L'arte della parola che dà forma all'animo nostro informe... Parole tessute – ordite e tramate - col filo del tempo, del mistero, del silenzio. Versi che salgono - come ali di gabbiani - a solcare i piani alti dei quesiti umani. Sillabe che scavano tra fatiche e ferite.
Sono i poetici scritti Apocrifi (Utopia edizioni pp.147 €10) di Diego Guadagnino.
E’ lo stupore della coscienza... recita il primo verso di una dichiarazione di poetica chiara e schietta: la poesia non ha mercato: questo è il suo valore. E tra le molte virtù ha anche quella di riunire in un solo cuore/ la solidità della pietra/ e la tenerezza del bambino/ per evidenziarne le somiglianze.
Ma come quella del prisma di cristallo che rifrange e riluce; rivelazione dell’iridato segreto della luce. E delle tante ombre e penombre dove si contemplano gli infiniti misteri - anche dolorosi - dell’Amore e della Vita. Antichi enigmi e nuovi inganni del contemporaneo delirio fatto mondo.
E allora perché non farsi vagabondo? Liberarsi dal guinzaglio della mente, togliere pesi ai pensieri. E poi snidare menzogne, scansare illusioni, far tacere ansie e attese... E’ un cammino di verità, impegnativo e luminoso, quello che il poeta disegna nei suoi versi. Distici, terzine, quartine, rime; metafore e similitudini ben costruite, a dire di un’avventura esistenziale tesa tra il rovello del patire, l'avida Babele del sentire e il perenne bisogno d’Altro... Oltre il buio purgatorio dei doveri, fuori dai logori sentieri di regole vuote, stretti schemi, soffocanti calcoli. Verso l’incanto/ di un altrove che non muore... E che invita a rispondere ai capricci della Fortuna e al nostro terrestre destino di polvere con la forza di uno sguardo rivolto all'alto, o al profondo...
Sapendo che la verità che salva è l’abbandono/ d’ogni salvezza... E insieme è la scommessa di una poesia che aiuta – scrive Diego Guadagnino - a intravedere il disegno del ricamo/ di cui la vita, questa vita, è il confuso indecifrabile risvolto...
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