LUIGI FICARRA, Sulla questione meridionale

L’assemblea provinciale dell’VIII congresso provinciale di Padova del PRC chiede che il capitolo delle tesi (documento 1) dedicato alla questione meridionale venga arricchito con le seguenti considerazioni.

1. La Sicindustria e la Confindustria hanno deciso da oltre un anno – capovolgendo la   posizione assunta al tempo dell’assassinio di Libero Grassi – di espellere gli  industriali che pagano il pizzo e di fare quindi una positiva scelta di lotta contro la mafia. Ciò riteniamo si spieghi non tanto come una scelta liberal ma come conseguenza della grave sconfitta del movimento operaio, con restringimento della presenza dei partiti di classe, che ha  reso il pagamento del pizzo una rendita puramente parassitaria: il capitale nelle sue varie espressioni non ha infatti bisogno di ricorrere oggi alla mafia per esercitare il pieno controllo e lo sfruttamento della forza lavoro, come avveniva nel passato nelle campagne e nei cantieri per la presenza di una forte, organizzata e combattiva lotta di classe. Non occorre una nuova Portella della Ginestra per bloccare l’avanzata della sinistra, oggi purtroppo minoritaria.
Il PRC nel prendere atto di questo radicale mutamento di posizione dell’associazione degli industriali, accentuerà al massimo il suo impegno politico e culturale per la ripresa e l’estensione della lotta di classe in Sicilia e nel mezzogiorno tutto, in stretto collegamento con i movimenti di lotta dei giovani disoccupati e dei precari.

2. La rottura dell’unità d’Italia cui mirano movimenti espressione della borghesia del Nord  e del Sud del paese va contro gli interessi della classe operaia, perché indebolisce il suo fronte di lotta col segnare anche la fine “totale” del ccnl, a non considerare gli accordi del gennaio ed aprile 2009, l’accordo del 28 giugno 2011 e l’art. 8 del “decreto d’agosto” 2011, che a tale risultato pure conducono.
Non è solo la Lega del Nord a lavorare per la rottura dell’unità del paese con la secessione delle regioni ricche, ma anche il Partito del Sud che ha il suo capo politico  in Lombardo, presidente della giunta regionale siciliana, appoggiata anche dal PD, ed il suo referente culturale in Pino Aprile, autore del libro “Terroni”; partito del Sud che trova ampi ed estesi consensi non solo in Sicilia (Miccichè e altri), ma anche in Calabria, Puglia e Campania, sotto gli auspici reazionari di Rifondazione Borbonica.
Il PRC, in tutte le sue articolazioni, dovrà condurre una battaglia di fondo, politica e culturale, sia contro l’ideologia e la pratica del Partito del Sud che, come oggi già fa, contro la Lega Nord, spiegando alle masse la funzione reazionaria che svolgono questi movimenti, entrambi espressione, in forma diversa, degli interessi della borghesia.
Il PRC deve sviluppare nel mezzogiorno ed in tutto il paese una strategia fondata sull’unità della classe operaia del nord con i lavoratori e le masse giovanili disoccupate del sud, oggi in misura pari al 70% circa, le quali costituiscono una delle contraddizioni principali ed irrisolvibili all’interno del sistema capitalistico, per il cui superamento queste forze hanno un comune interesse di battersi.
Padova, 27 novembre 2011                

Luigi Ficarra

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