SALVATORE VAIANA, "Il paradossale accostamento fra un pittore geosurrealista e un contadino dirigente"


Salvatore Fratantonio nasce l’1 febbraio 1938, a Modica, dove, appena adolescente, comincia ad appassionarsi alla pittura. Successivamente, da autodidatta studia arte contemporanea a Roma. Qui sviluppa una tecnica e un’espressione artistiche originali, riconosciute da numerosi critici, fra cui Diego Guadagnino, un fine poeta e acuto intellettuale siciliano che più di altri ne individua la cifra nel peculiare legame, metastorico ma vitale, con alcune forme della sua isola felice: «Il suo mondo, coeso da una esemplare fedeltà tematica pur nella variegata gamma espressiva delle sue stagioni creative, rimane quello della solitudine felice, lontana dalle interferenze dell’alterità, tagliata fuori da ogni contaminazione del divenire storico.
 […] Una delle possibili definizioni dell’arte del Maestro di Modica può essere quella di un segreto rapporto con le forme che ci propongono i regni minerale e vegetale. E sono alberi, colline, spiagge, orizzonti a cui Fratantonio sa dare come un antico demiurgo una vita che magicamente si trasmette all’interlocutore delle sue opere». Un’arte che Guadagnino, da acuto critico d’arte e profondo conoscitore dell’opera del pittore, definisce «geosurrealista». Ma chissà se fra la dimensione sognante dell’arte e la realtà dolente della vita quello iato che si pensa non vi sia.
Fratantonio «sotto il volto barbuto di un dio greco nasconde la saggezza di un vecchio contadino siciliano», dice Guadagnino. E forse non è un caso che qualche anno fa il poeta mi abbia proposto un bel dipinto del pittore come copertina del libro “Il contadino dirigente”, il cui protagonista, Domenico Messina («un uomo a tutto tondo del fare e costruire dal basso e con intesi valori ideali la politica – l’esatto contrario del politicantismo oggi dilagante!», così lo descrive lo storico Giuseppe Carlo Marino), agisce nella Sicilia del latifondo, caratterizzata da «i luoghi desolati del “grano duro”, le arse vallate e i crinali rocciosi» che, parafrasando Guadagnino, sono la realtà dura dove i genitori di Fratantonio e di Messina «andavano per spighe», o «a zappare nei campi, “da scuro a scuro”». Una realtà che questi, immerso in un divenire storico estraneo al pittore, contribuisce a trasformare avvalendosi assieme agli strumenti rivoluzionari del socialismo e del sindacalismo, anche dell’antica saggezza del contadino siciliano.
Due dimensioni esistenziali notevolmente distanti quella del pittore geosurrealista Salvatore Fratantonio e quella del contadino dirigente Domenico Messina: la dimensione dell’arte e quella della storia, eppure accomunate dall’amore “perlaSicilia”, per la sua terra e per la sua saggezza.
Ma una saggezza che, seguendo Euno e Messina, sappia rompere le catene dell’oppressione.

Salvatore Vaiana

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