delle Benedettine è stata dedicata anche una magnifica Cappella adornata a tutt’oggi da un meraviglioso dipinto attribuito a Tommaso Pollace.
[39]A Campofranco, in provincia di Caltanissetta, appartenente alla Diocesi di Caltanissetta guidata dal Vescovo Mons. Mario Russotto, nei primi decenni del Settecento il culto per la Madre del Lume fu introdotto, incoraggiato e sostenuto dalla principessa Donna Domenica Lucchese e Gallego, appartenente ad una delle famiglie nobili siciliane. Vedasi al riguardo: Giuseppe TESTA, Le Cappelle della salvezza, Tipografia Lussografica di Caltanissetta, 2007, pagg.107 -122.
[40]Per volere della famiglia Gioeni, che in quel tempo diede alla Chiesa uno dei suoi figli, Lorenzo, che fu Vescovo dell’Arcidiocesi di Girgenti (1730-1754), a Chiusa Sclafani alla Madre Santissima del Lume fu dedicato l’orfanotrofio femminile.
[41]Tra i paesi e le città in cui è significativo il culto e la devozione per la Madre Santissima del Lume e che ebbero rapporti con la famiglia dei Ventimiglia ricordiamo: Palermo, Catania, Messina, Caltanissetta, Naso, Ciminna, Baucina, Caronia, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Gangi, Pettineo, Tusa, Pollina, San Mauro Castelverde, Geraci Siculo, Castelbuono, Ventimiglia di Sicilia, Alcamo, Vicari, Cefalù, Gratteri, Castellammare del Golfo, Racalmuto, Isnello, Malta ed altri ancora.
[42]Tra le Comunità in cui si sviluppò il culto per la Madre SS. del Lume e che ebbero rapporti con la famiglia dei Lucchesi Palli ricordiamo Campofranco e Naro.
[43]La famiglia dei marchesi Ugo delle Favàre fu protagonista della vita politica e sociale di Palermo, città natale della Madre SS. del Lume. Alla famiglia dei marchesi Ugo delle Favàre, anche se non documentalmente provato, apparteneva forse la veggente alla quale la Madre del Lume apparve a Palermo.
[44]La famiglia dei Filangeri, invece, ebbe rapporti con le comunità di Bagheria, Santa Flavia e Porticello ove il culto per la Madre Santissima del Lume è fortemente sentito.
[45]A Catania si può ammirare un bellissimo gruppo scultorio del XVIII secolo che è custodito presso la cappella dell’Orfanotrofio. Altre bellissime statue si trovano a Bolognetta a Favara, a Sant’Angelo di Brolo, a Bronte nella chiesa San Giovanni Evangelista, a Chiusa Sclafani nella chiesa di San Leònardo al Collegio, a Villafrati nella chiesa SS. Trinità, ad Avola nella bellissima Chiesa Madre di San Sebastiano, nel transetto di destra è possibile ammirare una bellissima statua ottocentesca raffigurante la Madre Santissima del Lume che è posta all’interno di uno splendido altare barocco e, come abbiamo riferito, a Palermo nella chiesa di Santo Stanislao Kostka, a Porticello, a Linèra e a Naro nella parrocchia B.M.V. del Lume.
[46]Un’edicola si trova nel centro storico di Catania, un’altra in Corso dei Mille a Palermo. Sempre a Palermo in via dei Sette Angeli nell’atrio di Palazzo Tumminelli – che potrebbe essere appartenuto alla famiglia Ugo delle Favàre - vi si trova un’edicoletta con un dipinto della Madonna del Lume. Un’altra edicola votiva si trova a Capo Zafferano a Porticello. Infine ad Agrigento troviamo un’edicola collocata su una parte dell’antica cinta muraria Chiaramontana, accanto a Porta Panitteri che si trova in via Empedocle nei pressi della Stazione Centrale.
[47]Una particolare menzione merita il dipinto, olio su tela, realizzato nel XX secolo dal sacerdote e pittore catanese Tullio Allegra.
[48]Cfr. ANONIMO, Breve notizia della Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume e del Suo Glorioso Titolo col metodo pratico di venerarla, e celebrar divotamente la Sua Festa. Distesa da un Sacerdote umilissimo Servo della Gran Regina. Quarta edizione riveduta, e più corretta dallo stesso Autore. Dedicata A’ Signori Confratelli della Veneranda Confraternita di Santa Maria della Neve detta del Gonfalone di Bologna. Nella cui Chiesa si venera la Santa Immagine collocata in proprio altare se ne fa la festa ogni anno. BOLOGNA, MDCCLXXXI, Nella stamperia di S. Tommaso D’Aquino. Con licenza de’ Superiori. pag. 133.
