DOMENICO TURCO, "Sequenze onoriche" di Lillo Turco

LILLO TURCO
Nato a Canicattì (Ag) il 13 Novembre 1978, sin da giovanissimo s'interessa di arte sia dal punto di vista teorico che pratico. Dopo gli studi classici, nel 2005 consegue la laurea magistrale in Filosofia con la votazione di 110/110, presentando la tesi "Essere e linguaggio in Heidegger." Realizza dipinti e disegni sviluppando una tecnica originale che prevede l'uso di comuni penne bic, con esiti di estrema suggestione e notevole forza espressiva.

LO STILE FIGURATIVO
Lillo Turco può essere definito surrealista metafisico in quanto fonde la grande fantasia visionaria con la presenza di elementi metafisici, angeli, demoni, simboli del tempo e dell'eterno, esseri divini più o meno terrificanti, animali mitologici quali l'araba fenice, l'unicorno, il drago, il serpente, etc... Si tratta di archetipi potenti, dalla forte componente esoterica e spirituale. Le varie opere di Lillo esprimono un profondo senso del mistero, unito alla volontà di trasmettere un messaggio che va al di là delle parole perché radicato sulla verità. Come scrive il pittore e critico Dario Pisconti "i disegni di Lillo Turco prendono vita dalle agili forme sgorganti di vita interiore, prediligendo il dialogo rapportato alle sue emozioni ed estendendo la sua fase descrittiva con inserti particolarmente significativi. L'equilibrio di queste opere è schematizzato da parentesi interrogative, gli spazi sono colmati da squarci di luce tenue con intense formule evocative".
Lillo Turco ha la capacità di risvegliare gli archetipi, dei simboli universali i quali rappresentano per immagini quell'anelito al sacro e alla religiosità che è insito in ognuno di noi. In questo caso
però l'interno e l'esterno, il soggettivo e l'oggettivo coincidono dal momento che a tali simboli co­smici Lillo delega anche la funzione di trascrivere iconicamente (per immagini) le proprie emozioni. Per concludere vale la pena di citare un altro significativo giudizio critico che rivela proprio il carattere complesso della sua significativa ed assolutamente irripetibile esperienza estetica: "osservare questi disegni e comprenderli è come ascoltare due anime fantasticamente dischiuse in uno scrigno enigmatico. L'artista rapito dal suo subconscio lavora con frenetica decisione fino all'esaltazione concettuale del compiuto e si placa solo al momento del compimen­to dell'opera. Questi disegni non trasmettono esita­zione ma consapevolezza dell'amore pittorico che abbraccia l'artista nell'amplesso delle sue creazioni".

IL METODO MITICO
Tentare di definire il mondo artistico di Lillo Turco farebbe correre il grave rischio di impoverirne il messaggio, che rinvia ad una complessità eloquente e visiona­ria, fluida e ricca di colori, umori, sapori, tutti elementi dinamici che nel loro vario intrecciarsi producono una straordinaria avventura figurativa, che ci accingiamo con viva passione ad esplorare.
La prima caratteristica di Lillo Turco è l'imprevedibile connessione tra arte ed epos.
Nell'epoca della foucaultiana incredulità verso le metanarrazioni l'artista siciliano realizza trasgressivamente proprio l'esatto contrario: si apre alla fede nel mito, il racconto dei racconti, e lo fa decantando l'Assoluto in forme visibili, che accendono la fantasia dell'osservatore svelando nel contempo nuove vie d'accesso alla verità.
Lillo Turco esporta in arte il modello del metodo mitico diffuso nell'ambito letterario del Novecento e portato a pieno sviluppo nel postmodernismo.
È un metodo che rinvia al mito non per celebrare la tradizione ma per distruggerla, nell'ottica di una distruzione come e in quanto decostruzione di codici simbolici scomodamente ereditati dalle ingom­branti iconografie del passato.
Rinnegare la tradizione è l'unico atto che può farla rivivere e prosperare. Perché l'abbattimento degli idoli libera nuove energie e rende necessaria la creazione di una nuova visione del mondo e della verità, che Lillo traduce nelle straordinarie immagini impresse sulla carta grazie ad una tecnica rara, la migliore alleata di un artista che, comunque, oltrepassa i limiti della pura accademia. II suo fine non è di stupire con effetti più o meno speciali, ma si pone un altro grande obiettivo: produrre emozioni, spesso talmente forti da cambiare la prospettiva dell'os­servatore per sempre.
E non parlo per solidarietà familiare, visto che ho l'onore ma anche l'onere di essere fratello di un artista così fuori dal comune; tuttavia direi di lui le stesse cose, anche se a legarci non fosse il DNA, e le direi perché Lillo Turco è oggettivamente un artista diverso da tutti gli altri, che spicca per originalità, fantasia e profondità dei temi trattati.
Sono molte le opere che meritano particolare attenzione. Ma per spiegare chiaramente l'esperienza artistica di Lillo Turco ne scegliamo una delle più notevoli, Darkness (oscurità, tenebre, in inglese) nella quale domina il tema del male. Tuttavia Lillo non svolge tale soggetto in maniera letterale, non affronta il male con un'allegoria visiva immediatamente riconoscibile, ma crea una complessa loca­tion figurativa, estremamente ricca di riferimenti simbolici alla tradizione spirituale, all'esoterismo, alla magia e persino alla demonologia, entro un'ottica di apertura interrogante al mito e al problema religioso.
L'opera caratterizza il rapporto bene/male in termini fortemente dialettici; il dualismo è "tradotto" nel linguaggio dei segni e soprattutto dei colori.
Da notare, ad es., il simbolismo delle acque rosse, in basso, e del cielo azzurro, in alto: inferno e paradiso, mondo infero e sfera celeste, negatività e positività, bene e male, etc...
Sono molteplici le chiavi di lettura dell'opera che possiamo individuare analizzando i particolari. Particolari che, diversamente da quello che si riscontra nel caso di un mosaico bizantino, non sono solo funzionali all'insieme, ma hanno valore in sé, come opere nell'opera, piccoli dipinti che andrebbero osservati con attenzio­ne perché arricchiscono ulteriormente la percezione di ogni singolo quadro.
Domenico Turco

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