ROSA FARAGI, Intervista a Mons. Carmelo Amato

VENTANNI FA MORIVA PADRE ENNIO PINTACUDA

Padre Ennio Pintacuda è morto il 4 Settembre 2005.

Sono passati vent’anni dalla sua morte e voglio ricordarlo ripubblicando la testimonianza del suo “caro maestro” padre Carmelo Amato, morto nel 2015, 10 anni dopo il suo “allievo prediletto”, all’età di 104 anni.

Due uomini di chiesa le cui vite si sono incontrate e si sono influenzate a vicenda.

Questa l’intervista” è stata fatta nel lontano 2007, due anni dopo la scomparsa di padre Ennio Pintacuda.


INTERVISTA A MONSIGNORE AMATO

“PADRE ENNIO IL MIO ALLIEVO PREDILETTO”

 

Vorrei ricordare che Padre Carmelo Amato è stato un’istituzione per Prizzi, un punto fermo per la crescita religiosa e culturale di tanti prizzesi.

Di Monsignor Carmelo Amato, a Prizzi, si iniziò a parlare da quando, appena ordinato sacerdote dal vescovo di Monreale, fu nominato parroco della chiesa di San Giovanni Battista.

«Era - ricorda - il giorno della festa del patrono San Giorgio. La gente dai balconi lanciava fiori verso il corteo che si avviava verso la chiesa. Sui balconi avevano esposto anche le coperte in onore del nuovo parroco. Una giornata indimenticabile. Sono stato parroco della chiesa di San Giovanni Battista fino a quando ho compiuto 70 anni. Poi sono stato nominato monsignore e rettore della chiesa di Maria Santissima del Carmelo, carica che ricopro tuttora».

Padre Amato, non fu solo un sacerdote, ma un maestro di vita e di cultura per tanti giovani prizzesi, che anche grazie a lui, sono cresciuti e si sono affermati, come padre Ennio Pintacuda. 

Il sociologo prizzese era molto legato a padre Amato che lo considerava il suo “caro maestro”; infatti, durante gli ultimi anni della II guerra mondiale padre Amato preparò il giovane studente Pintacuda agli esami di ginnasio.

Da qui si sviluppo un grande rapporto di stima ed affetto tra il maestro e il discepolo, durato tutta la vita fino alla morte di padre Ennio.

Sarà proprio monsignor Amato a dare l’ultimo saluto al suo “prezioso alunno” nella parrocchia di San Michele il 05.09.2005 durante la messa di requiem.

Spesso mi recavo da Monsignor Amato per un abbraccio e per vedere come stesse in salute. Accudito con tanto affetto dalla amabile Fina, malgrado l’età longeva, era perfettamente lucido.

Per me, “prizzitana”, che conosce le ripide strade, le scalinate e le strette viuzze in pietra, non era affatto difficile raggiungere la dimora di Monsignor Amato di via Mercadante 8, a due passi da casa mia.

Ad ogni incontro, si rallegrava, e dopo avermi affettuosamente “rimproverato” perché non andavo a trovarlo più spesso, ci aggiornavamo a vicenda sulle ultime notizie del paese.

Quel giorno la conversazione riguardò il sociologo prizzese padre Ennio.

Monsignor Amato, cosa prova all’età di 97 anni nel dover ricordare Padre Ennio Pintacuda?

Ritengo doveroso farlo: un grande concittadino che ci ha onorato! Un gesuita autentico, un illustre sociologo, ma soprattutto, un grande amico!”

Mi racconti con calma, la sento emozionato.

Rosetta, permettimi una parentesi. Ricordati: qualunque cosa scrivi, alla fine metti: nome, luogo e data. Le date sono importanti, come le tappe storiche.”

Questo piccolo consiglio, risultò poi importante nel prosieguo della mia carriera da insegnate. Ai miei allievi ho sempre detto: alla fine di qualunque relazione o scritto ricordatevi di aggiungere nome, luogo e data.

Ricordando il suo ex allievo, Monsignor Carmelo, si rattristò, mentre i suoi occhi e la sua mente cominciavano a vagare nel lontano passato.

“… dal 1946, anno dell’istituzione a Prizzi, per la prima volta, della scuola media, fui nominato docente di religione cattolica, incarico rinnovato ogni anno dal Vescovo fino all’età della pensione. Precedentemente, ho anche insegnato gratuitamente alle scuole Elementari. Per arrotondare qualche lira impartivo lezioni private. Insegnavo Italiano, Latino, Storia. Tra i miei allievi c’era anche un ragazzo, Ennio Pintacuda, prizzese come me. Correvano gli anni 1944/1945, gli impartivo lezioni di latino e di italiano per la preparazione agli esami di ginnasio. Fin dall’ora era molto spigliato e sveglio. La Commissione lo ha elogiato! Il resto lo sapete, basta leggere una delle tante biografie presenti nei numerosi libri che ha scritto.”