Si veda anche: ANONIMO, Breve e semplice Relazione, sia pronta risposta a Chiunque dubitasse del Pio culto della Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume da un Sacerdote umilissimo Servo della Gran Regina. In Venezia. Dalle Stampe di Antonio Zatta. Con licenza de’ Superiori MDCCLXXIX, - pag. XIII.
[49]Irilievi mossi all’opera di Padre Genovese, così come compendiati dall’Anonimo Sacerdote bolognese, in realtà, non risultano fondati ed infatti:
1) Per quanto attiene il fatto che l’Autore sia rimasto anonimo, invero bisogna osservare che l’autore o gli autori dell’opera non erano rimasti anonimi di fronte all’Autorità Ecclesiastica e alla Santa Inquisizione. Nel Tomo I, Parte Prima, si legge, infatti, testualmente quanto appresso: «DOMENICO TURANO Visitatore e Vice – Provinciale della Compagnia di Gesù nel Regno di Sicilia. Avendo dato a rivedere il Libro intitolato: Origine della miracolosa Immagine della Madonna, detta la Madre Santissima del Lume, composta da un Sacerdote della nostra Compagnia, a due Sacerdoti della medesima Compagnia, li quali l’anno stimato degno di Stampa, per l’autorità già comunicata dal Molto Reverendo Padre nostro Michel Angelo Tamburini, Preposto Generale, concediamo, che si possa stampare, se così parerà a chi spetta. Et in fede di ciò abbiamo fatto la presente, sottoscritta di propria mano, e sigillata col solito Sigillo. In Messina 2. Settembre. 1732. Domenico Turano.» Ricordiamo che il teologo mons. Domenico Turano, padre della Compagnia di Gesù, dal 1735 al 1759, fece parte della penitenziaria Apostolica.
2) Non è vero che manca la protesta dell’Autore prescritta già dal Santo Padre Urbano VIII. Nel II Tomo, Parte Terza, si legge testualmente: «Protesta dell’Autore. L’Autore della presente Operetta si protesta, che quanto in essa si contiene di Grazie, Visioni, e altri avvenimenti, li quali anno del sovrumano, non meritano altro riguardo, che della mera fede umana; e che in tutto il rimanente soggetta i suoi sentimenti a quelli della S. Chiesa Cattolica Romana, e a’ Decreti della S. Sede Apostolica, e della S. Inquisizione ad esse riportando ogni Sua opinione con la dovuta ubbidienza, e sommessione.». Con superiore “protesta” l’Autore contestualmente opera “la critica e l’esame” richiesto dall’Autorità Ecclesiastica del tempo, relativamente ai fatti narrati in modo chiaro ed inequivocabile;
3) Per ciò che riguarda la pretesa “rivelazione” di” virtù d’una donna avanti sua morte” sul punto non si può non osservare che la donna cui si fa riferimento altra non può essere che la “pia veggente” alla quale la Madonna apparve nella Chiesa di Santo Stanislao Kostka e che di questa donna nulla si è mai saputo né tantomeno se in quel tempo fosse stata ancora in vita;
4) Si osserva, infine, che i due volumi hanno ricevuto “l’imprimatur”, ovvero l’autorizzazione da parte dell’Autorità religiosa del tempo, a stampare i volumi che ci occupano, da P. Drago e dal Rev.mo Monsignore Filippo Sidoti, nella qualità di Vicario Generale Capitolare della Diocesi di Palermo.
Quanto superiormente rassegnato ci porta a dedurre che le motivazioni poste in essere dalla Congregazione dell’Indice in relazione ai suddetti Volumi sulla Madre Santissima del Lume, non soltanto erano infondate, bensì appare, ictu oculi, che fossero strumentali e persecutorie nei confronti della Compagnia di Gesù. La lotta ai Gesuiti, infatti, fu portata alle estreme conseguenze e senza esclusione di colpi e culminò con la cacciata e l’espulsione dei seguaci di Sant’Ignazio di Loyola. Nel Regno di Napoli e Sicilia avvenne nel 1767 con ordine regio del 31 ottobre dello stesso anno. L’avvenimento sconvolse l’opinione pubblica. Il marchese delle Favàre con una lettera del primo dicembre 1767 indirizzata a don Carlo Lapara, descrive l’evento con dovizia di particolari. Dopo alterne vicende, Papa Pio VII con la Bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum (preoccupazione di tutte le chiese) emanata il 7 agosto 1814, ripristinò la Compagnia di Gesù in tutto il mondo. Ciò nonostante, a tutt’oggi, i problemi per i Gesuiti sembra che non finiscano mai. Tuttavia il 13 marzo del 2013 per la Compagnia di Gesù è stato un giorno che rimarrà nella loro storia. Per la prima volta il conclave ha eletto Romano Pontefice il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, appartenente all’Ordine dei Gesuiti, che ha assunto il nome di Papa Francesco.
