ROSA FARAGI, La Sicilia negata

Antonello da Messina
Ritratto d'ignoto marinaio
Con il fallimento della politica di industrializzazione della Sicilia, ormai appare evidente che se si vuole  portare avanti una politica di sviluppo economico dell’isola, che ci affranchi  dall’assistenzialismo e che crei le basi per un vero sviluppo che dia  lavoro e benessere ai siciliani e che impedisca la fuga dei giovani alla ricerca di un lavoro, dobbiamo puntare sull’agricoltura di  qualità, sul turismo e sulla salvaguardia e valorizzazione dei nostri beni culturali.
Purtroppo i governi regionali che in questi anni si sono succeduti si sono mossi in maniera contraddittoria e discutibile. Per esempio la salvaguardia e la valorizzazione dei nostri beni culturali non sembra fino ad ora una priorità per i nostri governanti. Secondo una politica strampalata, invece di far venire i turisti in Sicilia a vedere  le nostre opere d’arte, si preferisce far viaggiare i nostri reperti. In tal modo i turisti e gli amanti dell’arte potranno vedere le nostre opere a casa loro o potranno andare nei musei  fuori dalla Sicilia per poterle ammirare.   Adriano Sofri  ha  raccontato su Facebook una serie di ”mancati incontri” con le  nostre opere d'arte che lo scrittore desiderava ammirare in occasione  di un suo soggiorno siciliano. Visite impossibili, perché le opere sono da tempo disseminate in musei lontani, e la loro assenza dai luoghi espositivi che generalmente le accolgono non è segnalata: così accade che i turisti che pianificano una visita in Sicilia in giro per musei, possano rimanere delusi e cercare invano opere che sono “ prestate” a musei stranieri o “segregate” in musei  nostrani chiusi da tempo.
La lista delle opere eccellenti fuori sede, anche quelle che, in realtà non potrebbero partire, perché iscritte in una lista di beni "inamovibili", secondo la direttiva assessoriale del 23 maggio 2007 è lunga: l'Efebo di marmo del museo di Mozia, è stato inviato a Londra in seguito ad accordi di scambio in occasione delle Olimpiadi. Attualmente si trova a Malibu, al Museo Getty, dove sarà in mostra fino all'aprile 2013. Ma se il nuovo assessore non interverrà immediatamente, l’operà verrà trasferita  a Cleveland dove sarà esposta fino al  2014 nel museo locale. L'Efebo di Selinunte si trova a Shanghai esposto in occasione della mostra organizzata dalla Triennale, che chiuderà il 31 gennaio 2013,  ma è stata firmata una proroga fino al 28 febbraio. Insieme all'Efebo, sono a Shanghai cinque dipinti provenienti dalla Galleria di arte moderna di Palermo, due opere di Francesco Lojacono, e tre tele di Antonino Leto, Ettore De Maria Bergler e Niccolò Giannone. Il Satiro danzante, scultura di straordinaria bellezza attribuita alla scuola di Lisippo, da Mazara del Vallo è volata a Londra, per una mostra sui bronzi alla Royal Academy: insieme al Satiro, è a Londra per la medesima esposizione l'Ariete conservato al Museo archeologico Salinas di Palermo. La mostra di Londra chiuderà il 9 dicembre, ma è ancora in bilico il ritorno dell'Ariete  -  descritto da Wolfgang Goethe nel suo "Viaggio in Sicilia" e ritratto nelle incisioni di Jean Houel  -  che potrebbe nuovamente partire e andare a Los Angeles per una mostra dell'anno prossimo. Sia il Satiro, che l'Ariete e l'Auriga fanno parte del nucleo delle ventuno opere inamovibili, ma proseguono a viaggiare con permessi speciali che le vedono partire per lunghi periodi, anche a seguito di scambi con altre opere o mostre provenienti da musei internazionali. In parole  povere  i musei italiani prestano le  nostre opere all’estero e ricevono in cambio opere che verranno esposte  nei vari musei italiani. Peccato che tali opere, se le vogliamo ammirarle, dobbiamo andare a Roma, a Firenze o a Milano. Questo avviene anche perché i nostri musei spesso sono chiusi Il museo Salinas, custode delle metope di Selinunte e della Pietra di Palermo, è chiuso dal luglio 2009: l'apertura, prevista per la fine di quest'anno, slitterà di un paio di mesi. La data della riapertura al pubblico e  ancora da determinare
Chiuso, questa volta per lavori di restauro e per difficoltà economiche, il Museo Mandralisca di Cefalù, che custodisce  il Ritratto d'ignoto marinaio, capolavoro di Antonello da Messina. La consegna dei lavori dovrebbe avvenire a fine gennaio, e così a Natale il museo rimarrà chiuso. In realtà ci sono ben altri problemi economici: il personale non riceve lo stipendio da otto mesi, e dunque non si sa se ci saranno le condizioni  per riaprire. Tempi lunghi, lunghissimi, dunque, per rivedere la tavoletta che ispirò Vincenzo Consolo. Se si pensa ad invogliare i turisti a venire in Sicilia in questo modo, temo che rimarremo delusi.

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