Rivisitate le tappe storiche e culinarie attraverso il libro di Francesco Lucania
Articolo pubblicato su "La Sicilia" del 13 febbraio 2014
Occhi vivaci, animo sempre disponibile che riflette un DNA spiccatamente siciliano dall’antico sapore castronovese e che ama l’aria marittima della coste iblee.
Vive nel capoluogo piemontese ma ama
viaggiare verso terre lontane in luoghi estremi (Russia, Cambogia, Manciuria)
portando con sé nel cuore immagini di culture e tradizioni che immortala
con un click della sua inseparabile macchina fotografica. Tutto ciò
risponde al nome di Francesco Lucania, classe 1952, bibliotecario, autore di
diversi saggi dagli svariati temi sociali ed antropologici.
Ha curato mostre fotografiche e
iniziative culturali legate a Piemonte e Sicilia.
Col suo immancabile farfallino riesce
ad essere un cuoco raffinato, cultore dell’arte culinaria e con una sfacciata
passione per il mondo del cacao. Segni caratteristici: ha un piacevole difetto
che lo contraddistingue, cioè quello di donare carinissime scatolette di cioccolatini
realizzati da lui stesso, preceduti dalla frase “ho qui qualcosa da darti”
e seguiti da un’altra “poi mi dai il tuo parere”.
Per tale ragione, come peraltro scrive
il prefatore Bruno Gambarotta, non è stata una sorpresa che l’ultima
fatica letteraria di Francesco Lucania fosse dedicata proprio al cibo degli dei
e con un titolo semplice ma incisivo, “Il Cioccolato, Storia, Curiosità,
Ricette, Maestri” (Miraggi Edizioni, Torino 2013, pp. 80). Uno sposalizio di
tematiche che, unendo la passione per i libri a quella per il cioccolato,
consente all’autore di ripercorrere la lunga storia del cacao, “Theobroma
Cacao” (cibo degli dei, termine creato dal naturalista von Linné
nel 1737), pianta della famiglia delle Sterculiaceae originaria dell’America
meridionale (coltivata in 45 paesi, con una produzione mondiale annua di oltre
3 milioni di tonnellate), dalle sue lontane origini fino ai tempi attuali, dal
Nuovo Mondo delle prime colonie spagnole ai laboratori dei maestri
cioccolatieri torinesi, illustrando con competenza, garbo e dovizia di
particolari le fasi con cui dalla pianta si produce il cioccolato.
Il lettore, in compagnia dell’autore,
ha dunque la possibilità di intraprendere un itinerario ricco di tappe che hanno
caratterizzato la fantastica storia della diffusione del cioccolato, peraltro “oggetto
di furibonde passioni, a partire dalle corti, per discendere alla nobiltà
e infine alla borghesia”. Interessante si rivela la parte dedicata alla lavorazione
del prodotto, “talché – come annota il prefatore - si può
parlare della cioccolata come di un’opera d’arte collettiva”.
Parlando di un cibo così sublime, non potevano mancare deliziose ricette che
mostrano con esaurienti dettagli come utilizzare cacao e derivati nella
preparazione di portate dolci e salate.
Termina il volume la sezione dedicata
alla “cronologia storica del cioccolato”
che contiene nove pagine ricche di tante notizie e curiosità:
da papa Paolo V il quale nel 1569 sostiene che la bevanda di cioccolata non
interrompa il digiuno quaresimale (innescando un’accesa controversia religiosa, in
qualche modo spenta nel 1662 dal cardinale Brancaccio che “assolve”
la cioccolata), alla data del 1590 che segna l’avvio della produzione delle tavolette
di cioccolato solido nella Contea di Modica, al 1922 anno in cui nasce, nell’antica
città umbra, il famoso “Bacio” che, per la forma simile alla nocca di
una mano, in un primo momento è chiamato “Cazzotto”.
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