[50]Pellaro, cittadina in provincia di Reggio Calabria, facente parte dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, guidata dall’Arcivescovo Metropolita S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini.
[51]Recentemente, il 28 marzo 2015, con il rito, suggestivo e straordinario, di “dedicazione” presieduto dall’Arcivescovo S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini è stata aperta ai fedeli la nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria del Lume di Pellaro.La chiesa è affidata al dinamico parroco don Antonino Sgrò, coadiuvato da una moltitudine di fedeli entusiasti e colmi di fede.
[52]Siderno, in provincia di Reggio Calabria, appartiene alla Diocesi di Locri – Gerace guidata dal Vescovo S.E. Mons. Francesco Oliva.
[53] Grottaglie appartiene all’Arcidiocesi di Taranto guidata dall’Arcivescovo S.E. Mons. Filippo Santoro.
[54]Cfr. Mariadele ORIOLI, La Madonna del Lume di Melara – Una Terra, una storia, un quadro, un Mistero - Dedicato a Papa Francesco -Presentazione di don Daniele Donegà, Edizioni Parva, Melara, 2013
[55]Cfr. ANONIMO, Breve notizia della Sacra Immagine Della Madre Santissima del Lume e del Suo Glorioso Titolo, col metodo pratico di venerarla, e celebrar divotamente la Sua Festa. Distesa da un Sacerdote umilissimo Servo della Gran Regina. Op. cit., BOLOGNA, MDCCLXXXI
[56]Cesta frazione di Copparo, in provincia di Ferrara, appartiene all’Arcidiocesi di Ferrara – Comacchio retta da S.E. Arcivescovo Mons. Luigi Negri. Sulla Madre del Lume di Cesta di Copparo vedasi in particolare: Mariadele ORIOLI, La Madonna del Lume di Melara – Una Terra, una storia, un quadro, un Mistero - Dedicato a Papa Francesco,op. cit. pagg. 130-132.
[57]Faenza, in provincia di Ravenna, appartiene alla Diocesi di Faenza - Modigliana, guidata dal Vescovo S.E. mons. Mario Toso.
[58]Cfr. IBIDEM.
[59]Il dipinto che, come afferma testualmente Nicola Testoni, «i parrocchiani sentono ancora come loro gradito dono», fu posto nella chiesa arcipretale San Materno, la quarta parrocchia di Melara, dove a tutt’oggi è custodito e ammirato. Originariamente il dipinto fu collocato «nel primo altare della navata a destra», mentre successivamente è stato posto nell’ultimo altare a sinistra del transetto, dedicato alla Madonna del Lume, perché i melaresi «potessero ammirarlo e venerarlo». Il dipinto, con cornice lignea settecentesca, «rappresentante la Santissima Vergine sotto il titolo di Santissima Madre del Lume e ciò affine di promuoverne la Divozione fin ad ora sotto di un tal titolo ignota», così testualmente si legge nell’atto pubblico di donazione, rogato dal notaio Gaetano Antonio Borghi tra il gesuita messicano Blas Arriaga e l’arciprete di San Materno, in quel tempo, don Carlo Ranzani. Nel medesimo «Atto Notarile di Donazione», come opportunamente ci ricorda Mariadele Orioli nel suo libro La Madonna del Lume di Melara (op. cit. pag. 52), «si imponeva l’obbligo di erigere un nuovo altare su cui collocare l’immagine della Madonna del Lume». L’altare, con notevole ritardo fu realizzato nel 1795 e inaugurato il 26 settembre 1795. Sempre sul dipinto raffigurante la Madre Santissima del Lume, donato alla Comunità di Melara nel 1780, vedasi: Bonomi P., La “Madonna del Lume” di Melara. Genesi e storia di una devozione bicentenaria, in “Notiziario Mellaria”, Bollettino dell’Associazione culturale “Mellaria”, numero unico, 11 ottobre 2009. Vedasi anche: L. Lugaresi L. e Bonomi P., La “Madonna del Lume” di Melara, Rovigo, Genesi e storia di una devozione bicentenaria, in “Ravennatensia”, n. VII, p. 317; vedasi ancora: La Madonna in Emilia-Romagna, Convegno di Forlì 1977, Lipo Litografia Forlivese, Cesena 1983; si veda pure: Testoni N., Festa della Madonna del Lume, cit., p. 1.
[60]Sull’altare dedicato alla Madonna del Lume nella chiesa San Materno di Melara, vedasi: Mariadele ORIOLI, La Madonna del Lume di Melara – Una Terra, una storia, un quadro, un Mistero- Dedicato a Papa Francesco, op. cit., pagg. 47-65.
