Pasquale Petix
E’ passato il generale Patton … e non solo
Edizioni Centro Pio La Torre
Palermo 2013
Prefazione di Vito Lo Monaco
In questo libro l’autore usa la
tecnica del flashback, riprende fatti accaduti in precedenza, per raccontare
l’attualità. Per scrivere della trattativa Stato-Mafia di cui si parla nei
processi per le stragi di fine novecento, narra del Generale Patton che a capo
delle truppe Usa sbarca il 10 luglio del 1943 a Gela e libera la Sicilia occidentale
dall’esercito mussoliniano e dai suoi alleati tedeschi ricongiungendosi a
Messina con le truppe inglesi di Alexander che risalivano dal versante sud-est
dell’Isola. La liberazione della Sicilia è preceduta dal lavoro di intelligence
dei servizi segreti americani e inglesi che entrano in contatto con esponenti
della classe dominante agraria e la sua rappresentanza politica che sarà prima
separatista, poi indipendentista, liberale e democristiana. Di essa era parte
integrante la mafia, la quale, colpita solo nei suoi ranghi bassi da Mori e dal
fascismo, risorge a nuovo protagonismo presentandosi agli alleati come
antifascista. Gli alleati, pur informati dai loro servizi sulla appartenenza
alla mafia, nominarono sindaci uomini come Calogero Vizzini e tanti altri,
dando inizio a una intesa tra nuova classe dirigente e mafia per conservare
privilegi di classe (allora dominante era quella terriera). Il pactum
sceleris si espande durante gli anni fino ad oggi e costellato da stragi
(dal 1947 a
Portella sino a quelle del 1992), accompagna le trasformazioni sociali,
economiche e politiche della Sicilia.
Il sociologo Petix scorre le
varie fasi, dal banditismo sino al terrorismo politico-mafioso della fine del
secolo scorso, evidenziando le trasformazioni del ruolo della mafia, da quello
servente a quello integrato nella parte violenta della classe dirigente. Da un
po’ di anni la mafia non si fa solo rappresentare politicamente passivamente da
altri, comincia a designare i propri membri nell’economia legale e nelle
assemblee
elettive. Dal banditismo
arruolato, dal separatismo sino all’autonomismo tradito e alla vicenda del Muos
di Niscemi, Petix vede un solo filo storico che lega Sicilie storicamente
diverse, ma sempre alla ricerca di nuova identità per recuperare quella mitica
perduta.
Dalla Sicilia contadina di
Vittorini a quella di Sciascia e Consolo. Dai feudi e dalle miniere di zolfo e
di sali potassici oggi scomparsi o chiuse e diventate ricettacolo
europeo di rifiuti tossici, Petix
intravede una “duplice polarità, un continuo gioco di luci e tenebre, comico e
tragico, canto e disincanto”.
Nell’autore non c’è alcun
cedimento al pessimismo, tanto è vero che citando Marx mette in rilievo che le
continue dominazioni straniere nei secoli non hanno prodotto alcuna natura
servile dei siciliani, come dimostrano la partecipazione al Risorgimento, ai
Fasci siciliani, al movimento per la riforma agraria nel secondo dopoguerra. È
alla Sicilia dei Basile e dei Florio, “sinonimo di qualità, di innovazione
tecnologica, di correttezza degli affari, di apertura al mercato globale”,
quella a cui pensa Petix. È la Sicilia “metafora del mondo e che rappresenta
tutti i Sud”.
Pasquale Petix è riuscito a
sintetizzare in un piccolo libro una grande storia. Leggerlo, proporlo alle
nuove generazioni è l’occasione per una decisa sollecitazione a non abbassare
la guardia. La Sicilia può cambiare, deve cambiare, sta cambiando come
dimostrano la crescita e la diffusione di una nuova coscienza critica
antimafiosa anche tra quei ceti borghesi più indifferenti o contigui.
Si tratta di mantenere salda la
convinzione che, solo cambiando cultura e sistema di produzione della ricchezza
al quale non deve mai essere estraneo, come sancisce la Costituzione, il suo
fine sociale, è possibile dare un futuro più democratico al Paese e all’Europa.
Nell’era della globalizzazione asservita al dio Mercato, grazie a una
concezione neoliberista che ha pervaso trasversalmente destra e sinistra , il
processo educativo assume rilevanza assoluta. Se l’educazione è politica cioè
guarda alla “Polis”, al bene comune, la politica diventa educazione. È l’unica strada
per liberare il Paradiso-Sicilia dai diavoli.
Vito Lo Monaco
(Presidente del Centro di Studi ed Iniziative Culturali “Pio La Torre” di Palermo)
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Pasquale Petix è nato a Serradifalco (CL).
Sociologo, professore di discipline giuridiche ed economiche; già docente di
materie sociologiche presso la sede Didattica Decentrata di Caltanissetta della
Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università Maria SS. Assunta
(LUMSA) di Roma; tutor coordinatore nei corsi TFA presso la Università Kore di
Enna.
Ha numerose pubblicazioni al suo
attivo tra le quali: “Caratteri del welfare locale” e “Disabili e diritto al
lavoro” per le Edizioni Solidarietà di Caltanissetta; “Le macchie del leopardo”
per le Edizioni Kimerik; “Quale alleanza tra famiglia e scuola?” Edizione Ist.
Comprensivo Statale di Serradifalco; “Giovani, legalità e cittadinanza” Ed.
ITCG “G. Galilei” Canicattì; “L’eroismo della civiltà” Ed. asud’europa,
Palermo.
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