L’Associazione
Culturale “LA COMPAGNIA
DEL TEMPO RELATIVO” si costituisce ufficialmente il
24 Ottobre del 2012 a
Canicattì. Il 29 dello stesso mese viene regolarmente registrata all’Agenzia
delle Entrate e il giorno successivo chiede all’Amministrazione Comunale di
Canicattì l’iscrizione all’Albo Comunale delle Associazioni Culturali.
I Soci Fondatori sono: Angelo Lo Verme (Presidente), Calogera Carmelina Falzone meglio conosciuta come Lella (Vice Presidente e Tesoriere), Angela Ficarra (Segretario), Giuseppe Salamone e Fiorella Fontana. I soci ordinari che hanno fatto richiesta di ammissione e successivamente accettata con apposita Delibera del Consiglio di Amministrazione sono: Marika Arnone, Emanuela Bertolino, Concetta Cimino, Noemi Emanuela Cummo, Marco Giglia, Lo Vullo Giuseppe, Lo Vullo Salvatore, Teresa Monaca, Calogero Pontillo ed Emanuele Trupia.
L’idea di fondare l’Associazione ha avuto una
lunga gestazione durata quasi un anno, quando appunto circa un anno fa si
cominciò a provare la piece “Inneres Auge e l’occhio della giustizia”,
scritta da Lella Falzone con la collaborazione di Angelo Lo Verme, liberamente
tratta dal romanzo “Leone bianco leone
nero” dell’Autore nisseno Giuseppe Nicosia, nel quale egli narra in forma
di diario i 51 giorni vissuti da detenuto nel carcere Malaspina di
Caltanissetta per coltivazione illegale di Canapa, scritto proprio durante
questo periodo di detenzione. Tale piece verrà rappresentata agli inizi del prossimo
anno.I Soci Fondatori sono: Angelo Lo Verme (Presidente), Calogera Carmelina Falzone meglio conosciuta come Lella (Vice Presidente e Tesoriere), Angela Ficarra (Segretario), Giuseppe Salamone e Fiorella Fontana. I soci ordinari che hanno fatto richiesta di ammissione e successivamente accettata con apposita Delibera del Consiglio di Amministrazione sono: Marika Arnone, Emanuela Bertolino, Concetta Cimino, Noemi Emanuela Cummo, Marco Giglia, Lo Vullo Giuseppe, Lo Vullo Salvatore, Teresa Monaca, Calogero Pontillo ed Emanuele Trupia.
Inizialmente il nome scelto per
l’Associazione fu “Le Petit Théatre de
Banlieu” (“Piccolo Teatro di Periferia”) democraticamente scelto fra un’ampia
rosa di proposte. Il nome però, tanto evocativo quanto difficile da pronunciare
e da scrivere per chi non mastica il francese, recentemente si è deciso, sempre
democraticamente, di cambiarlo appunto in “La Compagnia del Tempo
Relativo”, un modo ironico per descrivere una caratteristica non proprio
edificante di molti elementi della Compagnia: arrivare in ritardo, e cominciare
quindi le prove e soprattutto finirle con molto ritardo, a notte inoltrata. Quasi
che il concetto del tempo all’interno della comunque simpatica, allegra ed
efficiente Compagnia Teatrale, composta da validissimi e talentuosi elementi, molti
dei quali sanno anche cantare e ballare, fosse relativo. Tant’è che si è deciso
di adottare, se le leggi sul copyright lo consentono, come logo
dell’Associazione la famosa foto di Albert Einstein del 1951, scattata in
occasione del suo compleanno dal fotografo Arthur Sasse, quando alla sua
richiesta di sorridere il geniale fisico, padre della teoria della relatività
che gli valse il Nobel nel 1921,
in maniera molto irriverente gli fa le linguacce.
In “Sulle
note della storia: 50 anni di umanità - My name is Michele” la regista e coreografa ha immaginato
la discesa in Terra dello svagato e ingenuo Angelo Michele, inviato da Dio per
redimere il genere umano. Piombato nel pieno della guerra in Vietnam, si
accorgerà quanto arduo sia il suo compito.
In “Anime”
ha pensato di trattare il tema della shoah facendo parlare alcune “anime” di ebrei deceduti nei lager
nazisti, con brani tratti dal libro “Auschwitz.
Ero il numero 220543”
di Denis Avey, nel quale descrive gli orribili episodi di cui è stato
testimone in questo campo di sterminio. Anche qui la rappresentazione è
arricchita da danze e canzoni interpretate magistralmente dai ragazzi della
Compagnia.
Con “Remember
Broadway” la regista Lella Falzone ha voluto rendere omaggio appunto ai
famosi musical di Broadway, ispirandosi con opportuni adattamenti ad alcuni di
essi nel realizzare uno spettacolo monumentale, molto affascinante e pirotecnico,
composto da più di 50 ragazzi che recitano, cantano e ballano.
Con “Note
di luna - Versi, ritmi e note dei
paesi del Sudamerica”, spettacolo musicale realizzato all’aperto in una
serata di luna piena di fine estate nella splendida cornice del locale “La
Badia ”, attraverso un excursus tra i paesi del
Sudamerica, in particolar modo Argentina, Brasile e Cuba, la Compagnia ha inteso
rendere omaggio alla poesia, alla musica e ai
balli tipicamente sudamericani.
Inoltre lo scorso febbraio la Compagnia è stata
invitata a un Convegno sullo stalking per mettere in scena un breve rappresentazione di un
episodio di stalking. Recentemente poi, in occasione della Giornata della
violenza sulle donne, che la locale CGIL e l’Associazione Agape ha voluto
dedicare alla memoria di Antonella Alfano, l’agrigentina uccisa dal suo
compagno, la Compagnia
è stata richiesta per realizzare alcuni monologhi sul tema, scritti e recitati dagli
stessi ragazzi della Compagnia.
Da tali lavori già si può evincere il genere
di teatro impegnato realizzato da “La Compagnia del Tempo
Relativo”, la quale, attraverso formule espressive multiple, intende affrontare
tematiche esclusivamente di interesse sociale e culturale, non disdegnando
d’inserire nei loro originali copioni anche elementi, situazioni e battute
comiche con studiata cadenza, per rappresentare con un certo realismo la
quotidianità umana, che sovente e naturalmente, quindi diciamo anche inevitabilmente
oscilla tra il serio e il faceto.
Così, per meglio caratterizzare tale sua vena
realistica che abbraccia anche gli aspetti più leggeri, se non comici
dell’esistenza, la Compagnia
ha realizzato uno spassosissimo videoclip semplicemente intitolato “SUP”. SUP è chiaramente un acronimo per
il cui svelamento rimandiamo alla visione del videoclip, che prossimamente
verrà scaricato su You Tube. In esso molto ironicamente la Compagnia prende in giro
se stessa, “caricaturando” i suoi
stessi attori che pomposamente discettano di teatro, ai quali assegna delle
parti che vogliono rappresentare un certo serio, sterile ed eccessivo intellettualismo
teatrale fatto di vacui e insensati paroloni, incomprensibili ai più. Così
discettando, lentamente in un crescendo di “nonsense”
rivelano al pubblico, spiazzato e sicuramente incredulo, tutta la loro insulsaggine e ridicolaggine di
personaggi eccentrici e distanti anni luce dalla realtà quotidiana che
presuntuosamente vorrebbero rappresentare sui palchi.
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