[61]La lapide, che ricorda tanto il quadro donato quanto il suo donatore, assume l’importanza di un documento storico. Si legge testualmente: «Nell’anno 1795 / il popolo della comunità / lietamente provvede / di un elegante altare marmoreo / la sacra immagine / della Madre Santissima dell’Eterno Lume / data in dono a Melara / sin dall’anno 1780 da Blas Arriaga / sacerdote messicano.»
[62]Concessa, come si legge nella lapide, «a tutti coloro che, rispettando le condizioni richieste, pregano davanti all’altare della Madonna del Lume nonché ai fedeli che confessati e ristorati della Santissima Comunione, avessero devotamente visitato l’altare dedicato alla Beata Vergine del Lume posto nella Chiesa di San Materno della terra di Melara.»
[63]Cfr. Joseph HOPPENOT, La Sainte Vierge dans la tradition, dans l’art, dans l’ l'âme des Saint et dans notre vie, Societé St. Augustin, Lille – Paris, 1904, pag. 351.
[64]ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera), La divozione di Maria Madre Santissima del Lume, Tomo Primo, Parte Seconda, op. cit., pagg. 562-581.
[65]La città è conosciuta col nome di Cospicua, in maltese Bormla (Bir – Mula, che significa Pozzo del Signore). È una città situata di fronte la Valletta con una superficie di 9 chilometri quadrati e con 5.600 abitanti. La Patrona è l’Immacolata Concezione. Di notevole importanza è il porto.
[66]Si narra che a Burmola (Cospicua), i devoti Antonio Bugeja e sua moglie erano addivenuti alla decisione di costruire una chiesa in onore della Madre del Lume. Non si comprende la vera ragione, nonostante il permesso ottenuto dal Vescovo del tempo Mons. Alpheran de Bussan e nonostante la stipula dell’atto di fondazione, la chiesa non fu costruita.
[67]Francesco ZAHRA, nacque a Malta nel 1710 e morì nel 1773. È considerato uno tra i migliori artisti maltesi del XVIII secolo; collaborò con gli artisti maltesi appartenenti alla famiglia Troisi. Le sue opere furono tantissime e oggi adornano chiese e case private di moltissime famiglie maltesi.
[68]Nella piccola Cappella, visitata da tantissimi devoti, si possono ammirare gli ex voto che, specialmente i naviganti, vi collocavano in onore della Madre del Lume per le grazie ricevute.
[69]Lucas RINCON (Padre) Devociòn y obsequios à la Madre de Dios bajo el nuevoTtitulo de la Madre Santissima de la Luz, por un autor anonimo, que es el P. Juan Antonio Genovese .dos volum, Mexico 1737, 8°.- che è la Traduzione in Castigliano dell’opera pubblicata nel 1733 a Palermo dal padre Giovanni Antonio Genovese con la collaborazione del padre Emmanuele Aguilera dal Titolo La divozione di Maria Madre SS. del Lume.
[70]Cfr. LAUREANO Veres Acevedo, (R.P. de la Compania de Jesus), La Maravillosa Imagen de la Madre Santissima de la Luz,su origen y su titulo cultos que se laman venido tributando hasta la epoca de su solemnes cronacton y obequios que podemos dedicarle, Con licencia de la Autoridad Ecclesiastica. Tip. V. Lit. “La Europea” De J. Aguilar Vera y Comp. Es Enc Calle De Santa Isabel num. 9, 1901, pagg. 113 - 121.
[71]Cfr. J. Carlos VIZUETE MENDOZA, La boca del dragòn infernal, El debate sobre la imagen de la Virgen de la Luz en el IV Concilio Provincial Mexicano (7 de febrero del 1771), Dipartimento Humanidadis de la Universidad Autonoma Metropolitana, Unidad Azcapotzalco España, articolo in Revista Fuentes Humanisticas, Dossier Año 26, numero 47, pagg. 25-47, II Semestre, 2013.
[72]Cfr. Tiburcio MEDINA (D.), Panegirico de la Madre SMA. De la Luz, Predicado en la Santa Iglesia Catedral de Leòn, Imprenta Jesus Villalprando, Leòn 1883.
[73]Cfr.LAUREANO Veres Acevedo, (R.P. de la Compania de Jesus), La Maravillosa Imagen de la Madre Santissima de la Luz…, op. cit.,1901.
[74]La costruzione della chiesa di Leòn in Messico era stata iniziata dai gesuiti nel 1766 e appena otto mesi dopo fu interrotta per l’espulsione dell’ordine gesuitico da parte della corona spagnola. La costruzione fu ripresa nel XIX secolo grazie alla famiglia Obregon; fu completata e consacrata il 16 marzo del 1866.
