Chi nicchi nacchi?
Elaborato dalla saggezza siciliana,
questo modo di dire significa: "Che cosa c'entra?"
"Nicchi nacchi" viene dal
latino "nec hic, nec hoc", né questo, né quello, ed esprime la
vocazione allo spirito critico, al libero pensiero; il rifiuto di interpretare
il mondo in modo manicheo, scegliendo fra due sole opzioni.
Ricordiamoci di questa importante
eredità, non solo linguistica, evitando di farci intruppare.
Prima di
accettare ciò che ci viene proposto, prima di metabolizzare i messaggi che
centrali della manipolazione di massa elaborano perché siano inoculati dentro
ciascuno di noi, domandiamoci con la fierezza trasmessaci da uno spirito
critico millenario: "Chi nicchi nacchi?"
Ammuttata e ammuttuni
Ieri stavo preparando una lezione
sull'elemento psicologico nel reato ed ero alla rappresentazione della
distinzione fra questo elemento e il fatto che costituisce il reato.
Nel predisporre gli esempi, mi
sono domandato se esistano fatti necessariamente intenzionali, tali da invadere
l'area dell'elemento psicologico. Il primo esempio venutomi in mente mi è stato
offerto dalla lingua (tale io la considero) siciliana: "ammuttata",
in contrapposizione a "ammuttuni". L' "ammuttata" è
necessariamente dolosa, l' "ammuttuni" può essere anche colposo.
Lascio ai miei amici siciliani la
spiegazione, limitandomi qua a celebrare la sapienza del siciliano, la varietà
di sfumature, la ricchezza di significati, l'intelligenza delle cose umane che
vi sono sedimentate.
CATACOGLIRI
"L'anuri, quannu si perdi,
nun si pô catacogliri", "L'onore, quando si perde, non si può
raccogliere", soleva dire mia nonna. Sennonché, la traduzione che ne ho
dato rende poco e male la sua affermazione.
"Catacogliri" viene dal
greco antico katà (sotto; si veda, ad es., Catania = katà Aitna, ai piedi
dell'Etna) e cogliri (raccogliere).
Nella frase di mia nonna è dunque
implicita l'idea che l'onore, quando si perde, scende in basso e il suo
recupero comporta un'attività di ri-trasferimento dal basso verso
l'alto.
Questo
recupero, impossibile secondo la mia carissima ava, non potrebbe che svolgersi
attraverso un'attività di raccolta. Ciò suggerisce l'idea che l'onore, statuto
unitario della persona, quando si perde, non solo cade giù, ma anche si
frammenta in pezzi sparsi qua e là.
La
persona dotata di onore è un soggetto del consorzio civile, con cui si rapporta
in una relazione di uno a molti; la persona che ha perso l'onore perde questa
individualità, vale a dire questo riconoscimento sociale, e si frammenta in
pluralità che scendono di livello e sono calpestabili, come i sassi su cui si
cammina per strada.
Una
concezione molto severa? Forse.
Ma
alta e venerabile perché pone l'accento sul decoro e la dignità della persona,
valori che oggi spesso non si tenta nemmeno di "catacogliri".
SDILLINIU
Bella
parola siciliana che esprime uno stato di malessere generale (sudorazione,
senso di mancamento). Es.: "Astutati sta stufa ca mi sta vinennu lu
sdilliniu", "Spegnete questa stufa perché mi sta venendo lo
sdilliniu". Dovrebbe venire da "sdi", metatesi di
"dis" e "linia", linea; cioè disallineamento dei valori
delle nostre funzioni biologiche dai parametri ordinari. Dunque un termine che
racchiude una sapienza antica: il procedere delle nostre funzioni secondo una
linea (valori standard, diremmo oggi) e l'imputazione del senso di malessere
alla modifica del tracciato di quella linea (vale a dire alla deviazione da
quei valori standard).
PARLARE A NIMMI
Pochi
sapranno tradurre "a nimmi", espressione che si usava tempo fa nel
mio paese di origine (Canicattì) per indicare le larvate allusioni.
"Nimmi" è una corruzione linguistica di "enigmi" e sta a
denotare un signicato che può essere attinto solo attraverso la decifrazione
del discorso criptico che lo contiene.
Nell'era
della pubblica denudazione dei corpi e della pubblica decorticazione
dell'anima, messe in scena nei teatri dei social media, suscita tenerezza
velata di rimpianto quell'accenno riservato e discreto, non di rado condito di
rossore, rappresentato dal parlare a "nimmi".
LA ZAPPA SUI PIEDI
-
Lettura miope dei fatti;
-
"Scapaci";
-
"Ti pirsuadisti cu la minchia";
-
"Muntruzzanu";
-
"All'urbigna".
Le
parole o espressioni tra virgolette sono dell'idioma siciliano.
"Muntruzzanu" è del mio paese di origine, Canicattì. Significa
qualcosa che è un misto di irragionevole, suscettibile, impulsivo. Secondo la
tesi più accreditata, è una deformazione linguistica del termine "muntirussanu",
cioè "di Monterosso", centro famoso per i suoi cavalli. Quindi:
ombroso e recalcitrante come un cavallo di Monterosso. "Scapaci" è
persona fuori dall'uso della testa o "capa". Negli altri casi, l'irragionevolezza
viene indicata, per traslato, dalla vista corta (miopia) o assente
("all'urbigna" - da orbo, cieco) o come uso dell'organo sessuale (la
minchia) al posto del cervello.
In
tutti i casi una sapienza millenaria stigmatizza come indegno dell'uomo l'uso
di pulsioni istintive al posto della ragione, il comportamento di chi agisce
senza consapevolezza dei propri atti o ponderazione delle loro conseguenze.
Questa censura sociale (che ovviamente non riguarda le azioni o reazioni
immediate, ma il comportamento consueto della persona) non è un mero fatto di
etichetta, ma il modo con cui la società protegge se stessa
dall'autodistruzione. Vi è correlata e sottintesa l'idea di un progetto, di uno
scopo personale e sociale a cui tendere. Senza progetto le energie sociali si
neutralizzano al loro interno e collassano.
Ognuno
è libero di avere i propri obiettivi e di battersi per realizzarli. Ma sappia
dove va e cosa vuole, ci dice una sapienza antica sempre valida. Se procede
"all'urbigna", se non guarda dove vanno i suoi colpi, il colpo di
zappa se lo dà sui piedi.
RISPUNNIRI E RISPUSTIARI
Non
sfugge ai siciliani il differente significato dei due verbi: l'uno vuol dire
rispondere, l'altro replicare piccatamente. Quando ciò si riferisce a contestazioni
ed è fatto da politici, i primi adempiono un dovere di chiarezza e trasparenza
di fronte all'opinione pubblica; i secondi si sottraggono a questo obbligo,
limitandosi a rinfacciare colpe altrui.
Nel
pesare la serietà dei nostri politici, distinguiamo fra chi risponde e chi
rispustia.
Chi
rispustia e basta ci prende in giro: non può, non vuole o non sa dare conto di
ciò che gli viene contestato.
Abbiamo
bisogno di risposte fatte di ragionamento, di seria e severa analisi dei
problemi.
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Domanda rimasta senza risposta
N'havi cuda lu maccarruni?
PILLOLA SAPIENZIALE
Nenti fari ca nenti si sapi
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