VINCENZO FONTANA, Un approccio olistico per commemorare Lelio Basso e Pio La Torre


Intervento al convegno "Lelio Basso e Pio La Torre, due vite parallele per la democrazia e la legalità costituzionale. Lelio Basso avvocato in Sicilia per la strage di Canicattì" (Canicattì, 7 aprile 2018)



Buongiorno a tutti.
Poco fa mi chiedeva Pino Barbara [giornalista di TV Europa]: «Cosa c’entra il "Galilei" con questa manifestazione?» A me piace avere quello che si chiama un approccio olistico, cioè partire da Canicattì per arrivare a Pio La Torre e Lelio Basso.
A Canicattì, 70 anni fa ci fu questo evento, questa strage, tre braccianti e un carabiniere morti, che colpì moltissimo l’immaginario collettivo e, negli anni, ha interessato lo studio del nostro professore Vaiana che da studioso qual è, seppure i ragazzi lo conoscono come docente, è molto puntiglioso nella ricerca dei documenti storici.
Il suo contributo è stato importante perché, quando succede un evento nella nostra terra, ci sono varie interpretazioni, anche qualche mistificazione secondo l’idea che da parte dei braccianti ci fosse stata una provocazione a cui si diede una risposta. È chiaro che chi va a fare una manifestazione ci va con le migliori intenzioni e non ci va per andare alla guerra. Per fare azioni di guerra ci si organizza diversamente. Chi ha conosciuto la stagione del terrorismo in Italia, sa di sicuro che non è tramite una manifestazione che si fa un’azione armata. Invece la giusta interpretazione che dà il Prof. Vaiana è quella che inquadra l’evento di Canicattì, avvenuto il 21 dicembre 1947, l’anno famoso del 1947 in Sicilia, nel quale si è verificata la strage più famosa di Portella della Ginestra, perpetrata dalla banda Giuliano al servizio della mafia, degli agrari e dei servizi segreti americani.
Allora queste cose non si sapevano, ora si sanno.
Il 1947 è l’anno in cui il Blocco del popolo, socialisti e comunisti, in Sicilia raggiunge il 44% dei suffragi elettorali, soglia mai raggiunta prima, mai più raggiunta dopo. 
A parere mio, questa affermazione elettorale delle sinistre provoca la reazione degli agrari, parlare di reazione della “Mafia” non è corretto, la reazione fu degli agrari, del blocco agrario che era fatto dai grandi latifondisti, dai grandi proprietari terrieri, al servizio dei quali c’erano i mafiosi.
Perché, cari ragazzi, dovete sapere che i mafiosi sono sempre stati al servizio dei potenti e non dei poveri. Così parliamo anche in maniera adeguata di mafia. Questo fatto di Canicattì è quasi l’epilogo dell’anno 1947 in cui la “reazione”, così è giusto chiamarla, la “reazione” agraria in Sicilia arriva a Canicattì, a Campobello di Licata in tutta la provincia di Agrigento. 
Voi direte cosa c’entra Pio La Torre con tutto ciò, c’entra!
Perché Pio La Torre, prima di essere assassinato ancora una volta dalla mafia, il 30 aprile  del 1982, è considerato in virtù del suo impegno pacifista contro l’installazione dei missili americani cruise e pershing a Comiso, alla cui manifestazione partecipai anch’io con la fascia di sindaco di sinistra della mia città, Naro; ma soprattutto viene ucciso perché promotore della legge che poi prese il nome “La Torre-Rognoni” che è la legge più importante contro la mafia, quella che consente di togliere, sequestrare i beni alla mafia. Infatti, Pio La Torre aveva costruito la sua vita politica con il movimento contadino in provincia di Palermo dove la mafia era più agguerrita piuttosto che in provincia di Agrigento.
O, per dirla diversamente, in provincia di Agrigento il movimento contadino era più forte. Questa era la terra dove il socialismo nasceva spontaneo come l’erba e che era il risultato di una grande coscienza sociale, politica, civile, e per questo in provincia di Palermo si perpetrarono più delitti di quanti non ce ne fossero in provincia di Agrigento dove ci furono pure, da Sciacca a Cattolica Eraclea e Campobello di Licata.
Cosa c’entra con tutto quello di cui stiamo parlando oggi con Lelio Basso? 
Lelio Basso era un grande avvocato, costituzionalista di ispirazione socialista il quale, per dare un’idea, era un po’ come il nostro avvocato Grillo, che difendeva i contadini.
Alla fine della seconda guerra mondiale, c’era un ministro di nome Gullo, comunista, il quale emise i famosi “decreti Gullo” che dovevano essere applicati. In che cosa consistevano i decreti Gullo? Nella ripartizione più equa del raccolto tra proprietari, affittuari e mezzadri; ma i proprietari terrieri si rifiutavano di applicare la legge, cioè i decreti Gullo, e capitava pure che i carabinieri, invece di applicare la legge, arrestassero i contadini.
Questo era lo scenario in Sicilia e in Italia dopo la seconda guerra mondiale. Pertanto, l’avvocato Grillo in provincia di Agrigento, Lelio Basso su scala nazionale, erano coloro che cercavano di difendere i diritti dei contadini.
A proposito dei diritti dell’uomo!
I diritti dell’uomo sono innanzitutto tutto i diritti del lavoro, il diritto alla vita e poi tutti gli altri diritti.
Per questo ho il piacere di parlare di due politici importanti, uno, Pio La Torre, che ho conosciuto personalmente, l’altro, Lelio Basso, conosciuto attraverso i discorsi di mio padre che era un contadino di ispirazione socialista. 
Vorrei che i ragazzi comprendessero che le due personalità di cui stiamo parlando non solo portavano avanti le istanze dei più deboli, ma di un’Italia che aveva bisogno di diventare più democratica. Perché è giusto sapere che il movimento contadino per l’occupazione delle terre, secondo la versione del grande storico prof. Francesco Renda, produsse effetti limitati non solo perché gli agrari fecero sparare sui braccianti ma anche perché concessero agli stessi le terre meno produttive.
Ma negli anni 50 arrivò la più grande riforma agraria che sia mai stata realizzata in Italia e in Sicilia.
La creazione del MEC che consentì ai braccianti di emigrare in Francia e in Germania sottraendo la loro forza lavoro ai proprietari terrieri i quali, non potendo più coltivare le terre, fallirono tutti.
Questa è la nostra storia.

Vincenzo Fontana

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