[75]Splendidi dipinti si trovano a Città del Messico nel Museo Franz Mayer, nel Sagrario Metropolitano e nel Centro di Riabilitazione per Alcolisti e Drogati; a Cordova nella chiesa Sant’Antonio di Padova; a Parras de la Fuente nel Santuario di Guadalupe Coahuilla; ad Acolman nel monastero agostiniano; in Sierra Gorda nel tempio francescano di missione Tancoyol; a Puebla nella chiesa Nostra Signora della Luce; a Tepotzotlàn nel Museo Nazionale del Virreinato dove si conserva anche un eccellente dipinto del pittore Miguel Cabrera; a Chinchilla e a Narino. Uno straordinario altare dedicato alla Madonna del Lume — descritto mirabilmente da Miguel Angel Castillo Oreja e Luis J. Gordo Pelàez dell’Università Complutense (UCM) di Madrid — si può ammirare nel bellissimo Tempio della Compagnia di Gesù in Zacatecas, capitale dell’omonimo stato del Messico Centrale. Bellissime statue si conservano a Tepotzotlàn nella chiesa dei Gesuiti, a Donada nell’Ospedale Oftalmologico Nuestra Señora de la Luz e a Toluca nella chiesa N.S. degli Angeli.
[76]Il dipinto di autore ignoto, olio su tela, adornato da una bellissima cornice lignea dorata, risale al 1750. Ai piedi del “peccatore” in questo dipinto, così come in tantissime altre immagini, si trova una figura demoniaca, con le fauci spalancate. Il dipinto in questione ovviamente sarà sfuggito alla censura ecclesiastica che impose la sostituzione del “mostro” con fiamme infernali.
[77]Janeth RODRIGUEZ NOBREGA, La Madre Santisima de la Luz en la provincia de Caracas (1757-770). El ocaso del Barroco,en Campos Vera, N. (dir.), Barroco andino. Memoria del I Encuentro Internacional, Bolivia, Viceministerio de Cultura, 2003, pag.65.
[78] ANONIMO,Breve notizia della Sacra Immagine Della Madre Santissima del Lume e del Suo Glorioso Titolo col metodo pratico di venerarla, e celebrar divotamente la Sua Festa. Distesa da un Sacerdote umilissimo Servo della Gran Regina. Quarta edizione, op. cit., pag. 122.
[79]Cfr. Enrique GIMÉNEZ LÓPEZ, La devoción a la Madre Santísima de la Luz: un aspecto de la represión del jesuitismo en la España de Carlos III, in Revista de historia moderna n° 15 -1996, pagg. 213-231
[80] ANONIMO, Breve e semplice relazione, o sia pronta risposta a chiunque dubitasse del pio culto della Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume, da un Sacerdote umilissimo servo della Gran Regina, op. cit. pagg. VII-VIII
[81] Janeth RODRIGUEZ NOBREGA, La Madre Santisima de la Luz en la provincia de Caracas (1757-1770). El caso del Barroco,op. cit., pag.68.
[82]Cfr. Rebeca CARRETERO CALVO,La Madre Santísima de la Luz, en Aragòn, simbolismo de una iconografía jesuítica prohibida,en Lomba, C., y Lozano, J. C. (eds.), El recurso a lo simbólico. Reflexiones sobre el gusto II, Zaragoza, Institución “Fernando el Católico, 2014, pp. 205.
[83]A Siviglia dal 27 maggio al 5 giugno 2011, su iniziativa dell’instancabile mariologo mons. Giovanni Lanzafame Di Bartolo e con la collaborazione della Confraternita della Madre Santissima del Lume di Palermo, dell’Hermandad de la Carèteria e dell’Hermandad de la Virgen de la Luz San Esteban di Siviglia nonché con il patrocinio della Real Maestranza della Provincia, della Città di Caltanissetta e del Circulo Mercantil e Industrial de Sevilla, è stata promossa la prima “Esposizione Mariana – Ave Madre de la Luz”, che ha registrato uno straordinario successo di devozione e partecipazione popolare.
[84]Tra le Confraternite dedicate la Madre del Lume ricordiamo l’Hermandad de la Carèteria y Cristo de la Salud Maria SS. de la Luz e l’Antigua, e la Real Hermandad de Nuestra Señora de la Luz.
