Diego Guadagnino è nato a Canicattì in provincia di Agrigento nel 1951. Conseguita la laurea in giurisprudenza presso l’università di Palermo, ha intrapreso nella sua città natale l’attività di avvocato, senza tuttavia tralasciare l’innata passione letteraria che nel corso degli anni lo ha visto redattore e collaboratore culturale de “Il punto”, una testata giornalistica che fu punto di riferimento nell’agrigentino dei contenuti della contestazione della fine degli anni Sessanta e sul quale pubblica le sue prime poesie.
In tale contesto scrive "Canicattì Regina dell’uva", una piece teatrale giocata sull’ironia e ispirata ai vistosi effetti prodotti sul piano del costume negli anni Settanta dall’improvvisa ricchezza agricola della sua città natale.
Numerose e costanti le sue prefazioni e presentazioni di libri, di scrittori e di artisti nella sua città, da Leonardo Sciascia a Nicoletta Agnello Hornby, dal poeta Domenico Turco, di cui ha curato "Acque Lustrali", al pittore Salvatore Fratantonio, sul quale ha scritto in diverse occasioni.
Numerosi i suoi microsaggi, pubblicati su riviste on-line e cartacee (fra cui “Pagine dal Sud”), che spaziano dall'architettura, alla fotografia, alla pittura, alla poesia, alla storia.
La pubblicazione di "Trasmutazione", lo rivela alla critica (Alvarez, Bocchi, Cara, De Antonellis, De Carli, Giannì, Guastella, Mandarà, Nativo, Ragusa, Schembari, Tesio, Turco) e al grande pubblico come poeta raffinato e di straordinario spessore nei contenuti. L'interesse della critica viene confermato e si amplia con la pubblicazione di successive pregevoli opere poetiche, narrative e saggistiche: "La via breve" (Attanasio, Maculotti, Mandarà, Schembari, Turco), "Il fabbro e le formiche" (Cammalleri, Casì, Turco, Vaiana), "Apocrifi" (Alvarez, Maculotti, Schembari, Turco), "Memorie Mediterranee" (Alvarez), "La Quarta Sezione".
In tale contesto scrive "Canicattì Regina dell’uva", una piece teatrale giocata sull’ironia e ispirata ai vistosi effetti prodotti sul piano del costume negli anni Settanta dall’improvvisa ricchezza agricola della sua città natale.
Numerose e costanti le sue prefazioni e presentazioni di libri, di scrittori e di artisti nella sua città, da Leonardo Sciascia a Nicoletta Agnello Hornby, dal poeta Domenico Turco, di cui ha curato "Acque Lustrali", al pittore Salvatore Fratantonio, sul quale ha scritto in diverse occasioni.
Numerosi i suoi microsaggi, pubblicati su riviste on-line e cartacee (fra cui “Pagine dal Sud”), che spaziano dall'architettura, alla fotografia, alla pittura, alla poesia, alla storia.
La pubblicazione di "Trasmutazione", lo rivela alla critica (Alvarez, Bocchi, Cara, De Antonellis, De Carli, Giannì, Guastella, Mandarà, Nativo, Ragusa, Schembari, Tesio, Turco) e al grande pubblico come poeta raffinato e di straordinario spessore nei contenuti. L'interesse della critica viene confermato e si amplia con la pubblicazione di successive pregevoli opere poetiche, narrative e saggistiche: "La via breve" (Attanasio, Maculotti, Mandarà, Schembari, Turco), "Il fabbro e le formiche" (Cammalleri, Casì, Turco, Vaiana), "Apocrifi" (Alvarez, Maculotti, Schembari, Turco), "Memorie Mediterranee" (Alvarez), "La Quarta Sezione".
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