SALVATORE SULLI, Prizzi, centro storico in agonia

Di seguito un articolo sul centro storico di Prizzi (PA), pubblicato nel 2004 sul giornale "Viceversa", purtroppo ancora attuale.

Prizzi conta una popolazione di circa cinquemila abitanti. Eppure se tutte le case fossero abitate potrebbe ospitarne almeno il doppio. Nel dopoguerra, prima del grande flusso migratorio, Prizzi aveva il doppio degli abitanti e le case erano la metà di quelle di adesso: i conti allora non tornano. O si stava in locali troppo stretti e angusti prima (il che è drammaticamente vero ma non basta a spiegare il fenomeno), o si ha a disposizione un eccessivo spazio adesso (il che non corrisponde neppure a verità), oppure vi è un’altra triste spiegazione: cioè che molte case sono ormai chiuse ed abbandonate, specie nei quartieri a monte (ma non solo), i quali sia pur lentamente si vanno spopolando.
Questo avviene perché la popolazione diminuisce (a causa di quella che viene chiamata natalità zero nonché dell’emigrazione di tanti giovani che vanno a cercare lavoro altrove), ma anche perché si tende ad andare ad abitare ed a cercare casa più a valle, e comunque fuori dal centro storico, con il risultato del graduale abbandono di cui si diceva prima. Si assiste così un curioso fenomeno: a fronte di un calo demografico della popolazione nel comune di Prizzi aumentano gli insediamenti abitativi e addirittura viene finanziata dalla mano pubblica la costruzione di nuove case in quartieri nuovi (come è avvenuto nel recente passato), e praticamente fuori dal centro abitato vero e proprio, senza mai interrogarsi se intervenire e come sulle costruzioni già esistenti.
Questo contribuisce a decomporre irreversibilmente il tessuto urbanistico della nostra città che si va sfilacciando in favore di piccolissimi sobborghi slegati tra loro e dal centro del paese, mentre interi vecchi quartieri rischiano di scomparire dal nucleo storico.
Chi amministra la cosa pubblica dovrebbe cominciare ad occuparsi seriamente di questo problema prima che sia poi troppo tardi, formulando un piano di “rinascita” del centro storico e perseguendo delle politiche per incoraggiare ed incentivare la gente, e le giovani coppie in particolare, a  vivere nei vecchi quartieri e non nelle lontane e disgreganti periferie. Fare insomma il possibile per fare rivivere il centro storico o quantomeno per non farlo morire lentamente. Naturalmente la problematica è molto complessa, ce ne rendiamo conto, e trovare soluzioni concrete non è agevole: ma questo come tutti sanno è compito della politica.
Noi più semplicemente vogliamo lanciare un allarme ed evidenziare un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e di cui nessuno, primi fra tutti il sindaco e le associazioni che operano nel territorio (per tutelarlo), sembra si dia pensiero. Piuttosto si ha la sensazione che si voglia continuare a privilegiare le periferie a scapito del cuore della città; ecco perché non siamo molto lontani dal vero con il dire che se non si comincia ad intervenire invertendo la rotta tra non molto il centro storico di Prizzi assomiglierà sempre di più ai ruderi di Poggioreale che visti da lontano danno la sensazione di un paese vivo e abitato, ma quando invece si arriva sul posto ci si trova in un luogo fantasma. Ma lì almeno e purtroppo c’è stato il terremoto.

                                          Salvatore Sulli

Prizzi

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