[85]Ad Almagro (Ciudad Real), Arroyo de la luz, Avilés nelle Asturie, nelle Isole Baleari, Barcellona nel collegio di Belèn e nella Cattedrale, a Cáceres, Cádiz, Cantabria, Castellón, Cuenca, Escorca, in Galicia, Granada, uía de Isora, Jaén nella chiesa dell’Assunzione della Jodar, La Coruña, Las Palmas de Gran Canaria nella chiesa parrocchiale di La Isleta, Lerida, Liébana nel Monastero San Toribio, Lucena del Puerto,Madrid, Malpartida de Palencia, Matarò, Navajas (Castellón) dove è venerata come Patrona, Oviedo, Palencia ove il culto fu promosso da Manuele Agustin Ruiz e Josepha Prieto de Vega, Peñalver, Potes, Pontevedra, Quart de Poblet, Santa Cruz de Tenerife, los Silos, Tarifa, Valencia, Saragozza, Siviglia e in tantissime altre località.
[86]I padri gesuiti avevano iniziato l’opera di evangelizzazione nelle Isole Filippine sin dal 1564 e fino al 1768, anno in cui furono espulsi. Nel 1668 alcuni Gesuiti fondarono una missione nelle isole Marianne (Oceania) e quattro anni dopo padre Diego Luìs de Sanvitores, con altri dodici gesuiti, fu martirizzato. Nel 1773 la Compagnia di Gesù fu soppressa e vi subentrarono Francescani e Agostiniani. I Padri Gesuiti vi ritornarono nel 1859 svolgendo a tutt’oggi una continua e sentita opera di divulgazione della fede.
[87]Cainta è una delle quattordici città più importanti ed antiche della provincia di Rizal nella regione di Calabarzon, è situata nei pressi di Manila e appartiene alla diocesi di Antipolo che fa parte della Provincia Ecclesiastica di Manila. Fu fondata il 15 agosto 1571 ed è autonoma sin dal 1760. Ha una popolazione di circa trecentomila abitanti.
[88]Loon è una città con una popolazione di circa quarantamila abitanti in provincia di Bohol nella regione del Visayas Centrale nelle Filippine.
[89]La chiesa è stata fondata nel 1707 per iniziativa di padre Gaspar Marco e fu terminata dal padre Joaquin Sanchez nel 1715. Nel 1760, anno della sua elevazione a parrocchia, la chiesa, che aveva subito danni a causa delle piogge torrenziali e del terremoto, è stata ristrutturata. Nel 1899, durante la guerra filippino - americana, tanto il dipinto della Madonna del Lume quanto la stessa chiesa furono distrutti. Su iniziativa del cardinale Rufino Jiao Santos, la chiesa fu ricostruita nel 1966 e il 25 febbraio del 1968 fu benedetta solennemente.
[90]Il dipinto raffigurante la Madonna del Lume, secondo lo schema iconografico classico ma con qualche significativa variante, fu commissionato dai fedeli di Cainta e dal parroco del tempo, padre Joseph Flameygh, per rimpiazzare il dipinto originale andato distrutto insieme alla chiesa nel 1899. Il dipinto, secondo quanto scrive Michael P. delos Reyes, presenta alcune particolarità. Innanzi tutto i soggetti del dipinto realizzato da Fernando Amorsolo y Cueto hanno le caratteristiche somatiche tipiche del sud est asiatico. Gesù Bambino invece tiene due cuori: uno color rosso in una manina e uno color carne nell’altra. Il dipinto dal 1968 adorna la nuova chiesa di Cainta dove è stato posto sulla parte sinistra dell’altare maggiore ed è ammirato da tutti gli abitanti con un amore indicibile.
[91]La campana più piccola nel 1835 è stata dedicata alla “Nuestra Señora de la Luz”, mentre la campana più grande, realizzata dalle fonderie di Hilario Sunico, il 15 novembre del 1883 è stata dedicata alla “Nuestra Señora de la Lumen”.
[92]Sin dal 1610, una comunità di cristiani del villaggio costiero di Napo, guidata dai missionari della Compagnia di Gesù, si stabilì lungo la riva creando in tal modo la vecchia città di Loon, dove il culto per la Madonna della Luce pare sia molto antico.
[93]La chiesa dedicata alla Madre Santissima del Lume di Loon è tra le più belle delle isole Filippine. Nella nuova chiesa, progettata da Escodrillas Domingo, di stile neoclassico e con una struttura a tre navate, si possono ammirare diversi tondi raffiguranti la vita della Vergine Maria.
[94]NORMAN NEURBURG nel suo saggio sulla Madre Santissima de la Luz, pubblicato a San Diego da Richard W. Crawford Editor nel 1995 in “The journal of San Diego History” vol. 41, n.2, si chiede, e a ragione, se le censure mosse da alcuni teologi fossero davvero rivolte all’immagine e al Titolo della Madre del Lume oppure se costoro fossero stati mossi dall’ostilità nei confronti dei gesuiti. Vedasi anche: Enrique GIMÉNEZ LÓPEZ, La devoción a la Madre Santísima de la Luz: un aspecto de la represión del jesuitismo en la España de Carlos III, in op. cit., pagg. 213-231.