 «È stato, dice con la voce incrinata dall’emozionata, il mio migliore allievo. Quando si presentò, da privatista, agli esami a Corleone, i professori rimasero senza parole per la sua preparazione”.  Gli chiesero chi fosse stato il suo professore. "Padre Carmelo Amato di Prizzi, il mio maestro, rispose.”


Si commuove padre Amato al ricordo del padre gesuita, sociologo e politico, protagonista della "primavera palermitana" dei primi anni ‘80, dei movimenti "Città per l'uomo" e "La Rete", animatore dell'Istituto di formazione politica "Pedro Arrupe" con il confratello Bartolomeo Sorge e del Centro studi sociali "Cesare Terranova", e per ultimo, presidente del Cerisdi.

Padre Amato era profondamente emozionato al ricordo di questi eventi e riposizionando i suoi spessi occhiali da miope, continuava con determinazione a raccontare:

Il mio migliore maestro, mi ha presentato a tutti gli ospiti nel 2005, pochi mesi prima che morisse, quando mi invitò al Cerisdi dove trascorsi una giornata indimenticabile. Fina, aggiunge, rivolto alla donna che da anni lo accudiva con profonda devozione ed amore: prendi l'album con le foto di quella giornata che mi regalò padre Pintacuda e mostralo a Rosetta”.

Padre Carmelo prende l’album che prontamente Fina gli porge e me lo mostra:

Rosetta guarda questo album di foto-ricordi, me lo ha consegnato qui, proprio a casa mia, venne con tanti professori ad onorarmi per la mia età. Si era incomodato lui per salutarmi. Mi chiamò affettuosamente: “mio caro maestro”. Queste foto testimoniano la mia visita al CERISDI al Castello Utveggio. Le didascalie tutte scritte di suo pugno. Ha scritto date e riferimenti precisi per ogni foto, guardi che precisione!

Mi disse: “Oggi, sarà accolto meglio dei ministri, che pur ho avuto l’onore di ricevere. Mi fece girare le stanze, ricevetti una medaglia in ricordo, mi fece firmare il registro d’onore degli ospiti illustri e offerto, ricordo, una ricca colazione di lavoro “.

Sono fiero di Lui e con me, penso, tutti i Prizzesi. Ricordo anche le omelie funebri che tenni per la sua cara Mamma e per il fratello Giovanni pure lui gesuita. Desiderava che fossi sempre io a ricordare i suoi cari.”

Padre Amato per concludere, vuole aggiungere qualche altro ricordo?

Si, ti ringrazio Rosetta per l’opportunità che mi hai dato di parlare e per il tempo prezioso che mi dedichi. Oggi la gente è più disposta, purtroppo a dare denaro che tempo!  Ti sarei grata, se mi pubblicassi, in ricordo di Padre Ennio, mio alunno prezioso, il discorso che feci di commiato finale.”

Con piacere.

Ecco cosa dissi, nella parrocchia di San Michele il 05.09.2005 per la messa di requiem:

“Ennio, sono qui presente per darti l’ultimo saluto sulla terra, per rivederci in paradiso. Non potrò mai dimenticare i tuoi sentimenti di stima nei miei riguardi. Mi ricordavi in tutte le occasioni. Mi volevi far conoscere come tuo maestro, quando nel lontano 1944-1945 venivi a casa mia come alunno. Era il dopo guerra, non esisteva scuola pubblica e papà tuo, mio amico ti affidava al mio insegnamento per prepararti a sostenere gli esami per frequentare il ginnasio superiore. Risultato ottimo, perché eri molto intelligente e volenteroso nell’apprendimento. Questi due anni li tenevi sempre presenti e da allora, non mi hai più dimenticato. Auguri a me in tutte le occasioni: per onomastico e per compleanno, per i 50 anni di sacerdozio, per i 90 anni di età, per i 95…fino al 29 Agosto scorso e soprattutto, nel pressante invito per avermi come visitatore del CERISDI a Palazzo Utveggio sul Monte Pellegrino il 22 Luglio scorso. Qui hai manifestato tutta la tua stima per me con un album di foto che tu personalmente hai portato a casa mia con il tuo seguito. E’ abbastanza noto quanto sei stato importante nella vita pubblica con la tua politica mettendo anche a rischio la tua incolumità. Grazie Ennio, tu mi lasci tanti tuoi ritratti! Ti do l’addio sulla terra, per l’arrivederci in Paradiso. La tua anima riposi in pace. La patria nostra è nei cieli”

Il ricordo finisce qui, anche perché gli occhi dell’anziano sacerdote si riempirono di lacrime e la voce diventò roca dall’emozione.

Disse solamente: “Rosetta, mi raccomando: luogo, data e firma!”

Prizzi 16 Agosto 2007

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P.S. Quell’album, che mi venne mostrato allora, mi fu consegnato in seguito per farne buon uso. Si tratta di una testimonianza unica e interessante

Vorrei donarlo a qualche istituzione, pubblica o privata, che lo valorizzi e lo metta a disposizione degli studiosi interessati. 

Prizzi 4 agosto 2025

 Prof.ssa Rosa Faragi


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