ROSA FARAGI, Impressioni sul romanzo di Rosa Maria Ponte

Nel suo primo romanzo, la pittrice Rosa Maria Ponte parte dalla sua esperienza personale per inoltrarsi nei meandri del passato. Tra vicende accadute, personaggi realmente esistiti e immaginari, l’autrice ci conduce per mano in un mondo fantastico, anche se sempre collegato alla realtà.
E’ un tuffo in un mondo che ormai non esiste più ma che l’ha per sempre e profondamente segnata. La solitudine, che sembra essere il filo conduttore del romanzo, non è mai disperata. Nei momenti difficili e dolorosi, la protagonista trova sempre la forza di reagire. 
 I ricordi delle persone, che ormai non ci sono più ed a lei molto care, le permettono di continuare il cammino della vita. Tali ricordi non sbiadiscono col tempo, permangono vividi nella mente di Barbara tanto che, nell’intreccio delle vicende, diventa difficile distinguerli dalla realtà.
La realtà è dolore: solo il ricordo e la lettura dei suoi amati libri le permettono di sopportare l’esistente. L’autrice con magistrali pennellate, come nei suoi quadri, riesce ad introdurre, nella vita di Barbara, esperienze personali e a trasfigurarle in fiaba.
Anche nel tradurre il “Principe Felice”, Barbara ripete lo stesso gesto della zia, persona a lei molto cara e da cui ha ereditato sensibilità ed amore per i libri. In quei momenti, rivive le stesse sensazioni e gli stessi stati d’animo di quando era ancora una bambina felice e spensierata.
L’amore e l’amicizia che hanno un ruolo importante nella sua vita appaiono come momenti fugaci che non la salvano dalla sua solitudine.
Il finale lascia il lettore nel dubbio. Chi è l’ospite tanto desiderato e inatteso che arriva “nel buio della notte”? L’amore? La morte? La speranza?

Prizzi, 20 Aprile 2011
Prof.ssa Rosa Faragi

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