I VISMAT di Diego Giordano e Diego Paci in mostra a Canicattì

Diego Giordano (a sinistra), 
Diego Paci (a destra)
Arriva da Delia, piccolo paese in provincia di Caltanissetta, la nuova frontiera dell'arte, un "nuovo spazio artistico". A idearlo e realizzarlo due giovani artisti deliani e cioè Diego Giordano e Diego Paci.

Attore e artista poliedrico il primo, pittore il secondo che si sono uniti in un connubio da cui è nato un progetto nuovo e innovativo dove immagini e parole si fondono per dar vita a una frontiera d’arte, i “vismat” e cioè “Nuove opere in cui l’immagine e la parola si fondono in unico spazio artistico, in cui l’opera stessa è il supporto di sé stessa cosicché esiste in qualsiasi modo. Non sono quadri e nemmeno parole – spiegano i due artisti – ma ‘vismat’, le iniziali di visibile e smaterializzato”. Dove ciò che è visibile è l’immagine e ciò che è smaterializzato è la parola, unite in un unico sentore. Immagini e parole quindi “fuse” in un’unica opera, un unico supporto materiale. Come spiegato da Giordano e Paci “Diamo voce alle immagini mentre alle parole diamo una tangibilità che di certo però non è imposta ma diciamo che vogliamo ‘aprire’ e ‘illuminare’ il sentore dell’osservatore”. Da questa collaborazione sono nati dieci vismat realizzati tra ottobre e maggio, dopo mesi di gestazione di questa nuova idea. Dieci vismat diversi che fanno parte di un unico percorso, da “Visione” a “Il mondo sospeso” che analizzano la società “Sia a livello sociologico che esistenziale”. Venendo ai due artisti, Diego Giordano è un’artista poliedrico, in primis attore, formatosi a Roma mentre Diego Paci è un pittore laureatosi all’Accademia delle Belle arti e specializzatosi in “Tecniche pittoriche e storia dell’arte. (Sebastiano Borzellino)

Dieci VISMAT sono state esposte a Canicattì nel mese di agosto 2014 in due 
locali, "Cafè time" e "Calabrò":

VISIONE

E guardi e vivi, e vive e guarda
dolce e aspro è il corpo
sinuose radici e la terra plasma il fato
tu assetante voglia poggi a te le note
via via e……………………..
ahi che lacrime la natura

SERATA

Misera solitudine senza volto, si preme il sesso nel buio totale, 
fluorescenza nella notte animatrice di suoni prospettici; prospettiche 
animazioni, i suoni prospettici un’invenzione orribile per colori innaffiati 
della più desolante suggestione, attrazione maledettamente intrigante e 
allora che bella serata…….la luce irradiante e poi buio irradiante e buio, 
irradiante e buio, irradiante e buio, irradiante e buio, subito le forme 
virtuali, vodka, rum, l’occulto non è vero, quanta gente, sostegni viventi, 
quanta gente, cortocircuito sui bassifondi dell’anima, l’anima ricercata nei 
bassi, muovi il resto, alza le mani….bang! bang! bang!

OLTRE

Lampioni accesi, squarcio nel cielo, dona al futuro le luci
Ehi tu dove vai? Un braccio proteso all’indietro gira di mezzo cerchio e 
avanti…….. sbigottito sulle impressioni del suo vivere, nota in fondo il 
vivere di tutti gli altri.
                             Geometrie cangianti

REALE

Infusa al centro della soluzione quando si afferra il brivido tangibile, 
adesso,
adesso nelle lucide tappe della mente non c’è posto per la realtà dei fatti, la 
verità è comunque un’altra, nulla si sofferma, tanto più con la forza si 
spegne ogni indugio, è qua…. la volontà è atterrita, lascia al volto del 
presente la sua percezione, appare reale quello che si sente.

UN QUADRO

Dai…..Dai…… corriamo dentro il fluido dell’aria razionalizzando 
fantasie, con strisce d’alberi, case passeggere, con continui affanni per riversare umori – scorrevolissimo l’ambiente – stravolto all’interno, 
l’apice di glorie inventate.
Possiamo pure dire sulle striature dell’ambiente circostante di bere lo 
stesso ambiente, possiamo addirittura scombinare quello già detto e 
ricrearlo a piacere. Appena entra il ricordo esce l’inconsapevolezza, maneggevole coraggio di proseguire. Mancano addirittura i presupposti del giudizio, durante l’osservare la terra sotto i piedi s’apre davanti agli occhi il paesaggio convergente alla corsa.

PRIMAVERA 2014

Chiarezza di primavera

ritorno mutevole

stessa rimembranza


L’erosione del mare scabroso trascina la mente tra sconosciute vie d’uscita 
e ovunque c’è il desiderio di posti lontani immersi in solitarie passeggiate possibili per gli occhi, con vedute avverse al mondo fisico mentre le 
finestre dei variopinti esterni vagano sugli scorci delle scene create all’occasione, durante il vento mischiato al mare i calori di quelle scene e anche l’ormeggiare vietato dai troppi articoli in subbuglio con gli orari dentro le case

LA BEFFA

Generazione puttana;
sogna la voce dall’esterno dettarti la grandezza
libero il mio ego per smarrire i furfanti
gli artifici un vizio
fluttuano sulle nostre vite,
un insolvente magnetismo deride chiunque
con la scoperta del mio sorriso beffardo.                                                                            

SESSO IRRISOLTO

Quante smanie su riciclati veli
quindi l’atto
                     quando i km dei secoli trasformano in vizio vano il sogno 
      
            che piomba all’unisono il sole e la confusione

un selciato di dubbi trova un punto in comune sul sesso odierno

ma un segreto divaga trasparente
                    
                                quello sgretola la polvere

IL MONDO SOSPESO

Alla stessa immagine siete il mondo

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