[95]Il lunedì prima dell’inizio della processione si assiste a un momento particolarmente suggestivo e ricco d’indescrivibili emozioni specie quando il “quadro”, raffigurante la Madre Santissima del Lume passa di mano a mano in mezzo a una moltitudine di fedeli fino a raggiungere la “vara” che si trova al centro della chiesa. Davvero uniche, vibranti e straboccanti di fede e devozione sono le manifestazioni d’amore sincero che i fedeli emozionati e con il viso bagnato di lacrime rivolgono alla Madonna del Lume.
[96] Cfr. ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera, La divozione DI MARIA MADRE SANTISSIMA DEL LUME, Tomo Secondo. Parte Terza, op. cit,pagg. 278 -286.
[97]Cfr. Fra Saverio Cappuccino, manoscritto inedito, Naro antico – annali della fulgentissima città di Naro del Regno di Sicilia nelle quali si contiene il suo nascimento, nome antichità: con tutto ciò che di lei va in oscura significazione in medaglie, o inciso in marmi, o racchiuso in archivi, o custodito in manoscritti, o disperso in stampe di autorizzazioni ed arabi ecc. dalle origini al 1800, pp. 693-695, conservato nella Biblioteca Comunale della città di Naro al n. 5197, scaff. S.C. 13. Vedi anche: Fra Saverio Cappuccino, Giornale di Naro dall’anno 1800 sino all’anno 1825, manoscritto inedito, pp. 297-300, conservato nella Biblioteca Comunale della città di Naro al n. 5172 scaff. S.C. 14. Di questa opera si può vedere anche la trascrizione integrale dattiloscritta della prof.ssa Calogera Francolino del Giornale di Naro dall’anno 1800 sino all’anno 1825, manoscritto inedito del padre Saverio Cappuccino, pp. 297-300, conservata anche nella Biblioteca Comunale della città di Naro, al n. 1234.
[98]Il Pontefice S.S. Clemente XII, con Breve Apostolico dato il 3 luglio del 1737, superata ogni remora, consentì di celebrare ogni anno, la seconda domenica di settembre, in onore della Madre Santissima del Lume la festa solenne presso la Chiesa situata a Palermo in Via San Cristoforo, che era stata inaugurata il 17 giugno 1737 e dedicata l’anno precedente a Maria Madre Santissima del Lume.
[99]Cfr. ANONIMO, Breve notizia della Sacra Immagine Della Madre Santissima del Lume e del Suo Glorioso Titolo col metodo pratico di venerarla, e celebrar divotamente la Sua Festa. Distesa da un Sacerdote umilissimo Servo della Gran Regina. Quarta edizione, op. cit., pag. 125.
[100]La Feria quarta infra Octavam Ascensionis,vale a dire il mercoledì tra l’Ascensione di nostro Signore e l’ottava cioè la Pentecoste.
[101]Cfr. Paolo BONOMI, La “Madonna del Lume” di Melara - Rovigo. Genesi e storia di una devozione bicentenaria in Notiziario Mellaria, Bollettino dell’Associazione culturale “Mellaria”, Numero unico, ottobre 2009, pag. 3.
[102]Cfr. Paolo BONOMI, Luigi LUGARESI, La “Madonna del Lume” di Melara - Rovigo. Genesi e storia di una devozione bicentenaria in Ravennatensia VIII - Atti del Convegno di Forlì (1977), Cesena, Badia di Santa Maria del Monte, 1983, pagg. 255-256.
[103](Cfr. Joseph DE TOBAR (Don), La Invocacion de Nuestra Señora con el Titulo De Madre Santissima de la Luz, En Madrid, en la Imprenta de la Viuda de Diego Miguel de Peralta Impressora del Consejo de Indias, Año 1751, pag. 31.
[104]Durante i festeggiamenti è portata in processione una splendida immagine processionale della Madonna del Lume, un complesso statuario coerente con l’iconografia classica, di proprietà privata ed appartenente ai signori Naning Cruz. Lo splendido simulacro è portato nella chiesa parrocchiale di Cainta ogni anno il 21 novembre in occasione dell’inizio della novena e viene esposto nei giorni di festa.
