“Filippo non fa 13” è una commedia brillante in due atti. Il tema è
attuale, ed è la crisi economica con tutti i suoi tristi risvolti:
licenziamento, pignoramento della casa per insolvenza del mutuo, opprimente
prospettiva di irrimediabile miseria.
Filippo, operaio cassintegrato e licenziato della FIAT di Termini Imerese, iscritto alla FIOM, sta vivendo tutto questo sulla propria pelle. Dal 25 novembre 2011 si ritrova disoccupato, con un mutuo da pagare, una moglie casalinga, tre giovani figli da sfamare e mantenere agli studi e una sposata con un precario e per giunta incinta. Per il povero Filippo ne consegue un deprimente senso di perdita del proprio futuro e di quello dei familiari, da cui cerca di sfuggire con un tentativo di suicidio. A questo punto, in effetti, ci sarebbero tutti gli elementi più consoni ad una tragedia piuttosto che a una commedia. Però, bastano e avanzano già i notiziari quotidiani e tanta letteratura per dipingere, più o meno bene, la tragedia giornaliera a cui s’è ridotto il mondo, la società che lo popola e la politica e l’economia che lo governano con gli effetti disastrosi (per le masse) che, appunto, tutti conosciamo. A nostro avviso, insistere nello stesso modo sarebbe non solo pedissequo ma anche inutilmente masochistico, visto che nonostante tanta informazione, ad oggi, quella famosa e caliginosa luce in fondo al tunnel, ancora le masse non riescono a vederla benché sarebbe fortemente auspicabile.
Filippo, operaio cassintegrato e licenziato della FIAT di Termini Imerese, iscritto alla FIOM, sta vivendo tutto questo sulla propria pelle. Dal 25 novembre 2011 si ritrova disoccupato, con un mutuo da pagare, una moglie casalinga, tre giovani figli da sfamare e mantenere agli studi e una sposata con un precario e per giunta incinta. Per il povero Filippo ne consegue un deprimente senso di perdita del proprio futuro e di quello dei familiari, da cui cerca di sfuggire con un tentativo di suicidio. A questo punto, in effetti, ci sarebbero tutti gli elementi più consoni ad una tragedia piuttosto che a una commedia. Però, bastano e avanzano già i notiziari quotidiani e tanta letteratura per dipingere, più o meno bene, la tragedia giornaliera a cui s’è ridotto il mondo, la società che lo popola e la politica e l’economia che lo governano con gli effetti disastrosi (per le masse) che, appunto, tutti conosciamo. A nostro avviso, insistere nello stesso modo sarebbe non solo pedissequo ma anche inutilmente masochistico, visto che nonostante tanta informazione, ad oggi, quella famosa e caliginosa luce in fondo al tunnel, ancora le masse non riescono a vederla benché sarebbe fortemente auspicabile.
Cosicché si è pensato ad un intreccio più
leggero, sovente caratterizzato da situazioni e dialoghi umoristici per
descrivere l’attuale e apparentemente irrisolvibile crisi politica ed economica
italiana, ma anche mondiale. Non si pretende ovviamente di risolvere con la
comicità la drammaticità, ma si è coscienti quantomeno che ridere e far ridere
dei propri guai serve per un po’ ad esorcizzarli, e, chi lo sa?, forse anche a
tracciare un alternativo percorso informativo. Si è pensato inoltre di dargli
un’impronta per così dire fantasy, o comunque soprannaturale, nel risolvere
quantomeno, volta per volta, il caso singolo, sempre divertendo, esorcizzando
con l’umorismo la triste realtà. Tutto ciò per evitare di lanciare messaggi
disperanti, ma nemmeno falsamente ottimistici, considerate le inefficaci, anzi
deleterie ricette per risolvere la crisi,
ma che si vogliono fare accettare come necessarie e alla lunga
salvifiche. Proprio come quelle notizie lanciate dai media di tutto il mondo
ogni giorno, che risultano più cassa di risonanza di certo autoperpetuante
sistema che reale informazione, poiché appaiono salvifiche solo per una
ridottissima e sempre più straricca minoranza.
Se si cambiano le ricette, bene, altrimenti,
se rimangono sempre le stesse, per risolvere la disastrosa situazione del
nostro Filippo, ridotto (dagli autori?) a tragica macchietta da commedia del
nostro tempo, necessita un intervento divino. In questa storia il deus ex
machina è l’Angelo Michele inviato da Dio per risolvere i casi più disperati
prodotti dalla crisi. Solo grazie a questo intervento l’iniziale situazione
disperata di Filippo può avere il suo bel lieto fine.
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