Nell'ambito delle iniziative promosse dal Comitato di Palermo per il 150 dell'Unità d'Italia, venerdì 10 dicembre alle 16,30 ai Cantieri Culturali alla Zisa, su iniziativa dell'Istituto Gramsci Siciliano ha visto la sua terza riedizione il poema di Vito Mercadante : "Lu Sissanta" di Marsala a Palermu ( il poeta rivoluzionario rielabora l'epopea garibaldina vista da parte del popolo siciliano ).
Tra gli illustri relatori i professori: Vito Mercadante j , F. Di Legami, P.Graziano, G.Oddo, C. Paterna.
Nel corso del dibattito , mi è stato gentilmente permesso di esprimere quanto segue:
“Permettetemi, prima di tutto, di ringraziare il preside Vito Mercadante per aver donato l’archivio del suo illustre antenato, per mio tramite, alla biblioteca comunale di Prizzi e per averlo, in tal modo, fatto affettivamente congiungere al suo paese d’origine. Ringrazio, inoltre, il presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, comitato di Palermo, dott. Claudio Paterna, per aver inserito questo momento di riflessione sul grande poeta prizzese tra le manifestazioni celebrative per il 150 anniversario dell’Unità d’Italia.
Vito Mercadante scrisse Lu Sissanta nel 1910, a cinquant’anni dalla spedizione dei Mille. Quell’anno fu, per il Poeta, un momento di grazia; infatti, proprio in quell’anno, pubblicò il suo capolavoro indiscusso Focu di Muncibeddu e un altro poemetto L’Omu e la Terra sul terremoto di Messina del 1908.
Questo momento particolarmente felice è legato strettamente a tutta una serie di tensioni politico-sociali.
Proprio in quell’anno, il movimento sindacale raggiunse il massimo della sua capacità di mobilitazione, ma fu anche l’anno in cui si cominciarono a notare, in tale movimento, le prime crepe che portarono in seguito alla rivincita delle forze conservatrici e reazionarie. È indubbio che alla base dell’ispirazione ideologica e poetica del Mercadante ci sia stata la situazione gravissima che stava attraversando la Sicilia in quell’anno, dovuta ad una forte crisi economica, in parte favorita dalle scelte protezionistiche del Governo Giolitti a favore del nord.
Nel poemetto Lu Sissanta, il Mercadante recupera lo spirito rivoluzionario che aveva animato il popolo siciliano, sia durante lo Sbarco dei Mille, sia durante i Fasci Siciliani.
Proprio a Prizzi e nel Corleonese, in quegli anni, operarono personaggi di grande spessore politico-sindacale. Ricordiamo Bernardino Verro, Nicola Alongi, Giuseppe Rumore e tanti altri suoi compagni, e da Palermo un grande organizzatore degli operai dei cantieri navali, Giovanni Orcel. Questi stessi uomini saranno protagonisti, in seguito, di un altro momento di risveglio popolare che culminerà nel c.d. Biennio Rosso. Anche questo momento di presa di coscienza delle masse contadine-operaie finirà nel sangue con l’uccisione da parte della mafia di tutti questi protagonisti.
Col fascismo, infine, la sua voce, dopo un vano tentativo di corruzione, venne soffocata.
Il poeta-sindacalista si spense nel 1936, povero tra i poveri, chiedendo al nipote del cuore Tommaso di essere sepolto nella fossa comune perchè vissuto fra i poveri, e con loro voleva finire.”
Prof.ssa Rosa Faragi
Tra gli illustri relatori i professori: Vito Mercadante j , F. Di Legami, P.Graziano, G.Oddo, C. Paterna.
Nel corso del dibattito , mi è stato gentilmente permesso di esprimere quanto segue:
“Permettetemi, prima di tutto, di ringraziare il preside Vito Mercadante per aver donato l’archivio del suo illustre antenato, per mio tramite, alla biblioteca comunale di Prizzi e per averlo, in tal modo, fatto affettivamente congiungere al suo paese d’origine. Ringrazio, inoltre, il presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, comitato di Palermo, dott. Claudio Paterna, per aver inserito questo momento di riflessione sul grande poeta prizzese tra le manifestazioni celebrative per il 150 anniversario dell’Unità d’Italia.
Vito Mercadante scrisse Lu Sissanta nel 1910, a cinquant’anni dalla spedizione dei Mille. Quell’anno fu, per il Poeta, un momento di grazia; infatti, proprio in quell’anno, pubblicò il suo capolavoro indiscusso Focu di Muncibeddu e un altro poemetto L’Omu e la Terra sul terremoto di Messina del 1908.
Questo momento particolarmente felice è legato strettamente a tutta una serie di tensioni politico-sociali.
Proprio in quell’anno, il movimento sindacale raggiunse il massimo della sua capacità di mobilitazione, ma fu anche l’anno in cui si cominciarono a notare, in tale movimento, le prime crepe che portarono in seguito alla rivincita delle forze conservatrici e reazionarie. È indubbio che alla base dell’ispirazione ideologica e poetica del Mercadante ci sia stata la situazione gravissima che stava attraversando la Sicilia in quell’anno, dovuta ad una forte crisi economica, in parte favorita dalle scelte protezionistiche del Governo Giolitti a favore del nord.
Nel poemetto Lu Sissanta, il Mercadante recupera lo spirito rivoluzionario che aveva animato il popolo siciliano, sia durante lo Sbarco dei Mille, sia durante i Fasci Siciliani.
Proprio a Prizzi e nel Corleonese, in quegli anni, operarono personaggi di grande spessore politico-sindacale. Ricordiamo Bernardino Verro, Nicola Alongi, Giuseppe Rumore e tanti altri suoi compagni, e da Palermo un grande organizzatore degli operai dei cantieri navali, Giovanni Orcel. Questi stessi uomini saranno protagonisti, in seguito, di un altro momento di risveglio popolare che culminerà nel c.d. Biennio Rosso. Anche questo momento di presa di coscienza delle masse contadine-operaie finirà nel sangue con l’uccisione da parte della mafia di tutti questi protagonisti.
Col fascismo, infine, la sua voce, dopo un vano tentativo di corruzione, venne soffocata.
Il poeta-sindacalista si spense nel 1936, povero tra i poveri, chiedendo al nipote del cuore Tommaso di essere sepolto nella fossa comune perchè vissuto fra i poveri, e con loro voleva finire.”
Prof.ssa Rosa Faragi
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