[105]La festa principale del primo dicembre è preceduta da una partecipata novena che inizia il 21 novembre - data che richiama il giorno dell’apparizione della Madre Santissima del Lume alla veggente a Palermo, nella chiesa San Stanislao Kostka - mentre la novena che precede la seconda festa inizia il martedì antecedente la domenica di Pentecoste. Nei sette sabati che precedono la festa principale i numerosi devoti alla Madonna del Lume, quotidianamente - a cominciare dal mattino e per finire la sera - pregano e invocano la Madre Santissima del Lume con fede profonda, si comunicano e partecipano alle Sante Messe. Così Michael P. delos Reyes nel suo saggio Nostra Signora della Luce. Patrona di Cainta.
[106]ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera), La Divozionedi Maria Madre Santissima del Lume, Tomo Secondo. Parte Terza, op. cit., pagg. 492-500.
[107]Cfr. Enrique GIMÉNEZ LÓPEZ, La devoción a la Madre Santísima de la Luz: un aspecto de la represión del jesuitismo en la España de Carlos III, in op. cit., pagg. 213-214
[108]ANONIMO (Attribuito a padre Giovanni Antonio Genovese e a padre Emmanuele Aguilera), La Divozionedi Maria Madre Santissima del Lume. Tomo Primo. Parte Prima, Op. Cit.,pag.19
[109]Cfr. Luigi DAL PIN (Don), Avviso Sacro del 10 giugno 1880, in La Sacra Immagine della Madre Santissima del Lume, dattiloscritto inedito di Savino Chiavegatti.
[110]L’Apostolo PAOLO con la sua Lettera ai Romani ci esorta affinché la carità non sia ipocrita, ci esorta a fuggire il male con orrore,ad attaccarci al bene, ad amarci gli uni gli altri con affetto fraterno,e a gareggiare nello stimarci a vicenda, a non essere pigri nello zelo, a essere ferventi nello spirito, a servire il Signore, a essere lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità, a benedire coloro che ci perseguitano, a benedire e non maledire, a rallegrarci con coloro i quali sono nella gioia, a piangere con quelli che sono nel pianto, a non aspirare a cose troppo alte, a piegarci invece a quelle umili, a non farci un’idea troppo alta di noi stessi, a non rendere a nessuno male per male, a cercare di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. (Cfr. Lettera di san Paolo ai Romani (12, 1-2. 9-18)
[111]Cfr. BENEDETTO XVI, Lettera Enciclica Caritas in Veritate, sullo sviluppo umano integrale della Carità nella Verità, data a Roma, presso San Pietro, il 29 giugno, solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, dell’anno 2009, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2009, par. 78, pag. 124.
[112]Ibidem, par. 78, pag. 125.
[113]Cfr. PAOLO VI, Discorso del 21 novembre 1964: AAS 56, 1964, 1015.
[114]Cfr. GIOVANNI PAOLO II, UDIENZA GENERALE,Santa Messa nella solennità di Maria SS.ma Madre di Dio XLVIII giornata mondiale della pace, Mercoledì, 8 settembre 1982, Rivolgendosi agli ammalati S. Giovanni Paolo II ha detto testualmente: «Anche a voi, cari ammalati, giunga la mia parola affettuosa e l’invito a gioire per la nascita dell’Immacolata Madre di Dio. Maria, pur concepita e nata senza macchia di peccato, ha partecipato in maniera mirabile alle sofferenze del suo divin Figlio, per essere Corredentrice dell’umanità. Voi lo sapete: il dolore se unito a quello del Redentore, ha un grande ed insostituibile valore salvifico. Intuite, allora, la preziosità inestimabile della vostra grande missione, sulla quale invoco le consolazioni di Maria, le gioie più profonde che per voi ha preparato il suo purissimo Cuore di Madre.» - Vedasi anche: GIOVANNI PAOLO II, Mariasingolare cooperatrice della Redenzione (Gv 19, 25-26).Udienza generale, Città del Vaticano,Mercoledì, 9 aprile 1997.
[115]Cfr. PAOLO VI, ESORTAZIONE APOSTOLICA DI SUA SANTITÀ PAOLO PP. VI a tutti i Vescovi aventi pace e comunione con la Sede Apostolica, MARIALIS CULTUS, data a Roma, presso San Pietro, il 2 febbraio 1974, festa della Presentazione del Signore, anno undicesimo del Nostro Pontificato.
Vedasi anche: PAOLO VESCOVO, servo dei servi di Dio unitamente ai padri del Sacro Concilio a perpetua memoria,COSTITUZIONE DOGMATICA SULLA CHIESA, LUMEN GENTIUM, 21 novembre 1964, PERICLE FELICI,Arcivescovo tit. di Samosata Segretario generale del Concilio - Enrico DAL COVOLO,Maria "Generosa Socia" del Redentore. Conferenza Tenuta dei "Sabati Mariani", Roma, 05 Dicembre 2012 - PAPA FRANCESCO, OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO,- Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, Basilica Vaticana, Giovedì, 1° gennaio 2015.
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